Nell’ambito del programma della
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Educare alle mostre educare alla
città
TESTACCIO.
Storia della
città-antropologia-sociologia urbana-documentazione per una lettura del
quartiere
a cura di Lidia Piccioni, Roberta
Tucci, Luciano Ledda, Francesca Romana Stabile
martedì 22 marzo, ore 16.00
DIPARTIMENTO ARCHITETTURA DI ROMA TRE -
AULA MAGNA
VIA ALDO MANUZIO, 58
ingresso gratuito
“Non era un quartiere di periferia come
San Lorenzo.
Benché abitato anch’esso in prevalenza
dal ceto operaio,
sole poche strade lo separavano dai
quartieri borghesi”
Elsa Morante
Area produttiva e industriale, Testaccio
viene concepito come quartiere operaio della nuova capitale. Ma, al di là della
destinazione popolare, il rione ha gradualmente modificato il suo tessuto,
accogliendo oggi realtà diverse e istituzioni culturali di primaria
importanza
Per approfondire da angolature diverse e
interdisciplinari - storia della città, antropologia, documentazione - la
conoscenza del rione Testaccio, una delle zone particolarmente
significative delle trasformazioni della città tra XIX e XXI secolo sarà
proposto un incontro a più voci presso il Dipartimento di Architettura
dell’Università Roma Tre, martedì 22 marzo, ore 16.00.
L’iniziativa è promossa da Roma
Capitale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e fa parte del
ciclo didattico “EDUCARE ALLE MOSTRE EDUCARE ALLA CITTÀ”, con
appuntamenti e visite condotti da direttori e curatori dei musei, esperti e
studiosi universitari.
L’incontro, a cura di Lidia Piccioni,
Francesca Romana Stabile, Roberta Tucci e Luciano Ledda, sarà articolato
in tre diversi momenti.
Verrà innanzitutto presentata una sintesi
delle tappe salienti della nascita e dello sviluppo urbano di Testaccio
alla luce degli studi esistenti, in cui verranno offerti spunti per una
riflessione metodologica sulla ricerca relativa a un quartiere, dal punto di
vista della storia contemporanea nel confronto con altre discipline.
La sua fisionomia è caratterizzata
dall’insediamento del nuovo Mattatoio, realizzato tra il 1888 e il 1891 su
progetto dall’architetto comunale Gioacchino Ersoch, e da una edilizia abitativa
destinata alle classi popolari: dalle case alveare, costruite tra il 1883 e il
1905, ai progetti realizzati tra il 1909 e il 1917 da Giulio Magni e Quadrio
Pirani, per conto dell’Istituto romano per le case popolari, fino agli stabili
di via Marmorata, progettati da Sabbatini e Costantini nel 1930.
Dopo la chiusura nel 1975 del Mattatoio, che
ha costituito per oltre ottanta anni il fulcro produttivo della zona, e un
periodo di degrado e marginalità, Testaccio ha assunto dalla metà degli anni
Novanta un ruolo attrattivo nella vita della città diventando con una
trasformazione progressiva un importante polo culturale oltre che
residenziale.
Nell’ambito degli interventi di recupero
dell’ex Mattatoio e del Campo Boario è stato programmato da parte
dell’amministrazione capitolina il riuso dei vecchi padiglioni per realizzare
la Città delle Arti, con spazi polivalenti dedicati alla cultura e alla
formazione tecnica e artistica. Attualmente questi spazi comprendono il
Macro, il Dipartimento di Architettura dell’Università Roma Tre, l’Accademia di
Belle Arti, la Scuola popolare di musica di Testaccio. Ad essi si
aggiungono, insieme con altri insediamenti, le aree e i padiglioni della Città
dell’Altra Economia e della Pelanda.
Verranno inoltre presentati i risultati
della ricerca sul campo, anche con documenti audio-visivi sulla religiosità
popolare del rione Testaccio, condotta tra il 2010 ed 2012 che ha riguardato
i due eventi di maggiore rilievo nel ciclo festivo annuale del rione, la Via
Crucis del Venerdì Santo sul monte Testaccio e la processione della patrona,
Santa Maria Liberatrice, l’ultima domenica di maggio: eventi che sono stati
osservati in modo partecipativo, da vicino, con la collaborazione degli attori
sociali.
Verrà illustrata infine l’attività del Centro di
documentazione AUT – Archivio Urbano Testaccio del Dipartimento di
Architettura dell’Università Roma Tre, che ha come obiettivo lo studio del
quartiere Testaccio e dell’ex Mattatoio – Campo Boario tramite la raccolta di
materiale documentario, ricostruzioni digitali, tracce audiovisive sulla storia
del tessuto urbano ed edilizio, al fine di promuovere, oltre alla conoscenza
del quartiere, la sua valorizzazione e conservazione. Il centro avrà uno spazio
dedicato della biblioteca aperto al pubblico e sarà accessibile anche on-line
attraverso il sito web: http://aut.uniroma3.it.
Lidia Piccioni
è professore associato di Storia
contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Culture, Religioni della
"Sapienza" Università di Roma. Studiosa della società urbana e delle
trasformazioni del territorio tra Ottocento e Novecento, con particolare
attenzione alla città di Roma, su questi temi ha pubblicato numerosi lavori tra
cui le monografie: San Lorenzo. Un quartiere romano durante il fascismo ,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1984 (ristampa 2002); I Castelli
romani. Identità e rapporto con Roma dal 1870 a oggi , Laterza, Roma-Bari
1993. Ha ideato e dirige, dal 2006, il progetto: "Un laboratorio di storia
urbana: le molte identità di Roma nel Novecento"(premio “Il Campidoglio” per la
cultura 2008)
Francesca Romana
Stabile
è professore associato presso il
Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre, dove insegna
Restauro architettonico. La sua attività di ricerca si concentra sullo studio
dell’architettura regionalista e sul recupero dei centri storici. Coordina
l'Archivio Urbano Testaccio - AUT del Dipartimento di Architettura, http://aut.uniroma3.it. Tra le sue
pubblicazioni "La Garbatella a Roma: architettura e regionalismo" (Editrice
librerie Dedalo, 2012)
Roberta Tucci
demoetnoantropologa, opera presso l’Istituto
Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) del Ministero dei beni e
delle attività culturali e del turismo. Ha curato la normativa della scheda BDI
per i Beni demoetnoantropologici immateriali (2002, 2006). Ha effettuato
ricerche sul campo in diverse regioni dell’Italia centro-meridionale. Tra le sue
pubblicazioni: I beni culturali demoetnoantropologici (con G. L. Bravo),
Roma 2006; Beni culturali immateriali, in Enciclopedia Italiana di
Scienze, Lettere ed Arti, IX Appendice, Roma, Treccani, 2015.
Luciano Ledda
demoetnoantropologo, ha studiato in
particolare gli aspetti della religiosità locale di Testaccio unendo la ricerca
sul campo alla campagna catalografica con schede BDI e BDM
DIPARTIMENTO ARCHITETTURA DI ROMA TRE -
AULA MAGNA
VIA ALDO MANUZIO, 58
INGRESSO GRATUITO
Prenotazione obbligatoria
060608 (dalle 9.00 alle
21.00)