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12 maggio 2015

FOTOGRAFIA A ROMA: STEFANO CIOFFI "L'URLO INDIFFERENTE" SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA

L’URLO INDIFFERENTE
Sui luoghi del diario di Guerra di Giovanni Battista De Gasperi
Fotografie di Stefano Cioffi
a cura di Maurizio G. De Bonis
Al Museo di Roma in Trastevere dal 13 maggio al 21 giugno un progetto fotografico
ripercorre, 100 anni dopo, i luoghi raccontati dal diario di guerra
dell’ufficiale alpino Giovanni Battista De Gasperi
 
Pian di Mazzes, Sesto, m 2000 slm
stampa fotografica a pigmenti
cm 100x132  
luglio 2014
A 100 anni dall’ingresso dell’Italia nella grande guerra il Museo di Roma in Trastevere ospita il progetto fotografico di Stefano Cioffi “L’urlo indifferente” che racconta i luoghi descritti nel diario di guerra del naturalista e geografo Giovanni De Gasperi, morto in battaglia nel 1916.
 

La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, prodotta dall’associazione IN/OUT, è a cura di Maurizio G. De Bonis ed è stata riconosciuta dalla Struttura di missione per la commemorazione del centenario della prima guerra mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’esposizione, aperta al pubblico dal 13 maggio al 21 giugno 2015, raccoglie 22 fotografie 100x132 scattate quasi interamente tra metà maggio e metà luglio (2013 e 2014), ovvero negli stessi giorni dell’anno in cui De Gasperi scrisse il suo diario.
 
Parole dal diario di Giovanni Battista De Gasperi accanto all'opera di Stefano Cioffi -
foto di Claudio Panunzi per Mycultureinblog
Divenuto famoso da giovanissimo per un’avventurosa spedizione nella Terra del Fuoco, all’inizio della guerra De Gasperi fu arruolato come ufficiale degli alpini e schierato con le sue truppe sul passo di monte Croce, tra Coltrondo e Padola, nel Comelico. Il suo diario, pubblicato per volontà della famiglia nel libro che accompagna la mostra, affascina per la lucidità con cui descrive un fronte di guerra comunque in grado di suscitare riflessioni sulla natura e sul paesaggio.
 
Monte Arnese, Sesto, m 2600 slm
stampa fotografica a pigmenti
cm 100x132  
giugno 2014
 
Lontane dall’essere una semplice documentazione geografico-storicistica, le immagini di Cioffi rappresentano sentieri che vanno verso il nulla, boschi fittissimi, aree isolate avvolte nella nebbia e trasmettono il senso di alienazione e insensatezza vissuto dai soldati che un secolo fa combattevano un nemico spesso invisibile.
 
Stefano Cioffi e Maurizio G. De Bonis  - foto di Claudio Panunzi per Mycultureinblog
Cioffi – come scrive il curatore della mostra Maurizio G. De Bonis - lascia che il suo sguardo ci racconti l’imperscrutabile complessità della situazione ambientale e la deriva di una coscienza umana che ha cancellato il concetto di convivenza civile; e in più allude compostamente alla brutalità con la quale l’uomo ha violato il linguaggio della natura. Le immagini che fermano l’imbrunire o che ci mostrano l’arrivo di un’inquietante bruma permettono al fotografo di narrare visivamente la frattura tra umanità e natura, tra senso dei comportamenti sociali e ritmi del tempo naturalistico, tra idea di possesso (tipica del mondo animale e umano) e l’algida indifferenza dell’esistente che, pur essendo costantemente abusato dall’uomo, non può che rimanere distaccato da quest’ultimo.
L’apparente oggettività delle inquadrature, la chiarezza della forma compositiva, l’essenzialità delle linee evidenziano una potente contraddizione di senso, un abisso che solo il rigore formale dei suoi scatti è capace di far emergere, ovvero il conflitto tra dolorosa sedimentazione degli eventi e terribile impassibilità dell’ecosistema (rispetto a tali eventi). Proprio all’interno di questa contraddizione, così ben messa a fuoco, è rintracciabile il precipizio infinito della stoltezza dei comportamenti umani e della separazione totale tra Storia e Natura, tra dimensione politica della società e dimensione astorica e significante del mondo.
Le opere di Cioffi finiscono per esprimere una sensazione funesta di vuoto e di tormentosa attesa, di sospensione di senso che rende tangibile la penosa limitatezza delle azioni umane, l’orripilante voragine causata dalla morte di milioni di persone, la mancanza di un vero legame tra essere umano e natura. Il territorio della morte e della guerra diviene simbolo di un mistero forse irrisolvibile, di un problema gigantesco di relazione tra il genere umano e il mondo che lo ospita.
 
Valle della Rienza, Dobbiaco, m 1500 slm
stampa fotografica a pigmenti
cm 100x132  
giugno 2014
 L’esposizione è accompagnata dal libro edito da Edizione Osiride con testi critici dello stesso Stefano Cioffi e di Maurizio G. De Bonis e Paola Visentini. Il libro include la riproduzione integrale del Diario di Guerra di Giovanni De Gasperi con i disegni dello stesso autore.


Stefano Cioffi - foto di Claudio Panunzi per Mycultureinblog

Mostra L’urlo indifferente. Fotografie di Stefano Cioffi
Dove Museo di Roma in Trastevere, Piazza S. Egidio, 1B
Date mostra
13 maggio – 21 giugno 2015
Orari Da martedì a domenica ore 10.00 - 20.00; La biglietteria chiude alle ore 19.00; Chiuso lunedì
Biglietti Intero € 8,50; Ridotto € 7,50 gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
Enti proponenti
Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Servizi museali A cura di Catalogo Zètema Progetto Cultura Maurizio G. De Bonis Edizione Osiride
Info




 
 


Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) www.museodiromaintrastevere.it www.museiincomune.it

Prospettiva nel Museo di Roma in Trastevere - Foto di Claudio Panunzi
per Mycultureinblog




 








 

10 maggio 2015

ARTE A SHANGAI: XV PREMIO ERMANNO CASOLI VINCE YANG ZHENZHONG CON DISGUISE

La Fondazione Ermanno Casoli
Presenta
XV edizione Premio Ermanno Casoli
Yang Zhenzhong
Disguise
a cura di Marcello Smarrelli
9 maggio – 9 giugno 2015

Yang-Zenzhong-Diguise-premio-ermanno-casoli-2015-Shanghai



Il Premio Ermanno Casoli diventa internazionale. Vincitore della XV edizione è infatti l’artista cinese Yang Zhenzhong con il progetto Disguise, a cura di Marcello Smarrelli. Il Premio si configura come una commissione affidata dalla Fondazione a un artista e rivolta a realizzare un’opera per un’azienda, con la partecipazione attiva delle persone che vi lavorano. Yang Zhenzhong è stato invitato a svolgere una residenza di due mesi nel plant Elica di Shengzhou dove ha tenuto un ciclo di workshop che hanno coinvolto decine di dipendenti e da cui è nato il progetto espositivo, che sarà presentato nello Show Room di Elica a Sanghai sabato 9 maggio alle ore 17.00 e sarà visibile fino a martedì 9 giugno.

Yang-Zhenzhong-Disguise-Shanghai-still-from-video-2015

“La FEC, in linea con la spinta all’internazionalizzazione che contraddistingue Elica – spiega il direttore artistico Marcello Smarrelli –, ha scelto di premiare Yang Zhenzhong, artista fortemente rappresentativo delle più ​recenti tendenze dell’arte contemporanea cinese. Le sue opere che spaziano dal video, all’installazione, alla fotografia, sono sempre sottese dal desiderio di sfidare comportamenti acquisiti​ e regole sociali codificate. Per queste qualità, associate alla capacità di coinvolgere attivamente il pubblico nei suoi progetti, ci è sembrato l’artista ideale con cui sperimentare il metodo della FEC in un contesto socio-economico molto diverso da quello in cui siamo soliti a operare”.

Yang-Zhenzhong-Disguise-still-from-video-Shanghai-2015

Il titolo del progetto, Disguise (Travestimento), ci introduce subito in un’atmosfera teatrale sottolineata dalla presenza di una serie di maschere che riproducono le sembianze dei dipendenti coinvolti, realizzate attraverso l’uso di una tecnica tecnologicamente sofisticata come la scansione in 3D. Le maschere sono state successivamente indossate dai dipendenti in una performance svoltasi all’interno dell’azienda, la cui documentazione ha fornito il materiale per la realizzazione di un video.

Yang-Zhenzhong-portrait

“Ho fatto indossare ai dipendenti la maschera realizzata in una prima fase del workshop tramite la scansione dei loro volti, durante il consueto turno lavorativo – racconta lo stesso artista. Nel video si vedono i dipendenti mentre lavorano e, allo stesso tempo, mettono in scena il processo produttivo, esprimendo una sorta di azione performativa e dinamica, nonostante siano sottoposti alle regole dei rispettivi ruoli all’interno dell’azienda. Con i volti coperti dalle maschere, i loro movimenti sono sempre legati alla catena di montaggio ma, grazie a questa metamorfosi, acquisiscono la grazia di una danza liberatoria. L’atmosfera creatasi durante i workshop non ha variato le potenzialità della produzione quotidiana, come si poteva immaginare, ma l’ha trasformata in una sorta di teatro o in qualcosa di più spirituale. Personalmente, questa intera pratica e procedura creativa è stata una nuova straordinaria esperienza”.

Disguise si basa su un approccio lacaniano rispetto alla decostruzione dell’identità e, al contempo, innesca un processo per risvegliare la coscienza dell’individuo all’interno della collettività. La maschera, come esatto duplicato del volto dei dipendenti, drammatizza le loro emozioni fino a un’estrema ostentazione. D’altro canto la coreografia a rallentatore dei movimenti meccanici che essi eseguono alla catena di montaggio, che vediamo nel video, rivela un altro aspetto del lavoro. Cos’è più reale, il ruolo che assumono o le loro identità? Qual è la reazione che questo video può far emergere nei lavoratori coinvolti al momento della visione della propria performance? Niente è certo durante la produzione e tutte le previsioni possono trasformarsi in nuove possibilità.
Gli esiti della residenza e dei workshop saranno esposti presso lo Showroom di Elica a Shanghai in cui sarà visibile il video e le 50 maschere utilizzate dai dipendenti, in un allestimento che coinvolgerà anche i prodotti Elica ricreando l’atmosfera della realtà industriale in cui l’opera è stata realizzata.


Bio artista
Yang Zhenzhong (nato a Hangzhou nel 1968) vive e lavora a Shanghai. Dal 1994 utilizza vari media, dalla fotografia all’installazione, dai video ai multimedia, inventando anche originali soluzioni tecniche “low-fi”. Nelle sue opere, Yang impiega spesso una costruzione stilistica diretta e ironica, allo scopo di indagare la relazione che si crea tra le persone, lo spazio e le modalità della loro esistenza, criticando i valori etici della società cinese contemporanea. Con questo approccio, che combina metafora e paradosso, Zhenzhong vuole mettere in dubbio l’era in cui viviamo, denunciando, anche se con umorismo, i problemi con i quali la società contemporanea è costretta a confrontarsi.
Ha esposto nelle principali biennali e triennali del mondo, tra cui: la Biennale di Venezia (2007, 2003); Asia-Pacific Triennial of Contemporary Art (2006); Fukuoka Asian Art Triennial (2005); Guangzhou Triennial (2005, 2002); Shanghai Biennale (2004, 2002).
Tra le sue mostre più recenti ricordiamo: Overpass (Canvas International Art, Amsterdam, the Netherlands, 2008); Yang Zhenzhong (Nikolaj Copenhagen Contemporary Art Center, Denmark, 2008); Foreplay (ShanghART H-Space, Shanghai, 2006); Yang Zhenzhong (Ikon Gallery, Birmingham, U.K., 2006).

Il Premio Ermanno Casoli
Il Premio corrisponde alla formula assolutamente innovativa che la Fondazione Ermanno Casoli ha sviluppato con successo dal 2009 a oggi con E-STRAORDINARIO, progetto di formazione manageriale che ha portato l’arte contemporanea all’interno del mondo delle imprese, mettendo in contatto artisti con i dipendenti delle aziende attraverso workshop e incontri, grazie anche all’assistenza di un trainer specializzato. Il Premio promuove il lavoro di giovani artisti che nel corso della loro carriera abbiano sviluppato (o stiano sviluppando) una ricerca in linea con i principi sostenuti dalla FEC: innovazione, sperimentazione, contaminazione di codici differenti, coinvolgimento attivo dello spettatore, capacità di inserirsi nello spazio pubblico, spiccata attitudine progettuale, capacità di scardinare convenzioni e comportamenti acquisiti, una concezione dell'arte come modello etico e di sviluppo dei contesti sociali. La partecipazione avviene su invito e il vincitore – scelto dal direttore artistico Marcello Smarrelli insieme al Comitato Scientifico presieduto da Gianna Piearlisi Casoli e di cui fanno parte Deborah Carè, direttore della FEC, Pippo Ciorra, Mario Cristiani, Anna d’Amelio, Cesare Pietroiusti, Pierluigi Sacco e Andrea Zegna – è chiamato a progettare un’opera nella cui realizzazione sia coinvolto il territorio ospitante.
Per questo premio la Fondazione ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 
Le precedenti edizioni sono state vinte da: Danilo Correale con il film mediometraggio The Game - una partita di calcio a tre porte nel 2013 (recentemente acquisito dal MADRE di Napoli); Anna Franceschini con la videoinstallazione Rock - Paper - Scissors nel 2012; Francesco Barocco con I Saettatori (una dimostrazione laboratoriale, una mostra di incisioni e la realizzazione di alcuni lavori site specific) nel 2011; Francesco Arena con Teste, sei sculture di altrettanti personaggi significativi per la storia delle Marche, posizionate in strategici punti di passaggio della sede fabrianese di Elica.

Titolo: Disguise
Artista: Yang Zhenzhong
Curatore: Marcello Smarrelli
Assistente curatore: Saverio Verini
Project management: Roberto Ceresia
Project management assistant: Ilenia Circolani
Sede: Showroom Elica, Shanghai

ARTE A REGGIO EMILIA: MANUEL FELISI DI TERRA E DI ACQUA

Galleria de’ Bonis e Palazzo Manenti
16 maggio – 3 giugno 2015
MANUEL FELISI
Di terra e d’acqua
Inaugurazione: sabato 16 maggio, ore 18.00, Palazzo Manenti
In collaborazione con FAI Giovani Reggio Emilia

Manuel Felisi

 
In occasione della decima edizione di “Fotografia Europea”, la Galleria de’ Bonis di Reggio Emilia propone, in collaborazione con Fai Giovani Reggio Emilia, “Di terra e d’acqua”, mostra personale di Manuel Felisi, artista milanese che parte da un supporto fotografico per dar vita a complesse opere d’arte multidisciplinari e polimateriche.
L’esposizione sarà allestita, dal 16 maggio al 3 giugno 2015, nella doppia sede della Galleria de’ Bonis (Viale dei Mille, 44/B) e di Palazzo Manenti (Corso Garibaldi, 5) che, sabato 16 maggio, alle ore 18.00, ospiterà il vernissage.

Manuel Felisi

Accanto alla fotografia, Felisi si serve della pittura e del collage e sviluppa le sue opere attraverso diversi materiali, dalla tela alla carta, dal cemento armato alla resina.
La mostra si articola su due tematiche: la terra e l’acqua. Il primo nucleo di opere, esposte alla Galleria de’ Bonis, ha il suo cuore in una serie di pezzi su cemento armato che hanno come protagonista proprio la città di Reggio Emilia, per poi svilupparsi in opere su tela di più ampio respiro che esplorano ambiente e persone. A Palazzo Manenti sono invece presenti opere che ritraggono figure umane immerse nell’acqua in un’atmosfera rarefatta e onirica.

Manuel Felisi

La collaborazione con la delegazione di Reggio Emilia del FAI Giovani ha reso possibile ambientare parte delle opere nella suggestiva cornice di Palazzo Manenti. L’edificio, dimora tardo-rinascimentale fondata su misure-simbolo e intessuta di episodi figurativi, racconta i cinque secoli di storia muraria e di eventi che lo hanno visto imprescindibile tassello e protagonista nella vita urbana, politica e artistica di Reggio Emilia. Ancor vivo nel Palazzo è un genius loci che non si disperde nelle mutate temperie culturali, ideologiche ed estetiche ma permane con forza tra le sue pietre.
È stato così possibile raddoppiare lo spazio espositivo per questo artista che sta vivendo un momento di grandissimo successo, scandito da importanti mostre in Italia e all’estero.

La mostra, realizzata con il sostegno di Reggiana Gourmet, Reggionline e Maioli Piante, sarà visitabile fino al 3 giugno 2015. La Galleria de’ Bonis è aperta da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00. Palazzo Manenti sarà eccezionalmente aperto al pubblico sabato 16 e domenica 17, sabato 23 e domenica 24 maggio ore 10.00-13.00 e 15.00-20.00. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.

Manuel Felisi nasce a Milano, dove vive e lavora. Ha partecipato, negli ultimi anni, a mostre personali e collettive a Roma, Milano, Lugano, Barcellona, Istanbul, Pechino. Le sue opere sono sempre presenti nelle principali fiere, da Bologna a Parigi e Basilea. Hanno scritto di lui Ivan Quaroni, Chiara Canali, Alberto Mattia Martini e tanti altri.

Manuel Felisi, “Di terra e d’acqua”
16 maggio – 3 giugno 2015
Galleria de’ Bonis, V.le dei Mille, 44/B, Reggio Emilia
Palazzo Manenti, Corso Garibaldi, 5, Reggio Emilia
Inaugurazione: sabato 16 maggio, ore 18.00, presso Palazzo Manenti
Orari di apertura:
Galleria de’ Bonis: da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00.
Palazzo Manenti: 16-17 maggio, 23-24 maggio ore 10.00-13.00 e 15.00-20.00
Per informazioni:
Galleria de’ Bonis
V.le dei Mille, 44/B
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 580605
Instagram: galleriadebonis

ARTE a REGGIO EMILIA: CARLO VANNINI ESPONE DA BFMR & Partners Dottori Commercialisti

BFMR & Partners Dottori Commercialisti
Fino al 27 novembre 2015
CARLO VANNINI
Cupi fantasmi di una vita perduta
A cura di Sandro Parmiggiani

Carlo Vannini, ph Marco Montanari 



Un flusso ininterrotto di visitatori all’inaugurazione della personale di Carlo Vannini, allestita fino al 27 novembre 2015 presso la sede di BFMR & Partners Dottori Commercialisti (Piazza Vallisneri, 4).

La mostra, intitolata “Cupi fantasmi di una vita perduta”, è inserita nel circuito off di “Fotografia Europea”, manifestazione che lo studio professionale sostiene dal 2010, promuovendo anche esposizioni fotografiche presso la propria sede.
Erano presenti al vernissage l’autore, il curatore Sandro Parmiggiani e i titolari dello studio, Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio, oltre a noti esponenti del mondo dell’imprenditoria, della professione, della politica, dell’economia e della finanza.

Luigi Attilio Mazzocchi e Carlo Vannini, ph Marco Montanari 

La mostra presenta la nuova produzione del fotografo reggiano, dedicata ai villaggi, alle tonnare e ai complessi industriali abbandonati della Sardegna meridionale. Una cinquantina di fotografie di medie dimensioni, realizzate nel 2014 attraverso l’utilizzo di una tecnica personale. Vannini, infatti, procede alla de-saturazione dell’immagine, intervenendo successivamente solo su alcuni canali per ridare colore e modificare le tinte.
Affermato nel campo dell’immagine pubblicitaria e della riproduzione di opere d’arte, l’autore lavora da alcuni anni anche nell’ambito della fotografia artistica, con progetti legati alle sculture della Cattedrale di Reggio Emilia e alle collezioni dei Musei Civici.

Visitatori  e Carlo Vannini, ph Marco Montanari 

Come scrive il curatore, «Vannini coglie – secondo le antiche leggi della fotografia – l’arresto del tempo: restano, sui muri, le tracce del passaggio dell’uomo, ma la sua presenza fisica si è ormai dissolta. Eppure questi cupi fantasmi di architetture e geometrie, questi ritmici squarci di porte e di finestre, queste luci che accecano e queste ombre impenetrabili, non chiedono l’oblio, non sollecitano l’intervento di una mano pietosa che, cancellandole, ponga fine al degrado e alla solitudine, ma suscitano il desiderio di una conservazione e di un ritorno alla vita, che, nella vegetazione rigogliosa che continua a crescere e s’insinua dentro di loro, si esprime con la forza di ciò che è perenne».
L’esposizione è visitabile da lunedì a venerdì con orario 10.00-12.00 e 16.00-18.00. Per informazioni: www.bfmr.it - info@bfmr.it - tel. 0522 455000.



Carlo Vannini é il fotografo di tutti gli oggetti che fanno cultura: opere d´arte, reperti archeologici, restauri, strutture architettoniche, scorci urbanistici, ma anche manufatti senza nobiltà, abitati da un forte senso della storia. Nasce a Reggio Emilia nel 1956, dove uno zio pittore e il padre decoratore lo avviano alla confidenza con i materiali artistici. Dopo una breve esperienza amatoriale, matura una forte passione per la riproduzione professionale di opere d´arte, che lo accompagna in coinvolgenti avventure di documentazione del restauro, con la progressiva acquisizione di tecniche fotografiche, quali ultravioletti, infrarossi, luce radente, luce trasmessa e luce a specchio. Dal 1983 realizza illustrazioni per cataloghi e fotografie pubblicitarie still life ed é riconosciuto come uno dei maggiori fotografi d´arte in Italia. Le sue fotografie sono esposte nell’ambito di diverse mostre, come “La scultura nella Cattedrale di Reggio Emilia nelle fotografie di Carlo Vannini” (Oratorio della Chiesa Vescovile di San Filippo, Reggio Emilia, 2009), “Un museo particolare” (Musei Civici, Reggio Emilia, 2009), “Stabat Mater. Il gruppo scultoreo in terracotta di San Giovanni Evangelista in Reggio Emilia” (Museo Diocesano, Reggio Emilia, 2010), “Gli oggetti ci parlano” con Alessandra Matia Calò (Musei Civici, Reggio Emilia, 2012), “Memento” (Atelier Laura Cadelo, Reggio Emilia, 2013) ed “Assenza? Una certa presenza, quasi un’essenza” (Atelier Laura Cadelo, Reggio Emilia, 2014), “Metti il fotografo al Museo 1996-2015. Fotografi reggiani e stranieri a confronto con i Musei civici di Reggio Emilia” (Musei Civici, Reggio Emilia, 2014). Ha realizzato l’apparato fotografico per numerosi libri e pubblicazioni. Tra gli ultimi si segnalano: “Novanta artisti per una bandiera” (corsiero editore, 2013), “La porta filosofica di Claudio Parmiggiani per il Sacro Eremo di Camaldoli” (corsiero editore, 2013), “Tonino Grassi. Le reinvenzioni della scultura: 1913-1999” (corsiero editore, 2013), “Claudio Parmiggiani a San Lupo” (Silvana Editoriale, 2014), “La Cattedrale di Reggio Emilia” (Skira, 2014), “Il cortile del Richini” (Skira, 2014), “Gli Etruschi e gli altri. Reggio Emilia, terra di incontri” (Skira, 2015), “La veglia eterna. Catacombe dei Cappuccini di Palermo” (Logos, 2014). È inoltre in uscita il volume “De profundis. Il cimitero delle Fontanelle di Napoli” (Logos, 2015), Collana Bizzarro Bazar.
BFMR & Partners è uno studio di Dottori Commercialisti che fa capo a Gian Matteo Bonomo, Silvio Facco, Luigi Attilio Mazzocchi e Leonardo Riccio. Accanto all’attività professionale, sostengono da anni l’arte e la cultura attraverso la promozione di esposizioni dedicate ad artisti e fotografi (Daniele Vezzani, Carlo Mastronardi, Nani Tedeschi, Angelo Davoli, Nadia Rosati, Wal, Toni Contiero, Riccardo Varini, Richard B. Datre, Giuliano Della Casa, Marco Paoli, Carlo Ferrari, Luca Gilli, Corrado Tagliati, Stanislao Farri) e la sponsorizzazione di rilevanti iniziative culturali (Attività di Palazzo Magnani 2009 e 2010, “Fotografia Europea” 2010-2015).

CARLO VANNINI
Cupi fantasmi di una vita perduta
a cura di Sandro Parmiggiani
Fino al 27 novembre 2015
Orari: da lunedì a venerdì ore 10.00-12.00 e 16.00-18.00.

 

Per Informazioni:
BFMR & Partners Dottori Commercialisti Revisori Legali
Bonomo Facco Mazzocchi Riccio & Partners
Piazza Vallisneri, 4
42121 Reggio Emilia
Tel. 0522 455000

LIBRI: UN NUOVO LIBRO DI POESIA "GLI EROI SONO GLI EROI" MARIAGIORGIA ULBAR

  
Ero una cercatrice di disturbi
io cercavo l’oro dei difficili
mi dissero che c’era un tesoro in casa tua 
protetto da due soldati soli
due mercenari, un arabo e un francese.
Io cercavo di introdurmi
nella breccia affaticata
e dentro la cavità frugavo
toccavo polvere con le dita
e cose molli 
e qualcosa che al mio tocco si spostava.
A quel punto tutto era corrotto,
le guardie, il cercare, quella buca.
Nemmeno l’ombra, no, nemmeno l’ombra
del tesoro.
Mariagiorgia Ulbar
 

GLI EROI SONO GLI EROI 
gli alianti
112 pagine 15 euro

Anche a maggio, un nuovo libro di poesia: e l'emozione è grande perché è il libro d’esordio di un nuovo poeta italiano.
Mariagiorgia Ulbar è giovane e bravissima; già apparsa con una silloge in Poesia Contemporanea. Undicesimo quaderno italiano, conferma adesso in pieno il suo talento.
Questi versi procedono da un luogo a un altro, sul ritmo cadenzato del camminare. 
C’è un io che scrive, un tu assente e un noi come soggetto di una storia.
Attraverso città, zone desolate remote o urbane, si giunge al testo lungo finale, che racconta l’abisso che si spalanca quando si vuole raccontare una morte e tutto ciò che soccombe davanti a essa: il linguaggio, la linea cronologica degli accadimenti, i rapporti di causa-effetto, la concezione del tempo. 
Un’elegia impura, a tratti brusca e a tratti tenera, che racconta il potere dei morti sui vivi, la sopravvivenza, l’ingenua orgogliosa resistenza alla tirannia del tempo.

Le parole di Mariagiorgia Ulbar non sono mai parole pacificate; ogni suo verso, si direbbe, elabora un frammento aspro, il tassello di uno scontro, di una violenza subìta. 
Credo che questa autrice abbia una sua voce, aspra e riconoscibile, che continua e conferma quello che avevamo pubblicato sul Quaderno”.
Fabio Pusterla
 
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BEWEB: NASCE IL PORTALE DEI BENI CULTURALI ECCLESIASTICI

  

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici



Finalmente i beni culturali ecclesiastici in rete12-13 maggio la presentazione a Roma con Antonio Paolucci


La CEI mette online il nuovo portale BeWeB: più di 4 milioni di schede provenienti dagli inventari delle diocesi italiane.

3.800.000 beni storico-artistici, più di 65.000 beni architettonici, oltre 500.000 record bibliografici, e ancora fondi archivistici e l’annuario dei quasi 1.500 istituti culturali ecclesiastici (archivi, biblioteche e musei): questa l’offerta del nuovo portale BeWeB.

Il patrimonio delle diocesi italiane diventa navigabile e ricercabile trasversalmente, consentendo per la prima volta  l’accesso simultaneo a contenuti provenienti da banche dati di natura diversa.

Il nuovo portale sarà presentato nell’ambito della XXII Giornata nazionale dei beni culturali ecclesiastici, dedicata a “Beni culturali ecclesiastici e comunicazione. Un umanesimo digitale possibile?”, in programma a Roma i prossimi 12 e 13 maggio.


Per accedere al nuovo portalewww.chiesacattolica.it/beweb

6 maggio 2015

ARTE a VENEZIA: JOAN JONAS | LA BIENNALE DI VENEZIA 2015

GALLERIA ALESSANDRA BONOMO
is pleased to announce
JOAN JONAS

Representing the United States at the Venice Biennial 2015
From May 9 to November 22
 

GALLERIA ALESSANDRA BONOMO
VIA DEL GESU' 62 00186 ROMA 

MUSICA a LONDRA: PAPPANO RICEVE LA MEDAGLIA D'ORO DELLA ROYAL PHILHARMONIC SOCIETY



Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Stagione 2015-2016
Ad Antonio Pappano la medaglia d’oro
della Royal Philharmonic Society

Maestro Antonio Pappano

 
 
"Sir Antonio Pappano possiede una rara combinazione di musicalità, capacità di comunicazione e di leadership. È eccellente con i cantanti e ama valorizzare il talento dei giovani artisti”. Con questa motivazione Antonio Pappano ha ricevuto ieri, 5 maggio, a Londra la medaglia d’oro dalla Royal Philharmonic Society prestigiosa associazione musicale britannica.
La medaglia d’oro della Royal Philharmonic Society  è la più alta onorificenza dell’Istituzione e una delle onorificenze più importanti nel mondo della musica, conferita esclusivamente a grandi personalità riconosciute in ambito internazionale.
Tra gli altri premiati di quest’anno, il direttore Andris Nelsons per le sue interpretazioni di Beethoven, Brahms e Strauss e il baritono Christian Gerhaher.
Costituita a Londra nel 1813, inizialmente per promuovere i concerti di musica strumentale, ha ospitato compositori e artisti illustri e continua a promuovere la musica  - con particolare riguardo per i giovani artisti - per garantire alle generazioni future una cultura musicale sempre più ricca e interessante.

Maestro Antonio Pappano

La prima medaglia fu conferita nel 1870 per commemorare il centenario della nascita di Beethoven e celebrare lo stretto rapporto tra l’associazione e il compositore. La medaglia porta l’effigie di Beethoven.
La medaglia  d’oro è stata conferita in passato a compositori e musicisti come Brahms (1877), Elgar (1925), Rachmaninoff (1932), Richard Strauss (1936), John Barbirolli (1950), Stravinskij (1954), Britten (1964) Horowitz (1974) Lutoslawski (1986) e Bernstein (1987).
Tra i premiati negli ultimi anni  si annoverano Daniel Barenboim, Pierre Boulez, Alfred Brendel, Placido Domingo, Bernard Haitink, Nikolaus Harnoncourt, György Kurtág, Thomas Quasthoff, Simon Rattle, András Schiff, John Tomlinson e Mitsuko Uchida.

ARTE a MILANO: NASCE IL MURO DELLA LEGALITA'


 Nasce a Milano il muro della legalità

Sport, arte e legalità
Da un’idea della Fondazione Pasquinelli, con il contributo di Gherardo Colombo
tre street artist italiani interpretano le regole dello sport sul muro del Tennis Club.
Giovedì 7 maggio inaugurazione ufficiale al pubblico.



Prendi tre street artist, mettili al lavoro su di un muro di quelli che amano tanto, tutto vuoto e pronto per essere invaso dalle loro scritte e disegni. Risultato, diranno i benpensanti, l'ennesimo sfregio alla qualità visiva della nostra città.

Dopo di che, mettiamo invece sul piano dei contenuti una battaglia di civiltà: quella che Gherardo Colombo sta conducendo da alcuni anni sull’importanza della legalità, soprattutto in questo mondo attraverso la sua associazione Sulle Regole. Aggiungiamo al quadro la Fondazione Pasquinelli, che si occupa di arte e di musica con una costante attenzione al sociale, e l’Accademia di Brera con la sua scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte, fondata da un talento come Paolo Rosa,rappresentata da Laura Tettamanzi, che collaborerà con una serie di video virali dal titolo “I giovani raccontano le regole”.Un gruppo eterogeneo quant’altri mai, dal quale può nascere una forma di crescita urbana condivisa tra chi fino a ieri forse nemmeno si parlava.


È questa la formula inedita alla base del progetto Writers on Writing, che vede coinvolti tre street artist italiani - KayOne, Korvo aka Korvuz Korax e Stefano Phen - 10 giorni di lavoro e di libera performance aperta al pubblico, più di 20 metridi muro e testi scultorei realizzati da Andrea Famà, Gabriele Nicola, Daniele Coppola in 3600 battute con citazioni di Nelson Mandela, Eugenio Montale e della Costituzione italiana. Lo scopo: raccontare dell’importanza delle regole nello sport su una sezione del muro che delimita il Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, in Via Arimondi 15, con lavori curati da Michela De Carlo, iniziati domenica 26 aprile per finire giovedì 7 maggio, giorno dell’inaugurazione ufficiale al pubblico.


A tranquillizzare gli scettici attenti al decoro urbano della città ci penserà il risultato finale: un lungo muro dove arte visiva, scultura e impegno civile si fondono per trasmettere l’importanza dell’applicazione del mondo delle regole nello sport. Tre pareti con i testi che richiamano l’attenzione alle regole si alterneranno alle libere interpretazioni degli artisti, in un’inedita combinazione che vedrà l’elogio del maratoneta di un poeta raffinato come Montale convivere con dei disegni che con Montale non c’entrano proprio nulla, e così via.
In questo modo così diverso dal solito, quello che sarebbe potuto rimanere un semplice muro, un elemento di divisione tra spazio pubblico e privato, diventa invece spazio di dialogo tra mondi. Da una parte quello degli artisti di strada e delle loro opere trasgressive, dall’altra quello delle regole, strumenti per rispettare sé stessi e gli altri; il progetto non è quindi solo un’opera di abbellimento e di valorizzazione di un’area, ma è anche spazio di avvicinamento, di conoscenza e di rispetto del diverso; luogo dove imparare che strada e legalità non sono due poli che si escludono ma due facce della stessa medaglia da vincere anche con l’impegno nello sport.

I testi sulla legalità:
(Approccio positivo allo sport)
Muovi il corpo e sforza la mente, ragazzo. Corri, metticela tutta, imprimi il ritmo, rispetta le regole e falle rispettare. Nessuno le potrà ignorare. Nuota in un mare di leggi: forse non vincerai. Ma sarà dolce naufragare. Certamen cum lege; sine lege bellum. Sport è dare il meglio di sé per vincere correttamente; insegna a costruire la legalità e ad osservare le regole; è attività, gioco, disciplina, educazione, regola, impegno e fatica; è prendersi cura di sé e rispettare gli altri: avversario, compagno, allenatore, pubblico, arbitro; è gara, confronto, competizione. “Cum petere” è “chiedere insieme”, volontà comune, inclusione ed integrazione sociale. Più attività fisica, meno spesa sanitaria, meno tasse. Lo sport produce ricchezza: fa PIL. Lo sport ha Appeal. “Ha il potere di cambiare il mondo, suscitare emozioni, unire le persone come poche cose al mondo. Parla ai giovani un linguaggio che capiscono. Può creare speranza dove c’era solo disperazione” (Nelson Mandela). Nessun usuraio ha mai vinto una maratona.  “Amo l’atletica, perché è poesia; se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta” (Eugenio Montale).

(La costituzione)
Sport non è lusso: è un diritto, delle persone e dei popoli, degli adulti e dei bambini. Impara a conoscere questo diritto, ragazzo. Pretendi che lo Stato si prenda cura della tua salute. Rifiuta e denuncia quella scuola in cui “sport” è soltanto “non star seduti”. Lo sport “ha una funzione sociale, come elemento fondamentale per l’equilibrata formazione psicofisica dell’individuo” (Trattato di Lisbona). E’ strumento per promuovere i diritti umani e mezzo di pressione contro l’apartheid in Sud Africa (Convenzione Internazionale contro l’apartheid). Il diritto alla salute contiene il diritto allo sport (Costituzione di Grecia, Portogallo, Turchia, Spagna, Confederazione Elvetica, Russia, Ungheria). Il diritto allo sport dei fanciulli, deidisabili e delle donne è affermato dalle Convenzioni delle più importanti istituzioni mondiali. “Non ci sono dignità umana, né tutela della salute, né integrità fisica e morale senza diritto allo sport” (Codice etico Cio). La Costituzione italiana, tutelando salute (art. 32), uguaglianza (art. 3) ed associazionismo, anche sportivo (artt. 2 e 18), ne riconosce la rilevanza e ne attribuisce la competenza alle Regioni (art. 117).
(Approccio negativo allo sport)

Non vergognarti, ragazzo: puoi praticare sport senza sentirti complice di tante furfanterie; dai il meglio di te, impegnati, soffri, metticela tutta per vincere. Ma non voler prevalere a qualunque prezzo: rispetta l’avversario, concorrente necessario e non nemico da abbattere. Lascia da parte furbizia, espedienti e illegalità. Il doping è peggio della droga che nasce da sofferenza e disagio, non dal fine di barare. Se non vinci ricomincia. Nello sport si vince, si perde, si riparte.  Le regole non sono un ostacolo alla vittoria. Sport è un valore neutro; è positivo se è sorretto da educazione, correttezza, rispetto delle regole e della persona. Sosteniamo il valore della sconfitta e dell’accettazione dei propri limiti. Sport non èmercato, violenza, riflettori, guerra, business. Non è fondi neri per acquistare atleti, spettacolarità al posto del rigore, contratti milionari, diritti televisivi, scommesse clandestine, giocatori od arbitri venduti, caccia ai bambini prodigio. Non è successo ad ogni costo, competitività esagerata, ricerca di sensazioni estreme o di rischi inutili. E non è un mezzo per “migliorare la razza”. Se un popolo ama lo sport, rivela la democrazia: se lo osanna la tirannide.

WRITERS ON WRITINGS
Tennis Club Milano
Alberto Bonacossa
Via Arimondi 15 - Milano
26 aprile – 7 maggio 2015
Inaugurazione: giovedì 7 maggio, ore 18.00
Direzione Scientifica: Tettamanzi Laura
Direzione artistica: De Carlo Michela

Elaborazioni grafiche / rendering: Piovella Lorenzo

5 maggio 2015

FOTOGRAFIA a LIDO DI CAMAIORE: “This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan”

  

 In mostra per la prima volta gli scatti della cartella donata dall’artista al Comune versiliese

“This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan”
Camaiore e Fbml dedicano una mostra al fotografo amico del pittore
L’esposizione sarà aperta fino al 12 settembre a Villa Ariston – Lido di Camaiore


Pablo Picasso ritratto da David Douglas Duncan


A Lido di Camaiore, fino al 12 settembre, sarà per la prima volta mostrato al pubblico il contenuto della cartella “Picasso per Camaiore”, che il fotografo David Douglas Duncan, amico del pittore Pablo Picasso, ha donato, insieme ad un disegno autografato che sarà esposto a Villa Ariston, nel settembre dello scorso anno al Comune di Camaiore, affidando i preziosi documenti nelle mani del sindaco, Alessandro Del Dotto. Un gesto voluto da Duncan, oggi quasi centenario (è nato il 23 gennaio del 1916), per il profondo legame con la cittadina della Versilia dove la prima moglie ha vissuto fino alla morte.
This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan” è il titolo dell’esposizione, ambientata nel suggestivo scenario di Villa Ariston, a Lido di Camaiore, che ha avuto il patrocinio dell’Instituto Cervantes e che resterà aperta tutti i giorni dalle 17 alle 23.

Pablo Picasso, primo ritratto di David Douglas Duncan, 8 febbraio del 1956

L’esposizione, voluta dall’amministrazione comunale e dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, è l’occasione imperdibile per vedere le immagini, le stampe e i provini a contatto, oltre ad un disegno autografato di Pablo Picasso: tutto materiale contenuto nella cartella e selezionato dal celebre fotoreporter americano tra gli scatti degli anni dell’intenso sodalizio con l’artista spagnolo, considerato uno dei maestri della pittura del Ventesimo secolo. Fotografie, in parte inedite, che rappresentano un documento unico e che raccontano il processo creativo così come la quotidianità dell’artista catalano. La mostra è curata da Enrico Stefanelli, e l’allestimento è progettato dall’architetto Alessandra Guidi.

Pablo Picasso ritratto da David Douglas Duncan

Il primo incontro tra Duncan e Picasso avviene grazie all’intervento di Robert Capa, amico e collega del primo, che gli aveva suggerito: “Credo possiate diventare buoni amici”. Duncan ricorda: “Fu l’8 febbraio del 1956. Mi recai a La Californie, l’enorme casa-laboratorio di Picasso vicino a Cannes. Mi presentai dicendo che ero amico di Capa e che desideravo salutare il maestro. Venni ricevuto dalla moglie Jaqueline Roque, tutta vestita di nero, dalla testa ai piedi. Rimasi sorpreso per quanto fosse piccola. Mi prese per mano e mi condusse al piano di sopra, dove c’era lui, nudo dentro la vasca da bagno. Gli chiesi il permesso di fotografarlo e lui acconsentì. Quella fu la prima volta”.
A quegli scatti ne sono seguiti molti altri, nei 17 anni di una amicizia intensa e duratura, interrotta solo, nel 1973, dalla morte dell’artista. Quello che raccontano le fotografie di Duncan è un Picasso sempre privato: a volte al lavoro, nel suo studio o nel grande giardino; sorridente e rilassato, spesso vestito solo con i celebri calzoncini taglia XXL. Sono scene che conservano la memoria di momenti intimi e familiari di Picasso insieme alla moglie Jacqueline, ai figli Paloma e Claude, con gli amici o l’inseparabile teckel Lump, quasi sempre circondato dalle sue opere d’arte.

David Douglas Duncan nasce nel 1916 a Kansas City (Stati Uniti). Studia archeologia, zoologia marina e spagnolo, lingua che molti anni dopo userà per comunicare con Picasso.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è impegnato come reporter sul fronte meridionale del Pacifico e riviste importanti come National Geographic comprano i suoi reportage, convincendolo a proseguire con la fotografia anche al termine del conflitto. Tra il 1946 e il 1956 è inviato di Life, per la quale segue la fine dell’occupazione britannica in India, il boom del petrolio in Arabia Saudita, la guerra civile in Grecia e, soprattutto, le guerre in Corea e Vietnam. Nel 1971 è il primo fotografo chiamato a esporre con una personale al Whitney Museum of American Art di New York, dopo aver ricevuto nel 1967 la medaglia d’oro Robert Capa. Della lunga amicizia con Picasso sono rimaste molte fotografie e ben sette libri che le raccolgono.

This is Picasso: fotografie di David Douglas Duncan
Villa Ariston, viale S. Bernardini 355, Lido di Camaiore (LU)
Aperta dal 30 maggio al 12 settembre, tutti i giorni con orario 17-23
Biglietti: intero 7 euro; ridotto 5 per studenti, under 18, over 65, gruppi oltre 10 persone; omaggio: bambini sotto i 12 anni, residenti nel comune di Camaiore.

LIBRI: LA VOCE DEI LIBRI II Storie di libraie coraggiose

  
Quindi ora sta a me. Se sarò in grado di seguire i desideri dei lettori, i cambiamenti del mercato, i miei conti, le proposte dell’editoria, se riuscirò sempre ad articolare proposte nuove e interessanti, la mia libreria rimarrà sempre in piedi. Altrimenti, cambierò settore e mi inventerò qualcos’altro, senza attribuire la colpa a chi non legge”.
Filomena Grimaldi, Libreria Controvento, Telese Terme (Benevento)

La voce dei libri II
STORIE DI LIBRAIE CORAGGIOSE
raccolte e raccontate da Matteo Eremo
in libreria dal 14 maggio

MarcosUltra, 416 pagine
12 euro

Il mondo del libro sta cambiando: con questo secondo libro dedicato alle librerie che funzionano, seguiamo nuove correnti di vitalità.
Dalla Sicilia alla Valsugana, dalla Sardegna a San Daniele del Friuli, ecco venti storie di donne saldamente al timone della loro libreria.
Sono sole o in un gruppo affiatato, in un piccolo centro o in una grande città, hanno spazi minimi o sontuosi.
Hanno in comune l’amore per i libri, scelte di vita radicali, idee chiarissime e fantasia.
Conciliano un’oculata gestione aziendale con la capacità di accogliere, la concretezza con la creatività.
La narrazione è la loro arte sopraffina e in questo libro ci raccontano come hanno fatto di una passione un mestiere.
Matteo Eremo ha ascoltato le loro avventure con l’entusiasmo di un giovane giornalista e libraio, che conosce dall’interno problemi e opportunità di questo snodo fondamentale di una società civile.
E ha scritto un libro pieno di speranza. 
Venerdì 15 maggio alle ore 16, presenteremo La voce dei libri II Storie di libraie coraggiose al Salone Internazionale del libro di Torino.
Con l’intervento di Matteo Eremo, Claudia Tarolo e di alcune protagoniste del libro.
 

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