Le mostre da vedere al MASI e allo Spazio -1 a Lugano
Il mito dell’India, l’universo creativo di Wolfgang Laib e un accostamento inconsueto
tra due “Swiss American Artists” al MASI, nella sede principale al LAC Lugano Arte e Cultura e dello Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
L. Ontani_Krishna, 1978_Collezione Fabio-Sargentini
SULLE VIE DELL'ILLUMINAZIONE
Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017
Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017
“Sulle vie dell’illuminazione. Il mito dell’India nella cultura occidentale 1808-2017” offre uno sguardo sul modo in cui, dall’inizio dell’Ottocento a oggi, la realtà indiana – con le sue tradizioni, religioni, paesaggi, culture e forme artistiche – ha affascinato e influenzato in maniera crescente il mondo artistico e culturale occidentale.
Dalle riflessioni sull’induismo e sul buddismo di Schopenhauer, cui si rifarà negli anni a venire anche la letteratura di Herman Hesse, riferimento per intere generazioni con Siddhartha, alle analisi antropologiche di Carl Gustav Jung; dai romanzi popolari di Kipling ed Emilio Salgari, al cinema di Rossellini e Pasolini; poi i Beatles che contribuirono a rendere l’India di moda tra la gioventù occidentale, come testimonia il connubio tra musica, spiritualità orientale e sperimentazione psichedelica della controcultura giovanile tra gli anni Sessanta e Settanta. Infine, gli scatti “indiani” di Henri Cartier-Bresson e di Werner Bischof, la città ideale immaginata a Chandigarh da Le Corbusier e i tanti artisti che negli ultimi decenni hanno tratto ispirazione e influenze dal subcontinente indiano: da Robert Rauschenberg a Frank Stella, da Richard Long a Luigi Ontani da Francesco Clemente ad Anselm Kiefer, per citarne solo alcuni.
La mostra rientra nell'ambito del progetto Focus India. Programma completo disponibile su: www.india.luganolac.ch
Fino al 21 gennaio 2018, LAC
A cura di Elio Schenini, MASI
Con il patrocinio di Ambasciata indiana in Svizzera
Wolfgang Laib, MASI Lugano 2017 - Photo Hartmut NägeleSono un nuovo Blocco di testo, pronto per il tuo contenuto
WOLFGANG LAIB
Prosegue fino al 7 gennaio 2018 l’importante mostra monografica dedicata a Wolfgang Laib, artista tedesco la cui opera si distingue nel panorama artistico contemporaneo per essenzialità, chiarezza e profondità di pensiero. Il progetto espositivo è elaborato in stretta collaborazione con l’artista e raccoglie 50 opere tra sculture, fotografie, disegni e installazioni .
Le fotografie realizzate da Laib durante i suoi viaggi in Europa e in Asia compongono un repertorio di forme che prende nuova vita nei suoi essenziali disegni a pastello. A loro volta i motivi che popolano le opere su carta riecheggiano e si amplificano nelle sculture e installazioni che completano il percorso espositivo, secondo un principio di circolarità e ripetizione paradigmatico dell’opera dell’artista.
Fino al 7 gennaio 2018, LAC
A cura di Marco Franciolli, direttore MASI
In collaborazione con Francesca Bernasconi, MASI
Collezione Olgiati Bernasconi-Bove Two Swiss American Artists, Installation View - Foto Studio Pagi
LIVIO BERNASCONI / CAROL BOVE
Two Swiss American Artists
Two Swiss American Artists
Fino al 10 dicembre 2017, lo Spazio -1, parte del circuito museale del MASI, propone un inconsueto accostamento tra due artisti di diverse generazioni: il pittore ticinese Livio Bernasconi (Muralto, 1932) e la scultrice statunitense Carol Bove (Ginevra, 1971). Inoltre, come ogni anno, lo Spazio -1 presenta un nuovo allestimento della Collezione Olgiati con l’obiettivo di mettere in relazione fra loro opere dell'avanguardia storica e di quella contemporanea acquisite in momenti diversi.
Livio Bernasconi e Carol Bove devono la loro identità artistica agli scambi e alle contaminazioni tra la cultura svizzera e quella americana. La scultrice statunitense Carole Bove quest’anno rappresenta la Svizzera alla Biennale di Venezia. Livio Bernasconi, formatosi in Ticino e in Italia, ha risieduto negli Stati Uniti a metà degli anni Sessanta, un soggiorno che ha prodotto un rigoroso e prolifico confronto tra la sua formazione europea, nell’ambito dell’informale, il Pop americano e l’espressionismo astratto. La dimensione pittorica di Bernasconi e l’universo plastico di Bove – pur nella differenza dei mezzi adottati e dell’attitudine intellettuale – sono caratterizzati dal linguaggio dell’astrazione arricchito da una grande vivacità cromatica.
Fino al 10 dicembre 2017, Spazio -1