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6 aprile 2017

EVENTI A PORDENONE "LE VOCI DELL'INCHIESTA"

TRA MERCOLEDÌ 5 E DOMENICA IL 9 APRILE IN PROGRAMMA A PORDENONE
LA DECIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI CINEMAZERO

LE VOCI DELL’INCHIESTA


UNICO FESTIVAL ITALIANO INTERAMENTE DEDICATO AL GENERE DELL’INCHIESTA CON RETROSPETTIVE E OMAGGI AI GRANDI MAESTRI DEL GIORNALISMO D’INCHIESTA DI CASA NOSTRA,

A PARTIRE NELLA PRIMA GIORNATA – MERCOLEDÌ 9 APRILE - DA UN OMAGGIO AL QUOTIDIANO L’ORA DI PALERMO A 25 ANNI DALLA CHIUSURA, OSPITE MARCELLO SORGI, E LA RETROSPETTIVA IN RICORDO DI GIUSEPPE – JOE – MARRAZZO, PRESENTI I FIGLI PIERO E GIAMPIERO E IL GIORNALISTA SANDRO RUOTOLO.
ATTESI AL FESTIVAL DOCUMENTARI D’INCHIESTA CON BEN 22 ANTEPRIME ITALIANE DI FILM SELEZIONATI NEI MIGLIORI FESTIVAL INTERNAZIONALI (TRIBECA, IDFA, BERLINALE, SHEFFIELD, DOC NYC, ...)



SECONDA GIORNATA A PORDENONE CON LE VOCI DELL’INCHIESTA: GIOVEDI’ 6 APRILE AL FESTIVAL L’ATTESA PROIEZIONE IN ANTEPRIMA NAZIONALE DEL PRIMO DEI TRE APPUNTAMENTI CON IL “FOCUS ISIS”. ALLE 17.45 IN SALA THE CONFESSION, STORIA DEL CITTADINO INGLESE-PAKISTANO MOAZZAM BEGG, PRESUNTO ESTREMISTA DEPORTATO A GUANTANAMO, DOVE RIMANE PER OLTRE 4 ANNI PRIMA DI ESSERE LIBERATO SENZA NESSUNA ACCUSA A SUO CARICO. PRESENTE A PORDENONE IL REGISTA Ashish Ghadiali E COLLEGATO IN VIDEO LO STESSO Moazzam Begg

NELLA SECONDA GIORNATA ANCHE UN MOMENTO DEDICATO AGLI ADOLESCENTI E ALLE LORO STORIE ED ESPERIENZE. ALLE 14.30, IL SEMINARIO DAL TITOLO “LA NARRAZIONE DI NOI E DEGLI ALTRI, ADOLESCENTI”, CUI SEGUIRA’ LA PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO IN ANTEPRIMA NAZIONALE CHILDREN ON-LINE DI Katerina Hager. IL FESTIVAL SI APRE GIA’ IN MATTINATA (ORE 11.00) CON L’ESPERIENZA DELLA GIOVANISSIMA MIRANDA, CHE SIEDE AL PARLAMENTO SVEDESE A SOLI 14 ANNI: IN ANTEPRIMA NAZIONALE IL FILM CHE LA REGISTA Mats Ågren LE HA DEDICATO
ALLE 20.45, I RAGAZZI DELLE LOTTE POLITICHE EXTRAPARLAMENTARI TRA IL ’67 E IL ’77 SARANNO PROTAGONISTI DELLA PROIEZIONE DI ASSALTO AL CIELO DEL REGISTA E SCENEGGIATORE FRANCESCO MUNZI, PRESENTE IN SALA.
CHIUDE LA GIORNATA, ALLE 22.15 IN PRIMA ITALIANA UNDERGROUND NEW YORK IL LAVORO DEL 1968 DI Gideon Bachmann, RICOSTRUITO E DIGITALIZZATO IN 2K DAI I LABORATORI DELLA CINETECA DEL FRIULI.


ALL’EMERGENZA LAVORO SARÀ DEDICATA L’ANTEPRIMA DI “MERCI PATRON” DI FRANÇOIS RUFFIN – VERO MICHEL MOORE FRANCESE – DOCUMENTARIO DELL’ANNO IN FRANCIA), FINO AL NUOVO SENSO DEL FARE POLITICA DOVE SPICCA IL DOCUMENTARIO SU GRILLO E IL MOVIMENTO 5 STELLETUTTI A CASA” DELLA REGISTA DANESE LISE BIRK PEDERSEN, UNICA TESTIMONE DI INCONTRI A PORTE CHIUSE TRA I PENTASTELLATI E IL LEADER
 
La “memoria dell’oggi” è una delle mission principali del festival di Cinemazero Le Voci dell’Inchiesta, : lo sguardo è ancora sulla stretta attualità – dall’evoluzione geo-politica internazionale a ISIS e terrorismo, dalle urgenze legate al mondo del lavoro ai cambiamenti epocali nella politica europea e italiana -raccontati attraverso una selezione dei più premiati documentari della scena internazionale, selezionati nei più importanti festival al mondo (IDFA, Sheffield Doc/Fest, Göteborg, Toronto, Tribeca, New York Doc, Berlinale, Sundance) con ben 22 film in anteprima nazionale.
Grandi omaggi all’inchiesta di casa nostra  da un ricordo del quotidiano L’Ora di Palermo a 25 anni dalla sua chiusura , presente il giornalista Marcello Sorgi,




che lì iniziò la sua carriera a soli 18 anni e un altro storico redattore, Francesco La Licata. Attesa la proiezione di La corsa de L’Ora, film del 2017 del regista Antonio Bellia che racconta l’avventura del giornale negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, tra il 1954 e il 1975.
Poi  la retrospettiva in ricordo di un grandissimo del giornalismo d’inchiesta, Giuseppe – detto Joe – Marrazzo (classe 1928, scomparso a Roma nel 1985) - noto per le numerose inchieste su mafia e camorra. Partendo dalle sue inchieste, Marrazzo ha scritto diversi libri, tra cui il più famoso è Il camorrista (pubblicato nel 1984), in cui racconta la vita di Raffaele Cutolo, uno dei boss campani più influenti durante gli anni ’80.  Roberto Saviano si è detto debitore verso Marrazzo per parecchi spunti, nella scrittura del suo Gomorra. Da Il camorrista fu tratto nel 1986 l’omonimo film che segnò l’esordio cinematografico alla regia di Giuseppe Tornatore. Un ricco parterre di amici, parenti e giornalisti parteciperà all’evento organizzato in suo onore nella serata inaugurale di mercoledì 5 aprile (dalle 20.45). Presenti i figli, i giornalisti Giampiero e Piero (corrispondente Rai da Gerusalemme) e il giornalista Sandro Ruotolo, che ha sempre inserito Marrazzo tra i suoi principali punti di riferimento professionali. Atteso anche un intervento in video del regista Giuseppe Tornatore.





A conclusione della serata inaugurale la proiezione di Robinu’, il film con cui Michele Santoro è tornato al giornalismo puro con un toccante documentario.
Per il focus ISIS e terrorismo tre i lavori in anteprima nazionale, a partire da The Confession,




storia del cittadino inglese-pakistano Moazzam Begg, presunto estremista deportato a Guantanamo, dove rimane per oltre 4 anni prima di essere liberato senza nessuna accusa a suo carico. Il film del regista Ashish Ghadiali (presente al festival) è il resoconto di prima mano del protagonista, che ora vive in Inghilterra senza poter abbandonare il Paese: ha fondato in Inghilterra "Cageprisoners" (Prigionieri in gabbia), ONG sostenuta da Amnesty International che si occupa dei combattenti islamici detenuti a Guantanamo. Nowhere to Hide è lo struggente racconto in prima persona di un infermiere iraqueno che, lavorando nell’ospedale di Jalawla, ha filmato le vittime della guerra nel corso di cinque anni. All’arrivo dell’ISIS è costretto a fuggire, figli sottobraccio, senza smettere di filmare... Ancora una prima italiana per Dugma: the button, documentario girato in Siria, dalla parte del fronte occupato dagli aspiranti kamikaze di al Nusra: possono i kamikaze essere persone come tutte le altre? Ecco un racconto per capire chi sono e cosa pensino pochi attimi prima della loro ultima “missione”.
Una riflessione di grande attualità è dedicata quest’anno ai nuovi fenomeni del “fare politica”. Dalla Scandinavia arriveranno la regista Matse Agren e la giovanissima Miranda, quattordicenne che siede nel parlamento Svedese, attivista di Destra, famosa per le sue battaglie contro l’immigrazione, che racconterà, di persona e su schermo, cosa significa costruirsi una carriera politica fin da giovanissima. E in un cammino a ritroso Lise Birk Pedersen con Tutti a casa darà il suo personalissimo punto di vista su Grillo e il Movimento 5 Stelle.




Nel documentario in anteprima nazionale al festival, lo sguardo della regista danese - spesso unica testimone invitata a seguire incontri a porte chiuse tra i pentastellati e il loro leader - ci apre le porte ad innumerevoli dietro le quinte di un fenomeno che ha cambiato la politica italiana. Lo sguardo di Francesco Munzi – uno dei grandi registi italiani di oggi - racconta, invece, nel suo Assalto al cielo la parabola dei ragazzi che animarono le lotte politiche extraparlamentari negli anni compresi tra il 1967 e il 1977.
La tematica di urgente rilevanza del lavoro è al centro di Merci Patron, documentario dell’anno in Francia,  in arrivo in anteprima a Pordenone. Il film-manifesto delle proteste contro la Loi Travail voluta dal ministro del lavoro Myriam El Khomri è firmato al regista François Ruffin.
Sempre di pressante attualità sulle relazioni israeliano-palestinesi, il lavoro di Marco De Stefanis, italiano che produce da tempo in Olanda, che con il suo delicato Waiting for Giraffes, in anteprima nazionale a Pordenone, la toccante storia del veterinario dell'unico zoo palestinese, per un affresco sui rapporti tra i due Paesi. Da Israele, sempre in anteprima nazionale, arriva Forever Pure di Maya Zinsthein che racconta l'incredibile evoluzione della squadra di calcio Beitar Jerusalem, roccaforte del tifo e dei manifestanti della destra sionista più accesi: un film che con la scusa – e il fascino – dello sport, parla di razzismo, integrazione religiosa e politica internazionale.
Tutto il programma su www.voci-inchiesta.it


#VOCINCHIESTA 

28 marzo 2016

FOTOGRAFIA . SENZA CONFINI . LE INCONE DI STEVE MCCURRY



Steve McCurry: Sharbat Gula, Afghan Girl, at Nasir Bagh refugee camp near Peshawar, Pakistan, 1984. Peshawar, Pakistan, 1984 ©Steve McCurry.
SENZA CONFINI.
Le Icone di Steve McCurry
Pordenone, Galleria Harry BertoiaDal 28 febbraio al 12 giugno 2016


Senza Confini è la nuova retrospettiva di Steve McCurry dedicata alla città di Pordenone.
La selezione di immagini dall'immenso archivio di McCurry,  offre  un viaggio simbolico attraverso i suoi 40 anni di fotografia per raccontarlo proprio come lo ha vissuto: Senza Confini, a costo della vita.
In Afghanistan nel '79 al seguito dei guerriglieri, primo a testimoniare l'importanza di quel paese per il fragile equilibrio del mondo; la conseguente odissea dei rifugiati che gli ha valso forse lo scatto più celebre di tutti i tempi: Sharbat Gula, la mitica bambina afgana in grado di esercitare per 30 anni la medesima forza magnetica.
Flash appassionanti di storia del mondo, lunghi appostamenti in cerca dell'inquadratura perfetta, o incontri fortuiti che lasciano il segno nei suoi ritratti unici.
La carriera di #McCurry è idealmente iniziata quando, vestito con abiti tradizionali, ha attraversato il confine tra il Pakistan e l’Afghanistan, controllato dai ribelli poco prima dell’invasione russa.
Quando tornò indietro portò con sé rotoli di pellicola cuciti tra i vestiti. Quelle immagini che sono state pubblicate in tutto il mondo, sono state tra le prime a mostrare il conflitto al mondo intero. Il suo servizio ha vinto la Robert Capa Gold Metal of Best Photographic Reporting from Abroad, un premio assegnato a fotografi che si sono distinti per eccezionale coraggio e per le loro imprese.
McCurry ha poi continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo.

 


Concentrandosi sulle conseguenze umane della guerra, mostrando non solo quello che la guerra imprime al paesaggio ma, piuttosto, sul volto umano. Confini simbolici quindi, che McCurry nel tempo ha fatto svanire davanti ai nostri occhi, le etnie in via di estinzione, le diverse condizioni sociali, i modi più particolari di concepire i gesti più semplici: immagini che raccontano una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità.
“Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te” afferma in un video l’artista.
Anche per questo, in ogni scatto di Steve McCurry è racchiuso un complesso universo di esperienze e di emozioni e non è un caso se molte delle sue immagini, a partire dal ritratto di #SharbatGula, sono diventate delle vere e proprie icone, conosciute in tutto il mondo
Senza Confini, nella sua installazione espositiva, mescolando tempi e luoghi, lascia il visitatore libero di muoversi e creare un suo personale percorso, e ritrovare le 50 icone più amate e commentate personalmente da McCurry nel catalogo, ma anche i progetti più recenti dedicati all'Africa, al Giappone alla Birmania dal 27 febbraio al 12 giugno, nei due piani della Galleria Harry Bertoia.
Tra questi una sezione inedita che costituisce un corpo a sé, dedicata a quella unica e incredibile realtà che è Cuba per attraversare con McCurry una vera e propria frontiera culturale e temporale prima dell’inevitabile cambiamento storico.
Cuba è il progetto più recente di McCurry, presentato a Pordenone in una prima assoluta, grazie alla straordinaria collaborazione di Jacob Cohën che ne ha reso possibile la realizzazione.
L'esposizione, a cura di Biba Giacchetti, è promossa e organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Pordenone su progetto di Sudest 57.


Orari mostra: mer - dom. 15.00 – 19.00
Info: Comune di Pordenone (+39) 0434 329916 attivitaculturali@comune.pordenone.it
www.comune.pordenone.it/galleriabertoia



#fotografia
#senzaconfini
#stevemccurry