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1 marzo 2016

MARCOS Y MARCOS EDITORE . PRIMAVERA ESTATE 2016

  

MARCOS Y MARCOS
Collezione primavera estate 2016

Con una vera e propria sfilata letteraria Marcos y Marcos ha presentato le sue scommesse dei primi sei mesi del 2016.
Una passerella di copertine colorate, proiezioni, letture e narrazioni ha animato il palco dei Frigoriferi milanesi. Piccoli assaggi offerti dagli editori Claudia Tarolo e Marco Zapparoli per cogliere al volo le storie che fanno per noi.

Apre la sfilata la proiezione di una lettura di Hakan Günday a cui si unisce quella di Vincenzo Costantino per dare voce ad ANCÓRA. Magnifico romanzo dell’autore turco sul traffico dei migranti, visto con lo sguardo di un trafficante bambino. Prix Médicis 2015.

Segue IL RACCONTO DELLO SGUARDO ACCESO di Franco Buffoni che ci porta dietro la saracinesca di una pizzeria all’ora di chiusura, sul Lago Maggiore a cantare “Addio Lugano bella”, nella Germania che rialza (troppo) la testa; mentre grazie alla traduzione di Paolo Nori potremo leggere tre meravigliosi racconti poco conosciuti del grande Nikolaj Leskov, TRE GIUSTI. 
Tra le novità di marzo sfilano i titoli di due tra gli autori stranieri più amati e rimpianti di casa Marcos.

CHERRYMAN DÀ LA CACCIA A MISTER WHITE, di Jakob Arjouni, romanzo dolce sull'innocenza violata. E PARLAMI D'AMORE, ultima raccolta di cronache di Pedro Lemebel. Scritti pieni di allegria, amore e coraggio implacabile contro ogni forma di ingiustizia. 
Poche battute di Bud Spencer, nel Soldato di ventura, cambiano il tono dello spettacolo e danno il La a Claudia Tarolo per condurci a Trani, al fianco di Alvise Pàvari dal Canal.

LA DISFIDA di Giorgio Caponetti è una nuova divertente avventura del gentiluomo veneziano, luminare di ippologia, alle prese con un mistero che risale ai tempi della famosa disfida di Barletta.

Poi avanti con le letture fulminanti, comiche e amare di David Thomas: NON HO ANCORA FINITO DI GUARDARE IL MONDO, una nuova raccolta di monologhi, nella traduzione curata da Maurizia Balmelli.

Aprile sale sul palco con il primo romanzo per bambini di Cristiano Cavina
È lui a leggerne l’incipit in un video che ci fa subito entrare nel cuore il suo nuovo protagonista, PINNA MORSICATA. Un giovane delfino che ha perso la gioia e che solo con l'aiuto di un buffo pesce, di nome Spigolo, riuscirà a tornare a galla. Un viaggio tra le onde del mare, tenero e pieno di sorprese.
Una bella lettura a due voci, di Marco Zapparoli e Claudia Tarolo, fa scoprire una nuova scrittura affilata e smagliante. Il 25enne Giuliano Pesce con il suo IO E HENRYuna storia di avventura e critica sociale con finale a sorpresa.
Poi, il ritmo di un metronomo regala la scena a maggio
E i nomi di BajaniCotroneoDi PaoloErvasGenovesi, MariPincio e altri sono chiamati a raccolta per raccontare il tempo in una nuova antologia di inediti, CHI HA TEMPO.

Ritorna SPINOZA di Paolo Nori, esaurito da tempo in libreria, e il censimento dei matti d’Italia si arricchisce di due nuove tappe: Repertorio dei matti della città di Cagliari, Repertorio dei matti della città di Parma.
Non si perde tempo però sul palco… perché compare un nuovo personaggio, curioso e carismatico: Penelope Poirot. Dalla penna di un’altra brava esordiente, nascosta sotto il  nome di Becky Sharp, miss Poirot ci intriga portandoci in un caso degno del suo celebre prozio, ma con un tocco femminile: PENELOPE POIROT FA LA COSA GIUSTA.

Luci spente e si entra nella zona buia per giugno che ci riserva due storie temibilissime.
Carlo Lucarelli racconta quella di Jack Unterweger; un video che basta da solo a farci correre in libreria. QUANDO FACCIO UNA COSA MI PIACE FARLA BENE. La tripla vita di Jack Unterweger, serial killer e scrittore pieno di fascino, sarà in libreria solo a giugno nella collana Il mondo è pieno di gente strana.
Si accende una piccola lanterna e Lisa Gardner ci fa rabbrividire chiudendoci in una cassa di legno. Forse ci sembra il momento peggiore, ma non è ancora nulla, perché qualcuno aprirà quella cassa.

Per un colorato campionario di assaggi, da sfogliare con calma per trovare le storie da portare addosso la prossima stagione.
 

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Informazioni sulle novità editoriali Marcos y Marcos

DEL VECCHIO EDITORE A MARZO 2016

  


Cosa bolle in pentola 
In un mix di inediti assoluti tra classici imprescindibili e nuove voci, tra febbraio e marzo 2016 ritorna Hilde Domin, con il terzo volume della serie a lei dedicata, Il coltello che ricorda, che presenta al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico dell'autrice. 
Daniela Alibrandi in
Una morte sola non basta, ci regala l’affresco di trent’anni di storia sociale e culturale d’Italia, raccontato attraverso la lente di un grande e coinvolgente romanzo (neo)realistico.
Torna, poi, in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán, José Luis Correa:
Quindici giorni di novembre.
Il coltello che ricorda
Hilde Domin è una delle voci poetiche più significative della seconda metà del Novecento e, negli anni Settanta–Ottanta, una figura centrale nella discussione letteraria tedesca. Nel 1987, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, Fischer dà alle stampe la raccolta Gesammelte Gedichte (Poesie in raccolta). La selezione, curata dalla Domin stessa, comprende una nutrita scelta di poesie scritte tra il 1951 e il 1985, tratte dalle raccolte già pubblicate con l’aggiunta di alcuni testi inediti o comunque fino ad allora difficilmente
reperibili. Gesammelte Gedichte viene pubblicata in concomitanza con il ciclo di lezioni di Francoforte tenute da Hilde Domin (1987/88), a cui dà il titolo La poesia come momento di verità. In seguito, la poetessa darà alle stampe la raccolta Eppure l’albero fiorisce, ultima delle sue antologie poetiche e una versione rivista di Ti voglio, nel 1995. In questo volume, il terzo della serie che Del Vecchio Editore dedica alla poetessa, si dà conto degli sviluppi letterari di Hilde Domin negli ultimi anni della sua attività poetica, presentando al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici, che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico di Hilde Domin. Al centro della riflessione restano e si fanno più nitide la potenza della parola poetica e l’incitamento al coraggio civile, che è innanzitutto la capacità di uscire dagli schemi e accettare la propria umanità aprendosi all’incontro con l’altro: «Solo colui che è crocifisso/ le braccia/ spalancate/ dell’Io–sono qui».
HILDE DOMIN, Il coltello che ricorda
 ISBN: 9788861101258
Pagine: 480
A cura di Paola Del Zoppo
Una morte sola non basta
Roma, anni Cinquanta. L’Italia si sta lasciando alle spalle l’orrore della guerra, e si avvia a grandi passi verso gli anni del boom economico. Due uomini si incontrano su una panchina dell’ospedale San Camillo. Due storie si incrociano per pochi minuti per poi proseguire parallele e distanti. Anni Settanta. Il sogno del “miracolo italiano” lascia il passo alle contraddizioni e ai fermenti della rivoluzione sociale e dei movimenti giovanili. Due ragazze, poco più che adolescenti, si conoscono. Segnate, ognuna a sua modo, dalla violenza e dal silenzio di chi avrebbe dovuto proteggerle, continuano a collezionare errori e profonde delusioni. Nell’amicizia che si instaura, riconoscono entrambe la possibilità di un reciproco riscatto, che porterà a un epilogo imprevedibile. Sullo sfondo, si staglia la città eterna in continuo mutamento, che con le sue atmosfere e i suoi linguaggi commenta le fragilità e le contraddizioni di un’intera epoca e del Belpaese. In una narrazione limpida, senza artifici, che si sviluppa in un crescendo ininterrotto, seguiamo Ilaria e Michela in un impietoso viaggio alla scoperta della costruzione del male, che nulla concede all’ipocrisia o all’ipotesi d’innocenza.
Daniela Alibrandi, Una morte sola non bastaISBN: 9788861101593
Pagine: 416
Quindici giorni di novembre
Torna in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán.
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chet Baker, una striscia di Mafalda e una scena de Il terzo uomo, Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della propria vita aprendo con i soldi di un amico un’agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l’hanno mollato e al caldo dell’isola. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del futuro marito. Tra i bar, le crociere e le feste dei “figli di papà”, in un ambiente dominato dalla menzogna e da una spregiudicata vocazione all’impunità, Blanco rischierà più volte la pelle, giungendo infine alla verità, con intuito, ironia e disillusione.
Quindici giorni di novembre è il primo romanzo in cui fa la sua comparsa il detective Ricardo Blanco, indagando in un territorio finora poco esplorato dal genere noir, Las Palmas di Gran Canaria. Sulle orme del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler, ma con un tocco di anarchia mediterranea che lo avvicina al Montalbano di Camilleri o al Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbán, Ricardo Blanco colpirà il lettore con il suo spirito unico e disincantato, la sua disastrosa vita personale, il suo totale disinteresse per il denaro e la sua spiccata tendenza a innamorarsi.
«Dalle Canarie, una versione contemporanea del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler.»
Faro de Vigo
«Quel che è certo è che le pagine si fanno girare, i capitoli sono ben congeniati, il ritmo è incalzante e le scene d’azione avvincenti.»
Internazionale
«È ormai un amico, Blanco. Come Montalbano, Carvalho, Charitos. Accolto a pieno merito nell’arcipelago del noir mediterraneo, sebbene le isole Canarie siano Atlantico.»
Il mucchio selvaggio
JOSÉ LUIS CORREA, Quindici giorni di novembreISBN: 9788861101500
Pagine: 234

Traduzione di Alberto Malcangi
Hilde Domin
Figlia di un avvocato ebreo, Hilde Domin nasce nel 1909 a Colonia con il nome di Hilde Löwenstein. Tra il 1929 e il 1932 studia a Colonia, a Heidelberg, a Bonn e a Berlino, specializzandosi in scienze sociali e filosofia, con maestri come Karl Jaspers and Karl Mannheim. La situazione politica la spinge a emigrare a Roma insieme a Erwin Walter Palm, studente di archeologia e scrittore, che sposerà nel 1936. Allo scoppio della guerra si trasferisce dapprima in Inghilterra e, successivamente, nella Repubblica Dominicana, dove vive per 14 anni, prima di ritornare in Germania nel 1954. La sua poesia è spiccatamente antimetaforica e caratterizzata da un vocabolario semplice e colloquiale che, nella sua rarefazione e semplicità incontra il magico, procedendo prevalentemente attraverso processi evocative. Hilde Domin è stata insignita di tutti i maggiori premi letterari tra cui il PREMIO RILKE, il PREMIO HOELDERLIN e il PREMIO NELLY SACHS.
Daniela Alibrandi
Nata a Roma, Daniela Alibrandi ha vissuto tra l’Italia e gli Stati Uniti occupandosi di relazioni internazionali e di scambi culturali nell’ambito dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Ha pubblicato racconti
in antologie e riviste ed è con Una morte
sola non basta al suo quarto romanzo.
José Luis Correa
José Luis Correa (Las Palmas, 1962) insegna all’Università di Las Palmas. Quindici giorni di novembre è il primo romanzo con il detective Ricardo Blanco come protagonista, ambientata in un territorio poco frequentato dal genere noir: l’isola di Gran Canaria. Blanco è un detective hard boiled nel senso classico del termine, vicino a Sam Spade e Philip Marlowe, e ricorda Pepe Carvalho, il grande personaggio uscito dalla penna del geniale Manuel Vázquez Montalbán. Correa ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il PREMIO BENITO PÈREZ ARMAS e il PREMIO VARGAS LLOSA.


ARTISTE DELLA CRITICA: DONNE CORAGGIOSE NELL'ARTE

Libreria Todomodo
Firenze, Via dei Fossi 15r
Venerdì 4 marzo, ore 19.30
Carlo Sisi, Gaia Bindi, Laura Lombardi e Maura Pozzati presentano
Artiste della critica
a cura di Maura Pozzati
Corraini Edizioni



Un omaggio a dodici donne appassionate d’arte non solo storiche dell’arte e curatrici di mostre ma artiste della parola.

Mancava in Italia un libro che affrontasse il tema delle donne e la critica d’arte. Un libro speciale, non accademico e nemmeno saggistico, costruito su dodici ritratti, ordinati in ordine cronologico di nascita, da Palma Bucarelli a Gabriella Belli,  che ci raccontano di visioni sull’arte differenti , di vite vissute più o meno “contro”, di scelte coraggiose  dal punto di vista lavorativo e umano.

In particolare la presenza di Lara-Vinca Masini

Lara-Vinca Masini, Milano, 1972 - Photo di Massimo Becattini

cui è dedicato il saggio di Laura Lombardi, figura di rilievo fin dagli anni Sessanta che non ha finora avuto l’attenzione che merita. A Firenze è curatrice di mostre epocali quali Umanesimo e disumanesimo nell’arte europea 1890 – 1980. Dai simbolisti al Nouveau Réalisme, articolata tra il Palagio di Parte Guelfa e dieci installazioni in vari luoghi storici della città dei maggiori artisti contemporanei, da Rebecca Horn a Fabio Mauri, rivelando un’originalità e una profondità di approccio nell’affrontare il significato del dialogo tra antico e contemporaneo, che resta insuperato. Espressione del suo peculiare tagli critico sono anche il volumi editi da Giunti negli anni Novanta, La linea dell’unicità, La linea del Modello, che ripercorrono l’arte del Novecento seguendo due filoni ben distinti: l’uno tendente ad una forma istintiva, spontanea, l’altro invece incline alla progettualità, fortemente guidata dalla ragione.

1. Palma Bucarelli di Rachele Ferrario
2. Lorenza Trucchi di Laura Cherubini
3. Mirella Bentivoglio di Arianna Di Genova
4. Lara-Vinca Masini di Laura Lombardi
5. Marisa Volpi di Antonella Sbrilli
6. Carla Lonzi di Martina Corgnati
7. Lea Vergine di Francesca Alfano Miglietti
8. Ida Gianelli di Maura Pozzati
9. Adalgisa Lugli di Elisabetta Longari
10. Jole de Sanna di Cristina Casero
11. Francesca Alinovi di Fabiola Naldi
12. Gabriella Belli di Lucilla Meloni

29 febbraio 2016

Galleria d'Arte 2000 & NOVECENTO | Sabato 5 marzo, ore 18 | Massimiliano Galliani | Presentazione di Alberto Zanchetta

Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO, Reggio Emilia

27 febbraio – 10 aprile 2016
COLORI POLARI
Mario Ballocco, Pino Pascali, Pino Pinelli, Antonio Sanfilippo

Le Strade del Tempo


Sabato 5 marzo, ore 18
MASSIMILIANO GALLIANI
Le Strade Del Tempo, Dagli occhi della Gioconda
Presentazione di Alberto Zanchetta


Nell’ambito della mostra “Colori polari”, visitabile fino al 10 aprile 2016 alla Galleria d’Arte 2000 & NOVECENTO di Reggio Emilia (Via Sessi, 1/F), sabato 5 marzo 2016, alle ore 18, si terrà la presentazione della nuova produzione litografica di Massimiliano Galliani, nata da un’analisi lenticolare della “Gioconda” di Leonardo Da Vinci.
Ad illustrare le opere, Alberto Zanchetta, Direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone e curatore delle personali dell’artista recentemente allestite presso lo Spazioborgogno di Milano e la Sinagoga di Reggio Emilia. Nel corso della serata, si terrà un intervento di Massimiliano Galliani su una litografia originale.

Le Strade Del Tempo, 2016, litografia ritoccata a mano con oro in foglia (r.a.m.), cm. 100x140

Le opere pittoriche e le litografie della serie “Le Strade Del Tempo” riproducono le screpolature formatesi negli anni sul capolavoro del Louvre. Affascinato dalla casualità delle linee, l’artista ha deciso di esplorare questo intrico di strade avvalendosi di diversi supporti e materiali.
«Di primo acchito – scrive Alberto Zanchetta – nei quadri di Massimiliano Galliani non è possibile riconoscere lo sguardo ipnotico, seducente e sibillino della Gioconda. Dobbiamo frapporre tra lei e noi una distanza, non solo corporea ma persino cronologica. Più ci avviciniamo ad essa e più ci smarriamo nei suoi intrichi di segni. In queste crepe-rughe, l’artista ha riconosciuto delle Strade, “percorsi” che da lontano si infittiscono fino a farci riconoscere il luogo-volto dipinto da Leonardo, da vicino perdono invece ogni connotazione somatica, si astraggono facendo perdere noi stessi dentro loro…».
Il titolo della mostra – “Colori polari” – fa riferimento alla dominante cromatica delle opere esposte, accomunate dalla presenza del bianco, del rosso e del nero, ossia dei tre “poli” attorno ai quali si articolano tutti i sistemi simbolici legati all’uso del colore sino all’epoca altomedievale, con numerosi rimandi in fiabe, miti e leggende.
In mostra, gli “inganni” della visione di Mario Ballocco, artista milanese che concepiva il quadro come verifica percettiva di un risultato sperimentale, due tempere del 1963 di Pino Pascali, bozzetti realizzati per la copertina della rivista dell’INAPLI (Istituto Nazionale per l’Addestramento e il Perfezionamento dei Lavoratori dell’Industria), un dittico tattile di Pino Pinelli che vede l’utilizzo congiunto di pigmenti e materia plastica, nonché una grande tempera su tela del 1961 di Antonio Sanfilippo, maestro dell’Astrattismo europeo.
Il percorso espositivo comprende, inoltre, opere di Enrico Della Torre, Massimiliano Galliani, Omar Galliani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Antonio Ligabue, Carlo Mattioli, Nunzio, Paola Pezzi e Piero Ruggeri.
La mostra è visitabile fino al 10 aprile 2016, tutti i giorni con orario 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 580143, duemilanovecento@tin.it, www.duemilanovecento.it, www.facebook.com/duemilanovecento.

COLORI POLARI
Mario Ballocco, Enrico Della Torre, Massimiliano Galliani, Omar Galliani, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Antonio Ligabue, Carlo Mattioli, Nunzio, Pino Pascali, Paola Pezzi, Pino Pinelli, Piero Ruggeri, Antonio Sanfilippo
Reggio Emilia, 2000 & NOVECENTO Galleria d’Arte
27 febbraio – 10 aprile 2016
La mostra sarà visitabile a partire da sabato 27 febbraio 2016, ore 10
Orari: 10-12,30 e 16-19,30, aperto anche domenica e festivi
Sabato 5 marzo, ore 18, presentazione del progetto “Le Strade Del Tempo, Dagli occhi della Gioconda” di Massimiliano Galliani a cura di Alberto Zanchetta. Intervento manuale dell’artista su una litografia originale.

Per informazioni:
2000 & NOVECENTO Galleria d’Arte        
Via Sessi 1/F  | 42121 Reggio Emilia 
Tel. 0522 580143 | Fax. 0522 496582 
duemilanovecento@tin.it | www.duemilanovecento.it

www.facebook.com/duemilanovecento

LORENZO PIOVELLA ALLA FONDAZIONE PASQUINELLI

4 - 18 marzo 2016

CITYSCAPE/PRESETS
La Fondazione Pasquinelli ospita le fotografie di Lorenzo Piovella

Slice-Highrise-VIII-2012



Giovedì 3 marzo, ore 18.30, inaugura alla Fondazione Pasquinelli la mostra CITYSCAPE/PRESETS del giovane fotografo Lorenzo Piovella che si articola attraverso il confronto tra due serie fotografiche realizzate in luoghi e tempi diversi: SLICES/HIGHRISE (2012-2014) e OH GOLD! (2015), le prime fotografie riproducono gli edifici più alti della città di Milano che vengono sottoposti ad un processo di astrazione dai relativi contesti sociali; le seconde invece raffigurano modelli virtuali di costruzioni verticali.

L'artista e fotografo Lorenzo Piovella, nato a Milano nel 1986, indaga sugli spazi alterati dall'intervento umano. La sua ricerca, che alterna fotografia e nuove tecnologie, crea un immaginario nel quale gli stereotipi costruttivi e spaziali che dominano gli scenari urbani sono protagonisti. Le sue immagini vivono in una dimensione nella quale il precario equilibrio fra reale e fittizio è sempre in bilico. Nella ricerca di Lorenzo Piovella il tentativo costante è quello di abbattere le linee di demarcazione, i limiti tra le esperienze spaziali e visive concrete e virtuali; e gli spazi architettonici e urbani, oggetto principale del suo lavoro, si prestano naturalmente - e quasi obbligatoriamente - a questa modalità di azione. 

Il massivo bombardamento di materiale visivo che l'architettura vive e produce si alimenta infatti di documentazioni fotografiche di progetti realizzati alternate, spesso senza soluzione di continuità, a rendering proiettivi che spesso si confondono alle immagini reali. In questo modo la pratica architettonica si trasforma in un esercizio fluido, in cui reale e fittizio spesso coincidono.

Esposizione: 4 – 18 marzo 2016
Apertura gratuita al pubblico: dal lunedì al venerdì 9.30 - 12.30 / 14.30 - 18.30
Inaugurazione giovedì 3 marzo, ore 18.30
Fondazione Pasquinelli - Corso Magenta 42, Milano

"LADRI" ALLA GALLERIA ALESSANDRA BONOMO

GALLERIA ALESSANDRA BONOMO
FRANCISCO TROPA
LADRI

4 MARZO 2016
ORE 19.00

La Galleria Alessandra Bonomo annuncia la prima mostra personale di Francisco Tropa a Roma: tutti i lavori sono ispirati alla tradizione dell’antica Roma e medioevale.

Il lavoro che da il titolo alla mostra, Ladri, deriva dal gioco romano Latruncoli, le cui misteriose regole sono arrivate a noi solo in parte.

Come nel gioco “Latruncoli”, dove i pezzi potevano rimanere fermi o essere attivati un numero illimitato di volte dai giocatori, Tropa evoca la perpetua dualità tra movimento e staticità, interpretando attraverso il bronzo una natura morta come una composizione di scultura di scultura mobile.

Le Lanterne in bronzo di Tropa, ispirate alle lampade romane, sono appese al soffitto, illuminano la stanza e gli allegorici “ladri” rubano per un attimo l’attenzione dello spettatore.

FRANCISCO TROPA (Lisbona, Portogallo 1968) vive e lavora a Lisbona. Ha studiato all’Ar.Co. di Lisbona tra il 1987 al 1992, continuando i suoi studi al Royal College of Arts of London nel 1992 e alla Kunstakademie di Münster tra il 1995 e il 1996. Fin dall’inizio degli anni ’90 si è dedicato principalmente alla scultura, e alla combinazione di diversi media tra cui il disegno, la performance, la fotografia e i film. Comune è invece lo studio del mito e della storia legati all’arte e alla memoria collettiva. Questi riferimenti si relazionano con l’ambiente, in un continuo scambio tra i dispositivi creati e lo spettatore. Con l’installazione “Scenario”, ha rappresentato il Portogallo alla Biennale di Venezia (2011). Tra le altre partecipazioni si segnala la Biennale di Istanbul (2011), Manifesta (2000), la Biennale di Melbourne (1999) e la Biennale di San Paolo (1998). Nel 2008 ha realizzato “Gigante”, una performance al Palais de Tokyo di Parigi. Lo scorso anno è stato residente all’atelier Calder a Saché in Francia. 

GRANDE SUCCESSO PER LA MOSTRA BRUEGHEL A BOLOGNA

  
Pieter Brueghel il Giovane, Danza nuziale allʼaperto, 1610 ca. Olio su tavola, 74,2x94 cm. Collezione privata, U.S.A

Un altro grande successo per Bologna e Arthemisia Group:la mostra “Brueghel. 
Capolavori dell’arte fiamminga” chiude con 168.908 visitatori superando le migliori aspettative



Bologna si conferma “città delle mostre”; grazie anche agli investimenti di Arthemisia, che ha creduto e continua a credere nel capoluogo emiliano, Bologna si attesta sempre più come epicentro culturale italiano, richiamando visitatori da ogni parte di Italia e del mondo.

Mentre continua con successo e numeri crescenti la mostra “Egitto. Splendore millenario”, frutto della collaborazione tra il Comune di Bologna e Arthemisia Group, tra pochi giorni due nuove mostre apriranno i battenti a Bologna: “Street Art. Banksy & Co.” a Palazzo Pepoli e “Edward Hopper” a Palazzo Fava.

Realizzate con una sinergica e forte cooperazione tra Genus Bononaie e Arthemisia, in collaborazione con il Comune di Bologna per ciò che concerne la grande retrospettiva su Hopper, con queste due nuove proposte la città avrà un’offerta culturale senza uguali: una grande mostra archeologica, una mostra per i giovani e per tutti quelli che guardano al futuro dell’arte, e una mostra iconica sul pittore americano più noto del XX Secolo. Difficile chiedere di più.

SNIFF SNIFF AFTERNOON

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Lawrence Alma Tadema, The Roses of Heliogabalus, 1888, 213,4x131,8cm

Giovedì 10 Marzo 2016 | dalle 18 alle 22

Dream Factory Club presenta "Sniff Sniff Afternoon"
nel nuovo Giardino d'Inverno "Oscar Wilde" di Cagis
 
Un Perfume Coach vi guiderà nella creazione del Vostro profumo personalizzato, unico come un'opera d'arte un pomeriggio d’altri tempi degustando champagne, franciacorta saten, tè, caffè, cioccolato e macarons.
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ROMA MUSEI CAPITOLINI : MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA.

CAMPIDOGLIO.
MITO, MEMORIA, ARCHEOLOGIA
1 marzo - 19 giugno 2016
Musei Capitolini

Frammento di antefissa,
testa di figura femminile
terracotta dipinta
Musei Capitolini 
Rari documenti d’archivio, dipinti, incisioni, sculture e inediti reperti archeologici
per narrare le trasformazioni urbanistiche del Campidoglio, cuore religioso e civile di Roma antica, da dove William Turner dipinse Modern Rome. Campo Vaccino, eccezionalmente in prestito dal Getty Museum, e per la prima volta esposto a Roma.

Nessun luogo a Roma, forse, raccoglie in sé un insieme di suggestioni, storie e leggende pari al Campidoglio. Uno degli artisti più celebri ad averne subito il fascino fu William Turner che nel 1839, circa 10 anni dopo il suo ultimo viaggio a Roma, dipinse “Modern Rome – Campo Vaccino” rappresentando la città eterna immersa in un velo di memoria, tra chiese barocche e antiche rovine che si dissolvono in una luce crescente generata dal tramonto. Un’opera di grande suggestione che sarà esposta per la prima volta a Roma grazie ad un importante prestito del Getty Museum e che sarà il punto di partenza della mostra “Campidoglio. Mito, memoria, archeologia” ospitata dai Musei Capitolini dal 1 marzo al 19 giugno 2016.

Modern Rome. Campo vaccino,
J. M. W. Turner
1839
 J. Paul Getty Museum, Los Angeles

Accanto all’opera di Turner saranno esposti tre plastici del Campidoglio, recentemente recuperati e poco noti al grande pubblico, un ricco apparato scientifico-documentario e diverse opere precedenti e contemporanee a quella di Turner che raccontano la suggestione poetica suscitata dal Campidoglio fino all’inizio del XIX secolo: basti citare le bellissime vedute di Giovan Battista Piranesi e Filippo Juvarra.

Fotografo non identificato
Via della Consolazione: interno fabbricato prima delle demolizioni
1931
Gelatina bromuro d’argento
Museo di Roma, Archivio Fotografico

Partendo così dalla visione mitica e romantica (sezione 1) si esaminerà il percorso storico-urbanistico del Campidoglio (in particolare del versante sud) che dalla fine del Settecento ai nostri giorni è profondamente mutato, fino a divenire sede dell’amministrazione capitolina.

Mostra
Campidoglio. Mito, memoria, archeologia
Dove

Musei Capitolini
Date

1 marzo– 19 giugno 2016

Orari
Tutti i giorni 9.30 – 19.30. La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
Intero € 14 biglietto integrato Mostra + Museo
Ridotto € 12 biglietto integrato Mostra + Museo
Gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Info

Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 - 21.00)

Sono previsti percorsi didattici e laboratori per scuole e pubblico.

#Musei capitolini
#Roma

27 febbraio 2016

PALERMO INTITOLA UNA VIA AD ENZO ED ELVIRA SELLERIO



Palermo intitola una via a Enzo ed Elvira Sellerio

Domenica 28 febbraio l’Amministrazione Comunale di Palermo intitolerà a Enzo ed Elvira Sellerio il tratto di via Siracusa dove ha sede la casa editrice.


Nel 1969 Enzo ed Elvira diedero vita a una delle imprese culturali più importanti del Paese.

Dal primo volume dato alle stampe a oggi, il nome dell’editore in copertina è accompagnato dal nome della città: Sellerio editore Palermo. Questa firma sugli storici libri blu non è solo un segno distintivo, un marchio di appartenenza al territorio, è soprattutto il punto d’inizio di quel progetto editoriale che negli anni ha accompagnato le letture degli italiani: una casa editrice periferica e interessata alle periferie, una specie di provincia dell’anima. Non una nicchia, ma un soggetto. 

Oggi quell’idea è diventata una delle più influenti case editrici italiane. Avvalendosi della collaborazione di Leonardo Sciascia, ha lanciato Bufalino, Tabucchi e Camilleri, ha consegnato il romanzo poliziesco, scostandolo dal novero del genere, al mondo della letteratura, ha fatto conoscere in Italia scrittori provenienti dai paesi più lontani, ha inventato un formato editoriale unico e insuperato, quello de «La memoria», ha proposto e continua a proporre generazioni di scrittori di successo, come per esempio Balzano, Giménez-Bartlett, Fontana, Malvaldi, Manzini, Molesini.

Via Siracusa non è stata solamente la via che ha visto nascere e crescere la casa editrice. In questo tratto di strada, a qualche decina di metri dalla sede della Sellerio, Enzo ed Elvira hanno vissuto. Le loro abitazioni distano pochi passi dal lavoro. 

Questa porzione di città oggi racchiude il mondo Sellerio, la casa editrice, le case dei fondatori e i magazzini editoriali. 

Il Sindaco Leoluca Orlando, a nome della città di Palermo, celebrerà l’opera di Enzo ed Elvira, intitolando a loro nome i luoghi dove hanno vissuto e operato.
Dal 28 febbraio il tratto di via Siracusa che va da via principe di Villafranca a via Sammartino si chiamerà via Enzo ed Elvira Sellerio.

La cerimonia avrà luogo domenica 28 febbraio alle ore 10:30 davanti alla casa editrice al civico 50, alla presenza del Sindaco di Palermo, di Olivia e Antonio Sellerio. Parteciperanno gli autori della casa editrice, gli amici e quanti vorranno essere presenti a questo momento. Tra gli scrittori presenti: Maria Attanasio, Giosuè Calaciura, Davide Camarrone, Gian Mauro Costa, Lodovico Festa, Giorgio Fontana, Daria Galateria, Alessandra Lavagnino, Salvatore Silvano Nigro, Santo Piazzese, Francesco Recami, Giuseppe Scaraffia, Domenico Seminerio, Marco Steiner, Nino Vetri, Piero Violante.

Dopo la cerimonia, la banda accompagnerà il corteo fino al teatro Politeama dove alle ore 11:30 si svolgerà un ricordo di Enzo ed Elvira Sellerio con filmati d’archivio e letture svolte da  Anna Bonaiuto e Luigi Diberti.
La cittadinanza è invitata. Quanti avessero piacere di partecipare all’incontro al Politeama, giovedì e venerdì potranno ritirare l’invito fino a esaurimento posti presso la casa editrice in via Siracusa 50.

PER I 125 ANNI DEL MEYER DI FIRENZE, UN FRANCOBOLLO DISEGNATO DA TULLIO PERICOLI

UN FRANCOBOLLO DISEGNATO DA TULLIO 

PERICOLI

PER CELEBRARE I 125 ANNI DI STORIA DEL 

MEYER



Firenze – Gli occhi gioiosi di un bambino che guardano, dal basso verso l’alto, il Meyer, con il suo simbolo e la sua lunga storia: è questa l’immagine, semplice e coloratissima, che campeggia sul francobollo emesso per celebrare i 125 anni dell’Ospedale pediatrico fiorentino. Il disegno, che in pochi inconfondibili tratti coglie tutta l’essenza di questa struttura da sempre dedicata ai più piccoli, porta la firma di Tullio Pericoli ed è la prima volta che il grande illustratore presta la sua matita, e il suo estro, per realizzare un francobollo per lo Stato italiano. Il fatto che il Ministero dello Sviluppo Economico, autorità emittente delle carte-valori postali dello Stato, abbia voluto dedicare al Meyer un francobollo (appartenente alla serie tematica le “Eccellenze del Sapere”) rappresenta un importante riconoscimento per l’ospedale pediatrico fiorentino e la sua storia. La presentazione del prodotto filatelico, alla presenza dei rappresentanti istituzionali, è la prima di una serie di iniziative in programma per celebrare questa importante ricorrenza. Tra gli eventi più attesi, la festa di sabato 27 febbraio, un Open Day tutto dedicato ai bambini e alle famiglie, con tanti incontri, spettacoli e laboratori. (Per informazioni sul programma: www.meyerperamico.it). Tra le tante iniziative per ripercorrere questa carrellata di storia, una emozionante mostra fotografica allestita all'interno dell'ospedale: protagoniste saranno le immagini d'epoca concesse dall’Archivio di Stato di Firenze e dall'Archivio storico Foto Locchi che, con il suo patrimonio di 5 milioni di immagini, rappresenta un punto di riferimento di livello internazionale per chi vuole conoscere il passato di Firenze e della Toscana.

La storia del Meyer. Correva l’anno 1891 quando, nelle case delle famiglie fiorentine più illustri, fu recapitato il biglietto di invito alla cerimonia di inaugurazione dello Spedale dei Bambini Anna Meyer. La data dell’evento era stata fissata per il 19 febbraio: i primi cinque piccoli pazienti sarebbero arrivati quattro giorni dopo, dando il via a un’esperienza pressoché unica in Europa. Nell’arco di poche settimane, l’ospedale - una delle prima strutture esclusivamente dedicate alla cura dei bambini - cominciò a funzionare a pieno regime, proiettando la città di Firenze nel panorama delle realtà più avanzate nell’ambito della pediatria. In più di un secolo di storia, il Meyer non ha mai tradito la sua vocazione di struttura all’avanguardia nell’ambito delle cure dedicate ai bambini: oggi, quello che i fiorentini chiamarono affettuosamente l’ospedalino, si è confermato un centro di livello internazionale per la cura, la ricerca e l’assistenza dedicate ai più piccoli. La storia  di quest’ospedale nasce sostanzialmente come un atto di amore e di altruismo:





quello che il commendatore Giovanni Meyer – un nobile di origine russa – volle dedicare alla memoria della moglie, scomparsa in giovane età. Anna Meyer, una donna di profonda sensibilità, era rimasta sconvolta nel constatare come i bambini malati venissero trattati nello stesso modo riservato agli adulti, senza alcuna distinzione né rispetto per le loro particolari esigenze. Di qui, la decisione del marito di creare un centro solo per loro. In questa struttura sono state scritte pagine importantissime della pediatria italiana e non solo. Quelle che ancora oggi, gli operatori del Meyer continuano a scrivere quotidianamente.

LA CULTURA MOTORE DI SVILUPPO SOCIALE ED ECONOMICO

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L' Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Dipartimento di Giurisprudenza
presenta il Convegno
Dieci anni di Impresa e Cultura
La cultura come motore di sviluppo economico e sociale


Lunedì 29 febbraio 2016, ore 14.00 – 19.30
Teatro Raffaello Sanzio – Urbino
Lunedì 29 febbraio 2016 il Teatro Raffaello Sanzio di Urbino ospiterà il convegno Dieci anni di Impresa e Cultura. La cultura come motore di sviluppo economico e sociale, parte di un progetto partito nel 2005 da un’idea di Elisabetta Righini, docente di Diritto commerciale dell’Università di Urbino Carlo Bo esperta di mercati finanziari e responsabile scientifico del progetto, e di Felicia Bongiovanni, soprano, che del progetto è direttore artistico.

Organizzato nell'ambito delle attività del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Urbino Carlo Bo, Il convegno si propone di indagare le relazioni e le feconde contaminazioni tra la sfera culturale e quella imprenditoriale. L'obiettivo è di dare risalto all'arricchimento in termini di immaginazione, pensiero laterale, stimolo ed afflato creativo che le Arti, le Scienze e la Cultura in generale possono determinare nelle strategie aziendali, con immediate ricadute in termini di produttività, competitività e sviluppo sociale equo-sostenibile del territorio, in un rapporto bilaterale di reciproca, feconda collaborazione, nell'ottica di una “umanizzazione” dell'economia.


Impresa e cultura è un progetto innovativo, nato inizialmente in collaborazione con la società di ricerca NOMISMA a Bologna e sorto dall’esigenza di riflettere sulla diffusione della cultura e sulle sue declinazioni in campo economico e sociale, che nei suoi primi dieci anni ha coinvolto personalità del mondo della politica, dello spettacolo dell’economia, dell’arte, della musica, dello sport come Vittorio Prodi, Angelo Gugliemi, Carlo Maria Badini, Pierluigi Stefanini, Claudio Sabatini, Vittorio Franceschi, Vito, Giorgio Comaschi, Andrea Mingardi, Sergio Cofferati, Alberto Zedda, Gianfranco Mariotti, Teatro Comunale di Bologna, Lottomatica, Eni.

Il convegno del 29 febbraio cade in una data molto particolare di un anno bisestile, in cui ricorre il 224mo anniversario della nascita di Rossini e il bicentenario del Barbiere di Siviglia, opera per la quale Felicia Bongiovanni, che già nel 2000 aveva frequentato come uditrice l’Accademia Rossiniana di  Alberto Zedda, è attualmente impegnata sul palcoscenico del Teatro della Fortuna di Fano. Tra le arie che il soprano eseguirà per l'occasione, accompagnata al pianoforte dal maestro Lorenzo Bavaj (collaboratore di lunga data del tenore José Carreras), e che faranno da contrappunto musicale agli interventi dei relatori, ci sarà anche Una voce poco fa, proprio pensata in omaggio al Barbiere di Rossini, alla cui edizione del ROF 2014 Felicia Bongiovanni ha contribuito al successo, guadagnandosi molti plausi di pubblico e di critica. Fra le eccellenze provenienti dal mondo musicale, dopo le partecipazioni degli scorsi anni del Rossini Opera Festival e del Teatro Comunale di Bologna, quest’anno al convegno parteciperà il Sovrintendente del Macerata Opera Festival Luciano Messi.

Insieme all’aspetto culturale, il convegno esplora contemporaneamente l’ambito economico, a partire dalla presenza della responsabile del progetto Elisabetta Righini (che introdurrà i lavori),  Professore  di Diritto Commerciale e Diritto del Commercio e dei Mercati Finanziari dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo,  e autrice di numerose pubblicazioni su materie giuridiche, di cui l’ultima (Behavioural Law and Economics. Profili di policy, assetti normativi  e di vigilanza Edizioni Franco Angeli ) riguardante gli errori del mercato derivanti dai comportamenti degli investitori, trattando in sinergia tematiche quali il diritto e la psicologia economica.

Dieci anni di Impresa e Cultura. La cultura come motore di sviluppo economico e sociale vedrà la partecipazione di relatori provenienti dal mondo imprenditoriale. Tra questi, Salvatore Giordano (Direttore generale Confindustria Pesaro Urbino), Gianluca Carrabs (Presidente Associazione Mondo IES), Oda Costa (Eventi, Progetti, Iniziative Editoriali Monrif Group), Pierluigi Gianquitto (tesoriere FICLU UNESCO), Fulvia Tombolini (Fulvia Tombolini, Vigne e Vini dal 1921), Carlo Paoloni (Partner Stern Stewart & Co.), Emanuela Scavolini (Vicepresidente Scavolini S.p.a., Presidente Fondazione Scavolini), Alessandro Marcucci Pinoli di Valfesina (Vip Hotels), Francesco Bernardi (Presidente Illumia S.p.a.).
Numerosi, infine, docenti dell’Università di Urbino Carlo Bo, a partire dal Rettore Prof. Vilberto Stocchi, Giorgio Calcagnini (Prorettore Vicario), Paolo Pascucci (Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza), Giuseppe Giliberti (Coordinatore  della Scuola di Giurisprudenza), Thomas Tassani, Francesca Cesaroni e Silvia Cecchini.
Non mancano, fra le eccellenze italiane nel mondo, personalità della cultura sportiva, rappresentate in questo caso dall’Onorevole Valentina Vezzali, campionessa olimpionica di scherma, con la sua eccezionale partecipazione.
Modererà Stefano Sassi, caporedattore TG2 RAI Economia e Direttore di Arturismo