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17 marzo 2016

SPAZIO A | Francesco GURRIERI ospite del ciclo CONTAMINAZIONI

SPaZIO A
FIRENZE | ITALIA
Venerdì 18 marzo, ore 17.30
‘CONTAMINAZIONI’
Francesco Gurrieri
Arch. Francesco Guerrieri

Le stazioni a Firenze prima di Santa Maria Novella

L’incontro di questa settimana sarà la l’inaugurazione della Biblioteca Nazionale e della nuova Stazione ferroviaria, entrambe nel 1935. Alle ore 17.30 l’architetto Francesco Gurrieri terrà la conferenza “Le stazioni di Firenze prima di Santa Maria Novella”.
Stazioni di Firenze

Nella seconda meta dell'Ottocento le stazioni costituivano il simbolo più evidente del proficuo rapporto fra scienza, tecnologia e arte. Presentavano un aspetto architettonico molto curato, che talvolta richiamava nell'insieme la struttura delle basiliche, ma molto spesso costituirono anche un notevole problema urbanistico, sia per la loro novità sia per la loro ubicazione nel tessuto urbano. La stazione Maria Antonia, per esempio, intitolata alla granduchessa e inaugurata il 3 febbraio 1848, era situata all'interno delle mura cittadine, alle spalle della chiesa di Santa Maria Novella, rappresentando dunque una "nuova porta" della citta. Era costituita da vari corpi separati dei quali quello centrale, con struttura a capanna, presentava sulla facciata quattro grandi archi a tutto sesto, che consentivano la veduta dall'interno all'esterno e viceversa, quasi per indicare lo stretto rapporto fra la stazione e la citta. Dotata di quattro binari, era il punto di partenza della Strada Ferrata Firenze-Prato-Pistoia. Nello stesso anno fu inaugurata anche l'altra stazione fiorentina, la "Leopolda", fortemente voluta dal granduca per collegare Firenze con l’importante porto di Livorno. E di poco più tarda è la stazione “Ferdinanda”, che univa Firenze con Arezzo (e in seguito con lo Stato Pontificio) e che si trovava subito fuori le mura, in prossimità di Porta alla Croce, oggi piazza Beccaria.
Dopo l'Unita d'Italia la Stazione Maria Antonia 
Stazione Maria Antonia
fu chiamata più semplicemente Santa Maria Novella e nel 1930 fu abbattuta per far posto all'attuale stazione.

Francesco Gurrieri è professore ordinario di Restauro dei Monumenti dell’Università di Firenze, Architetto, è fra i più attenti protagonisti del dibattito nazionale e internazionale sui non facili problemi della conservazione dei beni culturali e ambientali. La sua preparazione tecnica ed umanistica, con alle spalle un esercizio operativo di grande stimolo culturale nell’Amministrazione delle Belle Arti, ne fanno un interlocutore primario delle discipline e della ricerca tecnologica applicata nel campo della conservazione. È il caposcuola delle tecniche di microconsolidamento nell’edilizia e nel restauro (1973). È stato Preside della Facoltà di Architettura di Firenze negli anni 1995-2000 e Preside dell’Università Internazionale dell’Arte di Firenze nel 2006.

CONTAMINAZIONI
Gli appuntamenti del mese prossimo
venerdì 25 marzo
chiusura
venerdì 1 aprile
ore 17.30
incontro con Manuel Gausa
architetto
venerdì 8 aprile
ore 17.30
incontro con Martino Marangoni e Giovanni Hanninen

Informazioni
Spazio A
lungarno Benveuto Cellini 13a, 50125 Firenze
Tel. + 39 366 8605159 - e.mail info@spazioafirenze.it - www.spazioafirenze.it

#francescoguerrieri
#firenze
#architettura
#stazionesantamarianovella

16 marzo 2016

IL GIRO DELL'OCCHIO DI PIERGIORGIO BRANZI

  
IL GIRO DELL’OCCHIO
Presentazione del libro di Piergiorgio Branzi
con Michele Smargiassi
a

Sabato 20 marzo 2016 ore 15
Officina 1- Garage
Auditorium Parco della Musica di Roma


Potrà sembrare un’affermazione azzardata ma, a mio giudizio, fotografare è un’operazione compromettente. Compromettente perché quel fondo di bicchiere che conosciamo, e che capta quel lampo di luce che racchiude un frammento di realtà, è rivolto verso l’esterno, ma l’immagine proviene dal nostro intimo più profondo e nascosto: e ci racconta e ci smaschera.
Piergiorgio Branzi

Il 20 marzo 2016 alle ore 15 presso l’Officina 1 del Garage dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, si terrà la presentazione di Il giro dell’occhio, nell’ambito della VII edizione di Libri Come. Il libro, pubblicato da Contrasto, raccoglie le fotografie di Piergiorgio Branzi realizzate in più di cinquanta anni di sguardi sul mondo, anni di “osservazioni attive” di un grande interprete del nostro tempo. Insieme all’autore interverrà Michele Smargiassi. Nel corso della presentazione si ragionerà di come le immagini di Piergiorgio Branzi si intrecciano con le riflessioni, i ragionamenti e i ricordi di una stagione importante della fotografia e della cultura italiana. Un insieme di temi che accompagna il racconto di una vita piena di meraviglie e di scoperte.
Il volume, introdotto da un contributo di Alessandra Mauro e da un saggio di Branzi stesso in cui l’autore descrive il proprio rapporto con i “linguaggi dell’immagine”, è diviso in sei sezioni, che corrispondono ai diversi luoghi che l’autore ha fotografato nel corso degli anni. Ogni sezione è introdotta da un suo breve testo. Ed ecco che, pagina dopo pagina, il libro ci guida lungo una strada che si avrà modo di percorrere durante la presentazione. Si va infatti dalle foto in bianco e nero degli anni Cinquanta realizzate nella sua Toscana (Chiaroscuro toscano) alle immagini che danno conto di uno sguardo complessivo sulla Penisola (Scoperta dell’Italia), fino ad arrivare alle fotografie che riguardano il Mediterraneo, per passare poi a Mosca dove Branzi ha vissuto cinque anni in quanto inviato per la Rai, e Parigi. Il libro si chiude con la sezione Le forme, che contiene l’ultima produzione del fotografo, quella più sperimentale, e una breve nota autobiografica.
Il giro dell’occhio in cui ci conduce Piergiorgio Branzi con le sue fotografie è allora un turbine d’immagini e memorie, di ricordi, impressioni e scelte meditate. Di osservazioni coerenti in cui lo sguardo è sempre pronto a percorrere il mondo, tracciare e nominare la visione di profili di terre e di pietre. Una serie di vedute e “rivedute” che comunicano la stessa esperienza esistenziale dell’autore, il suo respiro. Quello di un corpo profondamente attento, lieto di continuare a vivere di meraviglia e di osservazione.
Alessandra Mauro
Piergiorgio Branzi nasce a Signa, Firenze, nel 1928. La sua attività di fotografo comincia nei primi anni ’50, periodo in cui conosce Vincenzo Balocchi, uno dei membri del gruppo La Bussola, un’associazione di fotografi creata nel 1947 con l’obiettivo di promuovere la fotografia come arte dal punto di vista professionale e non solo documentario. Nel maggio del 1953, Branzi espone per la prima volta nell’ambito della “Mostra della Fotografia Italiana”, presso la Galleria della Vigna Nuova a Firenze, e a partire dall’autunno di quello stesso anno si dedica sempre di più alla fotografia, partecipando alle principali esposizioni italiane e vincendo numerosi concorsi tra il 1955 e il 1957. Intraprende lunghi viaggi in motocicletta e in auto attraverso l’Italia e la Spagna, raccontando in immagini la vita quotidiana dei paesi che attraversa, rielaborando in modo originale la lezione di Henri Cartier-Bresson. Dopo una collaborazione con Il Mondo di Mario Pannunzio, nel 1960 viene assunto alla Rai e intraprende la carriera di giornalista che, di fatto, rallenterà la sua produzione fotografica. Come inviato della Rai, e su incarico di Enzo Biagi, si trasferisce a Mosca per circa cinque anni e diventa il primo corrispondente occidentale nella Russia di oltrecortina; dal 1966 al 1969 sarà, invece, corrispondente da Parigi. Nel 1969 torna in Italia, a Roma, per assumere l'incarico di commentatore del telegiornale.  Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre dedicate alla fotografia italiana del Novecento (tra queste anche l’importante “ItalianMetamorphosis” al Guggenheim Museum di New York), di cui è considerato uno degli indiscussi maestri.

DATI TECNICI LIBRO
Formato: 24,2x 28,4 cm
Pagine: 240
Fotografie: 200 in b/n e
Confezione: cartonato
Prezzo: 49 euro

#libri
#libricome
#piergiorgiobranzi
#fotografia

LA STORIA E L'ARTE a cura di STEFANO ZUFFI

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AL MUSEO DIOCESANO DI MILANO
DA MERCOLEDÌ 16 MARZO 2016
TORNA IL CICLO D’INCONTRI
LA STORIA e L'ARTE
A cura di STEFANO ZUFFI
Al Museo Diocesano di Milano, mercoledì 16 marzo 2016, alle ore 17.30, parte il ciclo primaverile d’incontri La storia e l'arte a cura di Stefano Zuffi.
Questa serie d’appuntamenti si concentrerà su un periodo che da Giotto giunge fino all’epoca tardo gotica in Italia e in Europa, una stagione straordinaria, ricca di esperimenti, di slanci, di emozioni.
Proprietà distintiva delle otto lezioni - che si terranno di mercoledì, fino al 18 maggio, nella Sala dell’Arciconfraternita - sta nell’inquadrare l’analisi dell’architettura e delle arti figurative all’interno dello scenario storico preso in esame, approfondendo le figure di quei personaggi che ne hanno segnato il percorso culturale.
Il costo di ogni singola lezione è di 10 €; l’abbonamento a 8 lezioni è di 65 €.
Questo il calendario:
mercoledì 16 marzo
Gli esordi del gotico
mercoledì 23 marzo
La svolta del Duecento
mercoledì 30 marzo
Giotto. Una rivoluzione che arriva fino a noi
mercoledì 20 aprile
Le scuole artistiche del primo Trecento
mercoledì 27 aprile
L'epoca delle signorie
mercoledì 4 maggio
Il gotico internazionale
mercoledì 11 maggio
Intorno all'anno 1400
mercoledì 18 maggio
Pisanello. Fine di un mondo
Ciclo di incontri
LA STORIA E L’ARTE
a cura di Stefano Zuffi
Museo Diocesano di Milano - Sala dell’Arciconfraternita (Milano, c.so Porta Ticinese 95)

Informazioni e prenotazioni: tel. 02.89420019; info.biglietteria@museodiocesano.it

#storia
#arte
#museodiocesano
#stefanozuffi

TURI SIMETI A NEW YORK DA SCARAMOUCHE

In collaboration with Rosai Ugolini Modern, 
we're delighted to invite you to the exhibition

Turi Simeti "Zero Gravity"
Turi_Simeti_tondoblu
Image: Turi Simeti, Superficie blu con tondo, 1989, acrylic on shaped canvas, 24.2 x 77.3 in.
Turi Simeti
"Zero Gravity"
Exhibition Dates:   March 12 - May 28, 2016
Opening Reception:   Friday, March 18,  6 - 8 pm
48 Orchard Street, New York, NY

Rosai Ugolini Modern is pleased to present "Zero Gravity", a solo exhibition by Turi Simeti. Continuing its program of showcasing preeminent Italian art, the gallery's third exhibition is dedicated to a  cornerstone of  the European  Minimalist  movement. With works spanning from the Sixties  to  the  present, the show represents  the  first  New  York   retrospective  of  Simeti's monochromatic shaped canvases.

Since his earliest works, Simeti disturbed the placid regularity of the canvas's surface through the application of elements in relief that act as a support for three-dimensionality. His cohesive, aesthetic-formal research brought him to the rigorous choice of monochromatism, and to modulate both the surface and shape of the canvas. By inserting oval (and later, circular) forms into the back of the canvas, Simeti succeeds in articulating the plasticity of the work and determines its pictorial elements. The artist renders visible a series of lights and shadows contained within the intensity of color, a sign of a vivid presence on the canvas's flexed surface. In one of the exhibition's historical pieces, Un ovale verde, executed in 1967, a prominent oval accentuates the acrylic's light and objectifies the shadows, transforming them from ephemeral projections.

Simeti orchestrates successions of elliptical forms with impeccable modularity. Some of the forms emerge delicately from the fullness of color, hinting at a myriad of tones, such as in the work Un ovale nero from 1973, where the imperceptible oval shape tacitly glides on a black surface. Others come forth from the canvas, expanding and multiplying as in the 2013 piece Otto ovali bianchi; Here, the emerging and plunging cadence of the ovals becomes a continuum of autonomous yet related elements, each illuminating the other by way of their own three-dimensionality. Elliptical geometries gravitate in Simeti's system of composition: the color expands and the canvas embraces an ethereal concreteness. Suspended, the forms attempt to liberate themselves from the space created by their own presence. In the 1989 work Superficie blu con tondo, the tactile evanescence of an imposing circular shape looms on the surface with a tense and insoluble calm. By their very nature, the archetypical forms of the circle and ellipse bring his works closer to a timeless dimension, beckoning them towards the eternal.

Turi Simeti (Alcamo, Italy, 1929)
After passing his youth in Sicily, Simeti moved to Rome at 30 years old.

14 marzo 2016

"LA BELLE AU BOIS DORMANT"


Ancora dedicato al barocco il prossimo appuntamento della
STAGIONE DI DANZA del BALLETTO TEATRO DI TORINO
alla LAVANDERIA A VAPORE di COLLEGNO
MARTEDI' 15 MARZO 2016 – h.21
prima nazionale
Dopo "Ba-Rock" la nuova creazione del BTT, ancora musica barocca per il prossimo appuntamento in arrivo da Parigi e presentato per la prima volta in Italia. 
"LA BELLA ADDORMENTATA - Da Lully  a Mozart" nella insolita rilettura che ne da Béatrice Massin per la sua compagnia Fetes Galantes, va in scena martedì 15 marzo, alle 21, per il nono appuntamento della Stagione del Balletto Teatro di Torino.
COMPAGNIE FETES GALANTES
presenta
LA BELLE AU BOIS DORMANT

_©FRANÇOIS STEMMER

Idea e coreografia Béatrice Massin
Musiche Jean-Baptiste Lully, Marin Marais, Elisabeth Jacquet del la Guerre, Leopold Mozart, Wolfgang Amadeus Mozart
Luci Evelyne Rubert
Costumi Clémentine Monsaingeon
Regia Thierry Charlier
Interpreti Olivier Bioret, Corentin Lo Flohic e Marie Tassin nel ruolo de la “Bella”
Con “La Belle Au Bois Dormant” la Compagnia Fetes Galantes, propone un viaggio musicale nel tempo. Questa Bella, che si addormenta “chez Lully” e si risveglia all’epoca di Mozart, propone una rilettura attuale dei racconti di Perrault, autore  eminentemente Barocco.
Lo spettacolo ripropone tutta la magia temporale della danza barocca, dal repertorio del XVII  secolo ai giorni nostri.
Fin dal suo debutto, la compagnia Fetes Galantes pone sullo stesso piano il lavoro di creazione e quello di scoperta della ricchezza della danza barocca.
“E’ con un trio di tre giovani danzatori che ho creato questa Bella che si rifà danza barocca nella prima parte, mentre la seconda è costruita utilizzando la loro tonicità e il loro dinamismo. Il tutto crea uno spettacolo energico e dinamico, molto distante dall’idea romantica che si ha del racconto di Perrault.
Tutti i racconti di Perrault sono terreno fertile dove ritrovare narrazione e la meraviglia insita in ogni fiaba. La scelta “Belle au bois dormant” è stata naturale, poiché secondo me, tra i molti scritti dell’autore, è il racconto che lascia maggiormente spazio all’immaginazione dello spettatore.”
Béatrice Massin
La Stagione trova spazio, all’interno delle attività previste dalla Fondazione Piemonte dal Vivo alla Lavanderia a Vapore di Collegno ed è sostenuta dal Mibact, dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRT, con il determinante contributo della Compagnia di San Paolo.
La Stagione trova spazio, all’interno delle attività previste dalla Fondazione Piemonte dal Vivo alla Lavanderia a Vapore di Collegno ed è sostenuta dal Mibact, dalla Regione Piemonte, dalla Fondazione CRT, con il determinante contributo della Compagnia di San Paolo.

INFO E PRENOTAZIONI
PREZZI: 15 € intero, 12 € ridotto
Biglietti acquistabili sul sito www.vivaticket.it / Presso il Teatro Astra - TPE Teatro Piemonte Europa di Torino (via Rosolino Pilo, 6 Torino) e InfoPiemonte (p.zza Castello, Torino)
 
LAVANDERIA A VAPORE, Corso Pastrengo 51 10093 COLLEGNO (TO) 
 
TEL. +39.011.4033800
MM Fermi + BUS 33-C01-37 fermata PASTRENGO NORD
E’ previsto un servizio navetta gratuito per la Lavanderia a Vapore in partenza dalla stazione “Fermi” della linea metropolitana nelle serate di spettacolo.

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LA CAMERA DI VETRO : NUOVO ALLESTIMENTO A PALAZZO MADAMA



LA CAMERA DI VETRO
Un nuovo allestimento per Palazzo Madama
Inaugurazione: Venerdì 18 Marzo 2016 ore 17.30


Palazzo Madama

Piazza Castello, Torino
Per informazioni:
tel.+39 011 443 3501
palazzomadama@fondazionetorinomusei.it
www.palazzomadamatorino.it


 

DAL 24 MARZO IN LIBRERIA UN ROMANZO CINESE DEL XIX SECOLO

O barra O edizioni

Dal 24 marzo in libreria

Li Ruzhen
Romanzo cinese del XIX secolo

Scritto nei primi anni del XIX secolo, Destini dei fiori nello specchio è considerato l’ultimo grande classico dell’epoca imperiale cinese. Il romanzo, unica opera del filologo e insigne linguista Li Ruzhen, è qui presentato per la prima volta in Italia nei suoi primi 40 capitoli che ne costituiscono la parte di maggior interesse.
Complesso gioco letterario costruito come un divertissement, il testo si snoda su molteplici piani: il mondo ultraterreno, l’Impero Celeste dell’epoca Tang (VII-X secolo d.C.) e i paesi d’oltremare.
La vicenda ha inizio quando la dispotica Imperatrice Wu Zetian ordina a tutti i fiori dei giardini imperiali di sbocciare in pieno inverno. Le Fate dei Fiori acconsentono, contravvenendo alle leggi celesti, e vengono così condannate a “scendere nella polvere rossa”, ovvero a incarnarsi come esseri mortali sulla Terra. I loro destini si incroceranno con quello di Tang Ao, funzionario imperiale che, degradato al rango inferiore di xiucai per le sue sovversive amicizie, decide di abbandonare la carriera accademica e intraprendere un lungo viaggio per mare alla ricerca dell’immortalità.
Elementi fantastici e storici si intrecciano in una narrazione ricca di influenze taoiste, buddiste e confuciane dando vita a una grande celebrazione della cultura cinese in tutte le sue espressioni.

Collana: in-Oriente
Genere: Romanzo/Cina
Traduzione e cura: Donatella Guida
Pagine: 544
Formato: 12,5x20,5 cm
Prezzo: Euro 19,50
ISBN 978-88-69680-01-4

Li Ruzhen (1763-1830) figlio di funzionari, agli esami imperiali supera soltanto la fase di qualificazione, e con il titolo di xiucai, “talento fiorito”, può ricoprire unicamente incarichi subordinati. Trascorre la maggior parte della vita al seguito del fratello maggiore Li Ruhuang, Commissario per il sale a Haizhou. La consapevolezza di non poter ambire a una carriera da alto funzionario lo spinge a dedicarsi alla scrittura e all’erudizione. Diviene un grande esperto in filologia, astrologia, medicina, matematica, musica, retorica, poesia, calligrafia e pittura. Alla stesura dei Destini dei fiori nello specchio dedicherà dieci anni, portando a compimento l’opera poco prima della morte. 

RIAPRE DOPO 50 ANNI LA CRIPTA DEL SANTO SEPOLCRO

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MILANO - VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA

DOPO CINQUANT’ANNI RIAPRE
LA CRIPTA DELLA CHIESA DEL SANTO SEPOLCRO

Dopo cinquant’anni, ritorna a essere patrimonio della comunità, la cripta della chiesa del Santo Sepolcro, straordinario monumento artistico e archeologico nel cuore dell’antica Milano, vero fulcro della civitas romana che san Carlo Borromeo definiva l’ombelico della città e che Leonardo da Vinci, in una mappa del Codex Atlanticus, indicava come il vero mezzo di Milano, e attualmente compreso nell’area urbana, tra piazza Pio XI, piazza San Sepolcro e via della Zecca, è posta a fianco del complesso architettonico che comprende la Biblioteca Ambrosiana.
La prima fase dei lavori di intervento, iniziati all’inizio del 2015, su progetto di Gaetano Arricobene, hanno ricevuto il patrocinio e il contributo del MiBACT, il patrocinio e il contributo della Regione Lombardia, il contributo della Fondazione Cariplo.
Leonardo da Vinci, affascinato dalla bellezza e dal valore simbolico del sito, nel tracciare la sua pianta di Milano ‘a volo d’uccello’, prese come centro proprio il tempio di San Sepolcro.
La sua genesi risale al 1030 quando, un monetiere di Milano, di nome Rozzone, fece erigere sull’antico foro romano una chiesa che l’arcivescovo Ariberto d’Intimiano consacrò solennemente alla Santissima Trinità.
Dopo la riconquista di Gerusalemme, l’allora arcivescovo di Milano, Anselmo IV da Bovisio, il 15 luglio 1100, cambiò la dedicazione in chiesa del Santo Sepolcro.
A rafforzare questa titolazione è la presenza, fin dalla fondazione, nella sua parte sotterranea, della copia del sepolcro di Cristo, realizzata da un maestro campionese del primo Trecento, al cui interno, secondo la tradizione, venne posta la terra prelevata dai Crociati a Gerusalemme e altre reliquie provenienti dai luoghi santi.
Luogo di enorme sacralità, la cripta venne scelta da san Carlo Borromeo come personale luogo di preghiera, dove si recava ogni mercoledì e venerdì pomeriggio. 
In una delle nicchie si potrà ammirare una grande palma in rame, simbolo della sapienza, originariamente pensata come una fontana, fatta realizzare dal cardinale Federico Borromeo nel 1616 a Gian Andrea Biffi e Gerolamo Olivieri.
San Sepolcro è un luogo di devozione anche a santa Maria Maddalena che, secondo l’evangelista Giovanni, per prima scoprì, la mattina di pasqua, il sepolcro vuoto e ricevette la prima apparizione del Risorto. È infatti lei, in un affresco del 1300, purtroppo ormai evanescente, nel transetto di sinistra, a essere raffigurata a destra del Cristo trionfante, con il corpo velato dai lunghi capelli, mentre alla sinistra si nota una donna coronata, forse l’imperatrice sant’Elena, madre di Costantino, che ritrovò sul Calvario la vera croce del Signore.
La cripta fornirà inoltre ai visitatori di entrare in contatto con una delle testimonianze più antiche della storia della città. La pavimentazione, infatti, costituita da ampie lastre di pietra bianca molto resistente, detta ‘di Verona’, proviene dal lastricato dell’antico foro romano del IV secolo che rappresentava la piazza principale della civitas romana, dove si svolgevano le maggiori attività civili e religiose.
Per celebrare la riapertura, la cripta ospiterà l’esposizione in fac-simile del Telo sindonico, allestito in una teca climatizzata, appositamente creata da Lumen Center Italia.

CRIPTA DEL SANTO SEPOLCRO
Milano, piazza Santo Sepolcro
Orari: tutti i giorni, dalle 12.00 alle 20.00
Ingresso: € 10,00
Informazioni e prenotazioni: cripta@milantourismpoint.com


Veneranda Biblioteca Ambrosiana: tel. 02.806921

13 marzo 2016

Museo Diocesano di Milano | Laboratorio per famiglie RACCONTO DELLA PASQUA




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DOMENICA 13 MARZO 2016, ORE 15.30
AL MUSEO DIOCESANO DI MILANO
IL LABORATORIO PER FAMIGLIE
RACCONTO DELLA PASQUA
 
Domenica 13 marzo 2016, alle ore 15.30, il Museo Diocesano di Milano (corso di Porta Ticinese 95) ospita Racconto della Pasqua, uno speciale laboratorio, appositamente studiato per famiglie con bambini dai 6 ai 12 anni, per ripercorrere i momenti fondamentali della settimana pasquale.
Il workshop inizierà con una visita guidata, alla scoperta dei capolavori d’arte antica conservati nelle collezioni del Museo, cui seguirà un’attività dove i bambini realizzeranno uno dei dipinti, usando la tecnica della pittura a tempera, mescolando con l'uovo i pigmenti colorati, come avveniva nelle botteghe medioevali.
Il costo, comprensivo del biglietto d’ingresso è di € 10 per i bambini e di € 13 per gli adulti.
La durata del laboratorio è di 120 minuti.
Milano, marzo 2016
Laboratorio
RACCONTO DELLA PASQUA
Museo Diocesano di Milano (corso di Porta Ticinese 95)
Domenica 13 marzo 2016, ore 15.30
Info e prenotazioni:www.adartem.it; T. 02.6597728

Guido Curto è il nuovo Direttore di Palazzo Madama




GUIDO CURTO È IL NUOVO DIRETTORE
DI PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO D’ARTE ANTICA DI TORINO


Il Consiglio Direttivo della Fondazione Torino Musei ha nominato nella serata di martedì 8 marzo 2016 Guido Curto Direttore di Palazzo Madama.

I curricula pervenuti in risposta alla call lanciata a novembre 2015 per individuare il nuovo direttore del museo sono stati valutati da una Commissione di alto livello scientifico, composta dal Prof. Guido Guerzoni, docente Università Bocconi, esperto in economia e management dell’arte e della cultura; Prof. Daniele Jalla, museologo, Presidente di ICOM – Italia, già Dirigente dei Musei Civici della Città di Torino; Prof. Antonio Natali, storico dell’arte, già Direttore della Galleria degli Uffizi.

Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Torino Musei, ha commentato: “Esprimo profonda soddisfazione per la nomina di Guido Curto a Direttore di Palazzo Madama - Museo Civico d’Arte Antica. Sono convinta che la sua esperienza nella valorizzazione culturale della nostra Città e la sua professionalità saranno alla base dello sviluppo di un Museo molto amato dai torinesi”.


Guido Curto (Torino, 1955), dal 1999 è titolare della cattedra di Stile, Storia dell’Arte e del Costume presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Dal 2012 è Coordinatore della Pinacoteca annessa all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, della quale cura dal 2005 la  programmazione di mostre temporanee, promuovendo iniziative di valorizzazione e formazione, quali la Scuola di Pittura in Pinacoteca. Dal 2011 è docente incaricato di Teoria e Pratiche della Valorizzazione dei Beni Culturali nell’ambito del Biennio Specialistico del Corso di Valorizzazione e Promozione del patrimonio artistico presso l’Accademia di Belle Arti di Torino.  

DIAPASON D'OR AL CD DELLA JANSEN DIRETTA DA PAPPANO CON L'ORCHESTRA DI SANTA CECILIA

Santa Cecilia sempre in vetta
alle classifiche discografiche

Diapason d’or per il Concerto per violino e orchestra in re magg. op. 77 di Brahms
nell’interpretazione di Janine Jansen diretta da Antonio Pappano sul podio
dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Ancora premi e riconoscimenti all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per le produzioni discografiche.
La rivista specializzata francese Diapason attribuisce il prestigioso Diapason d’or di marzo al CD che vede interpreti Janine Jansen, Antonio Pappano e l’Orchestra della Accademia Nazionale di Santa Cecilia, del Concerto per violino in re maggiore op. 77 di Johannes Brahms.
Il CD è stato registrato dal vivo nel febbraio 2015 nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica ed è inciso per la casa discografica Decca
Oltre al Concerto di Brahms, il CD contiene il Concerto per violino n. 1 op. 48a di Bartók sempre nell’interpretazione della Jansen diretta da Pappano, questa volta sul podio della

London Symphony Orchestra.

#antoniopappano
#diapasondor
#santacecilia
#musica

7 marzo 2016

DEPURARE L'ARIA CON L'ACQUA : TECNOLOGIA INNOVATIVA

Abbattere le polveri sottili? Basta l’acqua! La rivoluzione di “Is Clean Air” all’attenzione di investitori istituzionali e business angels

Domani 8 marzo a Milano presso Unicredit parte il road show finanziario dell’azienda

Tornare a respirare aria pulita in ogni ambiente? Tra le mura di una fabbrica come negli uffici pubblici, nelle scuole come nelle piazze e nelle strade delle nostre città?
Sarà possibile grazie alla tecnologia APA (Abbattimento polveri atmosferiche) da una startup innovativa italiana: Is Clean Air (
www.iscleanair.com), controllata da Is Tech (http://www.istechpot.com).
Domani martedì 8 marzo a Milano, nell’ambito dell’Investor Day in programma presso l’Unicredit Tower Hall, partirà il road show dell’azienda, con la partecipazione dei principali investitori istituzionali italiani e delle maggiori associazioni di Business Angels.
Sarà solo la prima tappa di un percorso di presentazione ufficiale ai mercati finanziari di Is Clean Air e di APA, una soluzione tutta italiana per l'abbattimento delle polveri sottili e la purificazione dell'aria, certificata dalla Commissione Europea come progetto di eccellenza nell’ambito del programma Horizon 2020.
Il brevetto è destinato a incidere notevolmente su uno scenario basato su tecnologie tradizionali ‘a filtro’, dominato da pochi top player.
Is Clean Air propone un approccio nuovo, con impatto ambientale molto più ridotto, vicino allo zero: gli impianti APA, distribuiti nelle aree d’utilizzo, creano delle bolle di aria purificata nello spazio circostante al sistema, per un raggio di aria depurata dagli inquinanti pari a circa 25 – 28 metri. Il tutto si basa sull’utilizzo di acqua, senza alcun additivo o sostanza aggiuntiva, con consumi d'energia molto contenuti.
Tra gli altri vantaggi: semplicità di produzione, installazione, gestione e manutenzione, dimensioni ridotte e flessibili in base all’ambito di utilizzo e alle prestazioni richieste, modularità, scalabilità e flessibilità d’impiego.
In concomitanza con l’avvio del roadshow finanziario, il Presidente di Is Clean Air, Pietro Calò, ha firmato l’intesa per l’insediamento dell’impresa a Rovereto in “Progetto Manifattura”, l’incubatore cleantech di Trentino Sviluppo.
L’area di Trento è nota e riconosciuta come una delle aree d’Europa e del mondo più avanzate per la fertilità e l’attenzione alle tematiche dell’innovazione, della tecnologia, della Green Economy.
Oltre all’attività di produzione, nell’insediamento di Rovereto saranno svolte le funzioni di R&D evolutiva, di design, di progettazione industriale e di commercializzazione per le azioni di sviluppo operativo sul mercato italiano e sulle aree più interessanti di prossimità. L’internazionalizzazione del prodotto servizio sarà invece affidata a partenariati, joint venture, licensing e modelli di e co-development in relazione alla proprietà intellettuale detenuta e generata.

Galleria 8,75 | Cromie


GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Corso Garibaldi, 4 - Reggio Emilia

Cromie

Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Antonella Davoli, Gino Di Frenna, Giovanna Magnani, Maurizio Magnani, Francesco Andrea Zambuto

12 marzo – 9 aprile 2016

Martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 17.30-19.30, oppure su appuntamento
INAUGURAZIONE
Sabato 12 marzo 2016, ore 17.30
CATALOGO
In galleria

La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 4) presenta, dal 12 marzo al 9 aprile 2016, la collettiva “Cromie”, con opere realizzate dagli artisti iscritti all’omonima associazione, da oltre vent’anni luogo d’incontro e confronto.
In esposizione, opere pittoriche di Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Antonella Davoli, Gino Di Frenna, Giovanna Magnani, Maurizio Magnani e Francesco Andrea Zambuto, autori diversi per esperienza e linguaggio, ma accomunati dall’interesse per il colore.
Giorgio Bonilauri nasce nel 1940 a Reggio Emilia. Pittore che ama la figura ed il corpo, espone una selezione di opere dedicate al paesaggio urbano. Dipinti ad acrilico su tavola, quasi astratti, caratterizzati dalla massima attenzione rivolta alla forma e alla sperimentazione cromatica.
Giorgio Bonilauri, Geometrie di città, 2016, acrilico su tavola, cm. 60x80

Attilio Braglia, nato nel 1943 sulle colline reggiane, analizza paesaggi naturali e scenari marini all’interno di partiture definite. Una ricerca caratterizzata dalla definizione calligrafica del dettaglio. Illusioni ottiche che trovano compimento nelle opere tridimensionali, quinte teatrali e teche della memoria.
Attilio Braglia, Fondale, 2015,  olio su tela in tecnica mista, cm. 70x80

Antonella Davoli, nata a Reggio Emilia, da anni si dedica al tema del corpo, scomposto e ricomposto sulla tela secondo costruzioni visive che, attraverso lievi sfasamenti, fanno eco allo stato di generale alienazione che caratterizza la società contemporanea.
Antonella Davoli, Isolati in mondi virtuali, 2015, olio su tela, cm. 90x110.JPG

Gino Di Frenna, nato in Sicilia nel 1940, vive a Reggio Emilia. La sua pittura di paesaggio nasce da una ricognizione aerea del territorio ed, in particolare, delle terre ferrose dell’Etna. Suggestioni tradotte in chiave astratta con interventi a tempera ed applicazioni di plastica, retaggio di civiltà industriali.
Gino Di Frenna, I Silos di Titano, 2013, cm. 70x100.jpg

Giovanna Magnani nasce a Reggio Emilia, dove vive e lavora. Le sue tele, caratterizzate da un olio estremamente rarefatto, descrivono paesaggi incantati e figure femminili la cui dominante cromatica è data dall’uso di colori caldi e terrosi. Busti e mezzi busti immersi in una luce ovattata che si accende sulle chiome.
Giovanna Magnani, Ritratto d'autunno, 2015, tecnica mista su tela, cm. 25x25.JPG

Maurizio Magnani, nato a Montecchio Emilia (RE) nel 1961, vive e lavora a Bibbiano (RE). Da anni conduce una ricerca pittorica sulla figura femminile, scomposta in una texture cromatica che rivela continue sovrapposizioni di colore e  tensioni di sottofondo.
Maurizio Magnani, Eterea, 2008, olio su tela, cm. 90x90.JPG

Francesco Andrea Zambuto, nato a Comiso (RG) nel 1971, vive e lavora a Reggio Emilia. Un moderato iperrealismo che si rivolge a giocattoli ed oggetti, ma anche a figure umane, ritratte dal vero attraverso una tecnica pittorica di matrice rinascimentale, ottenuta per velature successive.

La  collettiva, che sarà inaugurata sabato 12 marzo alle ore 17.30, sarà visitabile fino al 9 aprile 2016, di martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 17.30-19.30, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 340 3545183, ginodifrenna875arte@yahoo.it, www.csart.it/875

FINALMENTE A ROMA IL PIANISTA YUNDI LI

Grande attesa per il primo concerto a Roma di una star della musica classica,
il trentatreenne pianista Yundi Li,


famoso musicista cinese, amico e rivale di Lang Lang

Uno dei più famosi pianisti dei nostri giorni, il cinese Yundi Li, debutta finalmente a Roma: il suo concerto per la IUC a Roma sabato 12 marzo alle 17.30, nell'Aula Magna della Sapienza sarà un vero evento, atteso da anni e a lungo rinviato.
Yundi Li è il più giovane pianista nella storia ad aver vinto (nel 2000, ad appena diciotto anni) lo "Chopin" di Varsavia, il più importante concorso pianistico internazionale. Da allora è cresciuta a macchia d'olio la cerchia dei fedeli ammiratori che seguono le sue apparizioni nelle più importanti sale concertistiche in Europa, America e Asia e le sue incisioni discografiche.
Ha studiato in Cina e in Germania ed ora è tornato in patria. In Cina è una star amatissima e in tutto il mondo è considerato l'anti Lang Lang. Sono i due più famosi musicisti cinesi ma sono molto diversi, sia come persone che come artisti: più introverso Yundi Li, più mediatico Lang Lang. Nelle loro interviste i due si sono scambiati reciproci complimenti ma anche battute polemiche.

Si occupa di varie iniziative di carattere umanitario. E' ambasciatore della Croce Rossa Cinese e ambasciatore per l'ambiente della sua città natale, Chongquing. Inoltre è molto coinvolto nella promozione della musica classica in un contesto educativo ed è uno dei pionieri dell'educazione musicale in Cina, dove il suo successo ha spinto milioni di bambini a studiare il piano.
Per le sue interpretazioni di Chopin Yundi Li è stato insignito dal governo polacco della Medaglia per Meriti Culturali "Gloria Artis".  Nel 2010 è stato invitato a suonare nel Teatro dell'Opera Nazionale di Varsavia per le celebrazioni del bicentenario di Chopin.
Incide per Deutsche Grammophon ed EMI Classics. Lo scorso autunno è uscita il suo cd con i Preludi di Chopin e proprio in questi giorni è in distribuzione un altro suo cd dedicato al compositore polacco. Le sue incisioni dedicate a Beethoven, Schumann, Ravel, Prokofiev e Liszt dimostrano l'ampiezza de suoi interessi artistici, che abbracciano  tutta la grande musica per pianoforte. Il suo cd dedicato a Prokofiev e Ravel con i Berliner Philharmoniker (è stato il primo pianista cinese a registrare con la più illustre orchestra tedesca) è stato segnalato nel 2007 come "Best CD of the Year" dal New York Times (Li aveva avuto questo riconoscimento anche nel 2003) e "Editor's Choice" del mensile Gramophone.  
Il suo concerto romano dimostrerà l'intera gamma delle qualità tecniche e interpretative del pianista cinese, che inizierà con due brani che racchiudono l'anima romantica di Fryderyk Chopin (i Notturni in si bemolle minore op. 9 n. 1
 e in do minore op. 48 n. 1), proseguirà con una delle opere più rappresentative dell'arte di Robert Schumann (la Fantasia op. 17) e con due delle più famose Sonate di Ludwig van Beethoven (n. 23 in fa minore op. 57 "Appassionata"  e n. 14 do diesis minore op. 27 n. 2 “Al Chiaro di Luna”). Come sorpresa finale Yundi Li eseguirà alcuni brani tradizionali cinesi.


Rassegna “Sapienza in Musica"


Il concerto fa parte della rassegna "Sapienza in musica" con il sostegno della Regione Lazio.




BIGLIETTI:        Interi: da 15 euro a 25 euro (ridotti da 12 euro a 20 euro)
                            Giovani: under 30: 8 euro; under 14: 5 euro
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO: Istituzione Universitaria dei Concerti
                            tel. 06 3610051-2  –  fax: 06 36001511    
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