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24 aprile 2017

ARTE E CINEMA A BOLOGNA E FORLI' "BLUE UNNATURAL"

Il cortometraggio distopico di Marco Bolognesi nella versione completa, un artista cyberpunk tra Bologna e Forli'.


MARCO BOLOGNESI
Blue Unnatural
13 minuti | Colore | Animazione | HD Stereo | ITA | 2017
Il cortometraggio dell’artista e regista Marco Bolognesi ospite del Future Film Festival (Bologna) e di Ibrida, festival delle arti intermediali (Forlì)
 



 


Future Film Festival
Bologna, Piazzetta Pasolini
2 maggio 2017, ore 23.00
Replica: 3 maggio 2017, ore 14.00
Ibrida, festival delle arti intermediali
Forlì, Sala Rossa
5 maggio 2017, ore 19.30


“Blue Unnatural”, il cortometraggio di Marco Bolognesi  nella versione definitiva (13 minuti, colore, animazione, HD Stereo, ITA, 2017), approda al “Future Film Festival” di Bologna e ad “Ibrida, festival delle arti intermediali” di Forlì.


La prima proiezione, martedì 2 maggio 2017, alle ore 23.00, nella Piazzetta Pier Paolo Pasolini di Bologna, con replica mercoledì 3 maggio alle ore 14.00; la seconda proiezione di terrà venerdì 5 maggio 2017, alle ore 19.30, nella Sala Rossa di Forlì. Sarà presente l’autore.
«Marco Bolognesi – dichiara Valerio Dehò – è uno dei pochi, se non l’unico, artista visivo contemporaneo che lavora dentro l’universo cyberpunk. La sua narrazione parte da un tema classico della letteratura cyber: immaginare un mondo in cui c’è chi controlla e chi è controllato».

I personaggi della produzione di Bolognesi sono donne mutanti, robot e cyborg; ma il vero cuore dell’opera è la città stessa, fantascientifica e cyberpunk, che annulla e perseguita la libertà personale attraverso la comunicazione propagandistica e dove gli operai senza identità lavoranoper costruire donne blu pronte a distruggere chiunque si opponga alle leggi.
«Ho creato un mondo distopico – dichiara Marco Bolognesi – basato sulle “malformazioni” della nostra realtà come monito. Raccontare le proiezioni future di queste problematiche è discutere quelle contemporanee, concependo il fare politica dell’arte come analisi del sociale».
“Blue Unnatural” è la prima produzione del neo-nato Bomar Studio, realizzata in collaborazione con Abc (Bologna), Kunst Merano Arte (Merano), PAN (Napoli) e SetUp (Bologna).


Marco Bolognesi, artista multimediale la cui arte spazia dal disegno alla pittura, dal cinema alla fotografia e al video, nasce a Bologna nel 1974. Prima dei trent’anni, trasferitosi a Londra, vince “The Artist in Residence Award” all’Istituto Culturale Italiano dando così inizio ad una carriera internazionale: oltre a Londra, le sue opere sono esposte a Vienna, Salisburgo, Budapest, Miami, New York, Chicago e Singapore. Nel 2014, collaborando con il critico e curatore Valerio Dehò, inizia il multiarticolato progetto “Sendai City” che si sviluppa in tre mostre personali che si susseguono tra la fine del 2014 e la prima metà del 2015 presso il Kunst Meran, Abc a Bologna ed il PAN di Napoli. Sempre nel 2015 il curatore Massimo Scaringella lo seleziona per il padiglione “Perspectivas Italianas” della Bienal del Fin del Mundo in Cile ed in Argentina. Nel 2016, in occasione della Biennale Italia-Cina, parte del materiale di lavorazione del filmato d’animazione “Blue Unnatural” è presentato alla Plastik Factory di Pechino. Nel 2017, l’opera “Mock-up” è esposta nella collettiva “Our Place in Space” a Palazzo Cavalli Franchetti, Venezia. Mostra curata da Antonella Nota e Anna Caterina Bellati, in collaborazione con ESA - European Space Agency e NASA.

 #marcobolognesi
#bomarstudio
#cyberpunk

21 aprile 2017

FASHION "A METALLIC SKIRT"

How can I wear a metallic skirt: look this example!


  + white blouse + black shoes 


ARTE A CHIOZZA DI SCANDIANO "IL MOSAICO CONTEMPORANEO DI BARBARA GIAVELLI"

Barbara Giavelli, Abbi Fede, 2013, mosaico in marmo, smalti e oro 24Kt, cm. 49X59

Da Domenica 5 marzo 2017 a Sabato 6 maggio 2017 | Atelier di Barbara Giavelli | Chiozza di Scandiano (RE)
“L’arte del mosaico” di Barbara Giavelli

Barbara Giavelli, 101 L'apertura della mente, 2015, mosaico in marmo, cm. 90x7
dal 5 marzo al 6 maggio 2017, a Chiozza di Scandiano (RE).

L’artista apre al pubblico il proprio atelier e inuguradomenica 5 marzo tra le  15.00 e le 19.00.
Saranno in esposizione anche mosaici che si possono indossare.

Barbara Giavelli, Marilyn Monroe, 2014, mosaico in marmo, smalti veneziani e millefiori, cm. 33,5x20
L’Atelier di Barbara Giavelli (Via Brolo Sotto, 86 – Chiozza di Scandiano) è aperto al pubblico di martedì, mercoledì e venerdì ore 10.00-12.00 e 15.00-19.00, oppure su appuntamento. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 328 8978985, info@macauba.com, www.macauba.com.


Barbara Giavelli, Vittoria Giulia (tributo a Raffaello, Musa Euterpe), 2004, mosaico in marmo, smalto e oro 24Kt, cm. 113x90,5

Barbara Giavelli nasce a Reggio Emilia nel 1970. Da sempre attratta dall’arte, in particolare dalla pittura e dal disegno, sperimenta varie tecniche. Nel 2000 inizia a frequentare i corsi di pittura tenuti da Alessandra Ariatti che, contemporaneamente, la indirizza verso l’arte musiva. In un primo tempo affronta la tecnica del mosaico in modo autonomo, successivamente si rivolge al mosaicista Gian Domenico Silvestrone per acquisire maggiore

Barbara Giavelli
d

imestichezza con la materia. Già dai primi lavori, l’artista intuisce le potenzialità del mosaico e la possibilità di esprimere con tessere in pietra, ori e smalti veneziani il proprio sentire. Dopo un primo studio dei soggetti classici, concentra la propria attenzione sulla potenza espressiva del colore, sull’effetto della luce che colpisce la materia vitrea e la pietra. Vive e lavora a Chiozza di Scandiano (RE), trascorrendo lunghi periodi di ricerca a Pietrasanta (LU).



 #arte
#mosaico
#barbaragiavelli
#mycultureinblog

MUSICA JAZZ A CREMONA "CremonaJazz 2017. Terza edizione "


25 Aprile 2017 - 27 Maggio 2017
Cremona, Auditorium Giovanni Arvedi
Studio ESSECI - CremonaJazz 2017. Terza edizione 4

CremonaJazz 2017. Terza edizione

 
La terza edizione del CremonaJazz suonerà nell’ Auditorium Giovanni Arvedi per quattro serate con vari stili e linguaggi.
Jazz, ovviamente, che privilegia la scelta del luogo, l’Auditorium Giovanni Arvedi, per le sue linee architettoniche di richiamo alla liuteria cremonese e soprattutto per la perfetta acustica progettata dell'architetto Giorgio Palù e dell’ingegner Yasuhisa Toyota.



Il violoncello di Morelenbaum, che accarezza le melodie di Jobim con con la saudade delle sei corde di Lula Galvão, con le percussioni di Rafael Barata, la passione


argentina degli Aires Tango o le vibrazioni della chitarra di Ralph Towner,  come il ritmo incalzante e le melodie dei violini del Kronos Quartet o il tocco e la creatività degli ottantuno anni di Carla Bley.



Martedì 25 aprile 2017 – ore 21:00
JAQUES MORELENBAUM Cello Samba Trio
Jaques Morelenbaum (violoncello)
Lula Galvão (chitarra acustica)
Rafael Barata (batteria)
Domenica 7 maggio 2017 – ore 21:00
JAVIER GIROTTO AIRES TANGO with RALPH TOWNER
“Duende”
Javier Girotto (sax soprano e baritono, flauti andini)
Ralph Towner (chitarra)
Alessandro Gwis (pianoforte)
Marco Siniscalco (basso)
Michele Rabbia (percussioni)
Domenica 21 maggio 2017 – ore 21:00
KRONOS QUARTET
David Harrington (violino)
John Sherba (violino)
Hank Dutt (viola)
Sunny Yang (violoncello)
Sabato 27 maggio 2017 – ore 21:00
CARLA BLEY TRIO (feat. Andy Sheppard e Steve Swallow)
Carla Bley (pianoforte)
Andy Sheppard (sax soprano e tenore)
Steve Swallow (basso)
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A completare APERIJAZZ  nel bar e ristorante del Museo del Violino, “Chiave di Bacco”, dalle 18.30 alle 20.30 in concomitanza con le date dei concerti.
Martedì 25 aprile 2017 ore 18:30
Pepe Ragonese Trio
Pepe Ragonese (tromba)
Pancho Ragonese (pianoforte)
Marco Vaggi (contrabbasso)
Domenica 7 maggio 2017 ore 18:30
Giuliano Ligabue Trio
Giuliano Ligabue (chitarra e voce)
Stefano Caniato (pianoforte)
Michele Mazzoni (basso)
Domenica 21 maggio 2017 ore 18:30
Lara Luppi & My Gipsy Soul
Lara Luppi (voce)
Luciano Poli (chitarra) (chitarra)
Mauro Sereno (contrabbasso)
Sabato 27 maggio 2017 ore 18:30
Iguazù Acoustic Trio
Fabio Gianni (pianoforte)
Marco Mistrangelo (basso)
Alex Battini de Barreiro (batteria)
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Biglietti e abbonamenti
Gli abbonamenti saranno in vendita a partire da martedì 28 marzo fino al 4 aprile presso due biglietterie, entrambe a Cremona: quella del Teatro Amilcare Ponchielli e quella del Museo del Violino.
I biglietti saranno in vendita dal 5 aprile anche online sul sito www.vivaticket.it
Costo dei biglietti:
Intero 30,00 euro
Ridotto (*) 20,00 euro
Abbonamento 4 concerti 100,00 euro
Abbonamento ridotto (*) a 4 concerti 65,00 euro
(*) Riduzione applicata agli under 20, agli over 65 e ai soci del Piacenza Jazz Club
BIGLIETTERIE
Teatro Amilcare Ponchielli, Cremona
Tel. 0372 022001 e tel. 0372 022002
Dal lunedì al sabato: 10:30 – 13:30 / 16:30 – 19:30
Museo del Violino, Cremona
Tel. 0372/080809
Dal martedì alla domenica: 10.00 – 18.00
Online sul sito www.vivaticket.it
Per ricevere tutte le informazioni sui concerti di Cremona Jazz, si può scrivere una e-mail a info@cremonajazz.it, mentre per mantenere i contatti e ricevere tutti gli aggiornamenti si può visitare il sito www.cremonajazz.it oppure seguire sui social la pagina Facebook e Twitter.
 

#cremonajazz
#musica

LIBRI NOVITA' FANUCCI "WRATH. NUOVE ALLEANZE E 2061: ODISSEA TRE"



Due novità libresche segnalate dalla casa editrice celebre per fantascienza e fantasy. Per gli amanti del genere!
Allora non è poi così vero come dicono alcuni booktuber che la Fanucci non termina le saghe.

Wrath. Nuove alleanze 

di John Gwynne




Il capitolo conclusivo di un viaggio fantastico e lo scontro finale di una saga epica, destinata a riscrivere le regole della letteratura fantasy.
dal 20 aprile in libreria, €25
dal 27 aprile in eBook, €4.99




2061: Odissea tre
di Arthur C. Clarke





Il terzo capitolo di una saga monumentale che ha rivoluzionato il mondo della fantascienza.

dal 20 aprile in eBook, €4.99

in libreria, €16


#libri
#fanucci
#fantasy 

20 aprile 2017

LIBRI "VIAGGIARE IN GIALLO"




Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Francesco Recami, Alessandro Robecchi, Gaetano Savatteri

Viaggiare in giallo



«Senza movente, senza indiziati, senza una logica apparente». Questa potrebbe essere la presentazione di questa antologia.
Il delitto di viaggio è un classico della letteratura poliziesca e qui i detective contemporanei sono creati da alcune delle più originali e apprezzate penne del poliziesco
Se oggi viaggiano tutti, il viaggio è un fenomeno di massa, gli enigmi dell’indagine diventano più complicati.
Ci sono crociere a prezzo stracciato, come quella in cui navigano i vecchietti del BarLume di Marco Malvaldi; pullman di studenti pendolari e gite in una Brianza sorprendentemente appartata. 


Alicia Giménez-Bartlett
Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006), Giorni d’amore e inganno (2008, 2011), Dove nessuno di troverà (2011, 2014), Exit (2012) e Uomini nudi (2016, Premio Planeta 2015). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell’ambito del Women’s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.
Marco Malvaldi
Marco Malvaldi (Pisa, 1974), di professione chimico, ha pubblicato con questa casa editrice la serie dei vecchietti del BarLume (La briscola in cinque, 2007; Il gioco delle tre carte, 2008; Il re dei giochi, 2010; La carta più alta, 2012; Il telefono senza fili, 2014; La battaglia navale, 2016, Sei casi al BarLume 2016, salutati da un grande successo di lettori. Ha pubblicato anche Odore di chiuso (2011, Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), giallo a sfondo storico, con il personaggio di Pellegrino Artusi, Milioni di milioni (2012), Argento vivo (2013) e Buchi nella sabbia (2015).
Antonio Manzini
Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato i romanzi Sangue marcio e La giostra dei criceti, quest'ultimo pubblicato da Sellerio nel 2017. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015) e Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016). Nel 2015 ha pubblicato Sull’orlo del precipizio in altra collana di questa casa editrice.
Francesco Recami
Francesco Recami (Firenze, 1956) con questa casa editrice ha pubblicato L’errore di Platini (2006), Il correttore di bozze (2007), Il superstizioso (2008, finalista al Premio Campiello 2009), Il ragazzo che leggeva Maigret (2009), Prenditi cura di me (2010, Premio Castiglioncello e Premio Capalbio), La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell’armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014), Piccola enciclopedia delle ossessioni (2015), L'uomo con la valigia (2015) e Morte di un ex tappezziere (2016).
Alessandro Robecchi
Alessandro Robecchi è stato editorialista de Il manifesto e una delle firme di Cuore. È tra gli autori degli spettacoli di Maurizio Crozza. È stato critico musicale per L’Unità e per Il Mucchio Selvaggio. In radio è stato direttore dei programmi di Radio Popolare, firmando per cinque anni la striscia satirica Piovono pietre (Premio Viareggio per la satira politica 2001). Ha fondato e diretto il mensile gratuito Urban. Attualmente scrive su Il Fatto Quotidiano, Pagina99 e Micromega. Ha scritto due libri: Manu Chao, musica y libertad (Sperling & Kupfer, 2001) tradotto in cinque lingue, e Piovono pietre. Cronache marziane da un paese assurdo (Laterza, 2011).
Con questa casa editrice ha pubblicato Questa non è una canzone d’amore (2014), Dove sei stanotte (2015), Di rabbia e di vento (2016) e Torto marcio (2017).
Gaetano Savatteri
Gaetano Savatteri (Milano, 1964), cresciuto in Sicilia, vive e lavora a Roma. Con questa casa editrice ha pubblicato: La congiura dei loquaci (2000, 2017) La ferita di Vishinskij (2003), Gli uomini che non si voltano (2006), Uno per tutti (2008), La volata di Calò (2008) e La fabbrica  

TEATRO A ROMA "L'ACCENDINO MAGICO"



Greg in L'accendino magico



18 - 30 aprile 2017
Teatro 7

Una tranquilla villetta al mare. Due coppie di coniugi e un amico di famiglia, un misterioso monaco e un accendino che si rivela essere una chiave per varcare le dimensioni. Un’avida corsa al potere, tra irresistibili cambi di esistenze e personalità, che porterà i protagonisti ad una meta inaspettata. Imprevedibile, graffiante, dissacrante, il grande Greg ritorna sul palco del Teatro 7.

Teatro 7 via Benevento, 23 - 00161 Roma - Tel.: 06 442.36.382 - e-mail: teatro@teatro7.it
ORARIO BOTTEGHINO: dal lunedì al sabato 10.30-21.00; domenica (dal 18 settembre): 16.00-18.00.
ORARIO SPETTACOLI: dal martedì al sabato 21.00; domenica 18.00.
SPETTACOLI PER BAMBINI: sabato ore 17.30 (vedere programmazione) 



19 aprile 2017

DANZA E MUSICA A TORINO "SOLARIS"


SOLARIS
una coproduzione Rivolimusica - Balletto Teatro di Torino
Musica eseguita dal vivo di Giorgio Li Calzi (Tromba, live electronics) e Manuel Zigante (Violoncello)


costumi di Maria Teresa Grilli Atelier
coreografia a cura dei danzatori del BTT
credito Roberto Poli


Dopo il Castello di Rivoli, il secondo appuntamento previsto per la Stagione 2016/2017 sarà dedicato alla commistione tra le arti e alla sperimentazione: in programma Solaris, ispirato per atmosfere e sonorità all’omonimo film del regista russo Andrej Tarkovskij (1972).


Manuel Zigante al violoncello e Giorgio Li Calzi alla tromba e live electronics mostrano come due percorsi musicali apparentemente distanti possano convergere in un astratto e materico territorio comune, antico e futuribile, reale e immaginario tanto quanto gli spazi atemporali e rarefatti del Soljaris sovietico. L'incontro tra il violoncello di Zigante e i suoni elettroacustici della tromba di Li Calzi


rappresenta un progetto pensato nel 1986, anno in cui Manuel e Giorgio si conoscono, e realizzato infine con una performance che si sviluppa tra improvvisazioni digitalizzate e riscrittura contemporanea del classicismo, da J.S. Bach ad Eduard Artemyev, passando per Jobim, Radiohead, Stills, Bălănescu. 
I corpi danzanti del BTT diventano un nuovo alfabeto sperimentale e dinamico così che musica e movimento coreutico dialoghino tra loro in un perfetto connubio basato anche sull’improvvisazione.

Durante la serata verrà presentato l'album omonimo, Solaris (CD, digitale) in uscita per Machiavelli Music.

Image
credito fotografico Roberto Poli

Per informazioni
Biglietti acquistabili sul sito vivaticket
Presso il Teatro Astra - TPE Teatro Piemonte Europa di Torino (via Rosolino Pilo, 6 Torino) e InfoPiemonte (p.zza Castello, Torino)
Oppure un'ora prima degli spettacoli presso la biglietteria della Lavanderia a Vapore
LAVANDERIA A VAPORE, Corso Pastrengo 51 10093 COLLEGNO (TO)
TEL. +39.011.4033800
(LUN- VEN 11.00/18.00)
MM Fermi + BUS 33-C01-37 fermata PASTRENGO NORD
E’ previsto un servizio navetta gratuito per la Lavanderia a Vapore in partenza dalla stazione “Fermi” della linea metropolitana nelle serate di spettacolo.
oppure

18 aprile 2017

ARTE A ROMA "SPARTACO . SCHIAVI E PADRONI A ROMA"


SPARTACO.SCHIAVI E PADRONI A ROMA


Museo dell’Ara Pacis

31 marzo - 17 settembre 2017

250 reperti archeologici, 10 fotografie e installazioni audio-video per un racconto immersivo.
Il complesso mondo degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. 
Il più grande sistema schiavistico che la storia abbia mai conosciuto è quello di Roma antica.



Un’intera economia era basata sullo sfruttamento dell'essere umano: una “merce” tanto cara e redditizia quanto deperibile. Milioni di individui privi di libertà, diritti e proprietà: stime recenti hanno calcolato presenti  tra i 6 e i 10 milioni di schiavi su una popolazione di 50/60 milioni di individui.
Spartaco. Schiavi e padroni a Roma, è ospitata dal Museo dell’Ara Pacis dal 31 marzo al 17 settembre 2017.




Grazie a un team di archeologi, scenografi, registi e architetti la mostra restituisce la complessità del mondo degli schiavi nell’antica Roma a partire dall’ultima grande rivolta guidata da Spartaco tra il 73 e il 71 a.C. Divenuto gladiatore, Spartaco fu protagonista della celebre ribellione della scuola di gladiatori di Capua. Raccolse intorno a sé una moltitudine di schiavi, ma anche di poveri e di disperati, che trasformò in un vero esercito, tenendo testa per ben tre anni all’esercito romano.



Terrorizzò Roma e il suo establishment, che gli inviò contro le legioni di Crasso, quelle di Pompeo e quelle di Lucullo. Finalmente fu sconfitto e cadde combattendo in armi. Il suo corpo non fu mai trovato, ma 6000 dei suoi compagni di ribellione furono crocefissi sulla via Appia, lungo tutta la strada tra Roma e Capua.



I diversi ambiti della schiavitù ai tempi di Spartaco sono raccontati attraverso 11 sezioni che raccolgono circa 250 reperti archeologici affiancati da una selezione di 10 fotografie. Le opere sono inserite in un racconto immersivo composto da installazioni audio e video che riportano in vita suoni, voci e ambientazioni del contesto storico. Chiudono il percorso i contributi forniti dalla Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO, International Labour Organization), Agenzia Specializzata delle Nazioni Unite nei temi del lavoro e della politica sociale, impegnata nell’eliminazione del lavoro forzato e altre forme di schiavitù legate al mondo del lavoro.
I reperti archeologici provengono da 5 musei della Sovrintendenza Capitolina, da molti musei italiani (Museo Civico di Castel Nuovo - Maschio Angioino, Napoli; Fondazione Brescia Musei - Museo di Santa Giulia; Museo Archeologico dei Campi Flegrei, Baia (NA); Museo Archeologico Nazionale, Napoli; Servizio Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Messina; Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli; Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, Terme di Diocleziano e Palazzo Massimo; Soprintendenza Archeologica di Pompei; Gallerie Estensi, Modena; Accademia di S. Luca, Roma e


alcuni importanti musei stranieri (Musei Vaticani; Galleria Tretyakov, Mosca; Museo del Louvre, Parigi; Museo Archeologico Nazionale, Madrid; Museo Romano - Germanico, Colonia).
Le 10 fotografie – di Lewis Hine, Philip Jones Griffith, Patrick Zachmann, Gordon Parks, Fulvio Roiter, Francesco Cocco, Peter Magubane, Mark Peterson, Selvaprakash Lakshmanan – che affiancano il percorso espositivo, rappresentano altrettante forti denunce visive, realizzate da maestri della fotografia di documentazione, che in tempi recenti hanno voluto osservare con il proprio sguardo e la propria macchina fotografica alcune forme di schiavismo dell’epoca post-industriale e contemporanea. Ancora oggi, infatti, sono circa 21 milioni gli esseri umani che, secondo stime ufficiali, possono essere definiti vittime della new slavery.
LE SEZIONI
Benché la schiavitù sia esistita da tempi remoti in tutte le civiltà, sono stati i romani a dare vita all’organizzazione di un sistema schiavistico capillare sorto a seguito della conquista di intere popolazioni e territori immensi, che funzionarono come bacino di rifornimento di manodopera schiavile. Senza gli schiavi, motore silenzioso e quasi invisibile dell’impero, difficilmente si sarebbe sviluppato il latifondo a cultura intensiva, il commercio non avrebbe potuto distribuire merci su scala globale solcando numerose rotte, così come l’industria tessile, le fabbriche dei laterizi, la produzione industriale della ceramica e le imprese estrattive di cava e di miniera non avrebbero potuto far fronte ai consumi delle grandi concentrazioni urbane sorte intorno al Mediterraneo. Persino il settore divertimento e tempo libero – teatro, circo e terme – non avrebbe potuto sopravvivere senza una larga percentuale di lavoro schiavile.
Il percorso si snoda attraverso undici sezioni, a partire da Vincitori e vinti, in cui si racconta l’età delle conquiste e la riduzione in schiavitù di decine di migliaia di vinti in ogni campagna militare; Il sangue di Spartaco, ossia la sconfitta a opera delle legioni di Crasso dei circa 70.000 ribelli guidati, appunto, da Spartaco, episodio che segna la fine sanguinosa delle guerre sociali e sancisce l’ineluttabilità dell’economia schiavile.
La terza sezione è dedicata al Mercato degli schiavi, fiorente in tutto il Mediterraneo e presente nella stessa Roma.
La condizione degli Schiavi domestici è l’argomento della quarta sezione che evidenzia il privilegio, rispetto agli addetti ai lavori pesanti, di chi condivideva quotidianamente la vita negli spazi domestici, godendo, talvolta, addirittura della stima e dell’affetto del padrone.
Nella quinta sezione, Schiavi nei campi, si tratta dell’agricoltura, contesto sicuramente più svantaggiato, per la fatica quotidiana, la presenza di un sorvegliante plenipotenziario e a volte per l’uso delle catene nei campi.
Ancora peggiore poteva essere la situazione delle schiave, esaminata nella sesta sezione Schiavitù femminile e sfruttamento sessuale, per le quali la prostituzione era così frequente da renderne necessaria la proibizione per legge. Ciò nonostante, talvolta le schiave-amanti potevano acquisire ruoli di rilievo nella vita familiare.
Esistevano poi i Mestieri da schiavi (settima sezione), alcuni dei quali conferivano ulteriore marchio di infamia, come le prostitute, i gladiatori, gli aurighi e gli attori. Accanto a questi, però, altri mestieri – oggi stimati, come quello del medico e del chirurgo – erano esercitati da schiavi, molto spesso greci, di particolare cultura e abilità.
L’ottava sezione è dedicata agli Schiavi bambini, del cui impiego nell’economia domestica padronale restano molte testimonianze archeologiche. Il loro numero cresce al termine delle grandi conquiste con l’aumento delle nascite tra gli schiavi che vivono stabilmente nelle case dei padroni.
La nona sezione, Schiavi nelle cave e miniere, descrive la condizione di lavoro e di vita cui erano costretti coloro che rifornivano di marmi e metalli preziosi la capitale e gli altri centri dell’impero.
La decima sezione, Una strada verso la libertà, è dedicata alla manumissio, vera e propria occasione offerta dal diritto romano agli schiavi più meritevoli e a quelli che erano riusciti, arricchendosi, a comprare la propria libertà. Si trattava comunque di una pratica diffusa e unica nella storia della schiavitù tanto che gli schiavi liberati, i liberti, potevano divenire a pieno titolo cittadini romani, con tutti i diritti connessi e poche limitazioni, che peraltro scomparivano per la generazione successiva. Con questa logica, paradossale, il sistema schiavistico romano metteva in moto un vero e proprio ascensore sociale su base, almeno teoricamente, meritocratica.
L’ultima sezione, Schiavitù e religione, esplora il rapporto della schiavitù con alcuni aspetti del culto ufficiale romano, per poi soffermarsi sugli effetti dell’affermazione del Cristianesimo in età costantiniana.





L’esposizione è ideata da Claudio Parisi Presicce e Orietta Rossini. La curatela scientifica è di Claudio Parisi PresicceOrietta Rossini Lucia Spagnuolo. Ideazione, regia e curatela dell’allestimento visivo e sonoro sono di Roberto AndòGiovanni CarluccioAngelo PasquiniLuca Scarzella Hubert Westkemper. La curatela della sezione fotografica è di Alessandra Mauro. Produzione audio e video sono a cura di NEO narrative environment operas. Catalogo De Luca Editore.

ARTE A NAPOLI "TOTO' GENIO"


13 aprile – 9 luglio 2017
Napoli
Palazzo Reale
Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino)
Convento di San Domenico Maggiore


A 50 anni dalla scomparsa di Antonio de Curtis, in arte Totò, avvenuta il 15 aprile 1967, la città di Napoli ospita la mostra monumentale Totò Genio, voluta dall’Associazione Antonio de Curtis.


Curata da Alessandro Nicosia, che ha coordinato anche la direzione generale del progetto, insieme a Vincenzo Mollica.
Il catalogo ufficiale, realizzato da Skira, è introdotto da una prefazione di Goffredo Fofi.
E' la prima grande antologica dedicata a Totò e mette in luce la grandezza di uno dei maggiori interpreti italiani del Novecento.
Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro – genito Gagliardi De Curtis Di Bisanzio, più brevemente Antonio de Curtis e conosciuto al grande pubblico come Totò, è stato uno dei maggiori artisti italiani, simbolo dello spettacolo comico in Italia, attore di teatro e cinema (sono 97 i film da lui interpretati) anche poeta e autore di canzoni.
Tre luoghi prescelti: il Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino), Palazzo Reale e il Convento di San Domenico Maggiore. Il percorso delle mostre nella mostra ripercorrono e raccontano attraverso centinaia di documenti tra fotografie, filmati, costumi di scena, locandine di film, interviste, disegni, riviste e giornali d’epoca, spezzoni cinematografici e televisivi, manoscritti personali, lettere, cimeli e materiale inedito, la vita, l’arte e la grandezza del Principe Antonio de Curtis.

Le mostre nella mostra:
“Genio tra i geni”
Museo Civico di Castel Nuovo (Maschio Angioino)- Cappella Palatina
La mostra ospitata nella Cappella Palatina del Museo Civico di Castel Nuovo ripercorre e racconta il rapporto tra Totò e i grandi della cultura del Novecento.
Aprono l’esposizione le interviste a personaggi di spicco della cultura e dello spettacolo italiani, tra i quali Dario Fo, Roberto Benigni, Andrea Camilleri, Mina, Fiorello che raccontano il loro legame con Totò e quello che il grande attore ha rappresentato per loro.
In questa sezione sono esposti i disegni che Federico Fellini dedicò a Totò. In lui vedeva un artista senza tempo. E ancora quelli realizzati negli anni ’50 da Ettore Scola per la rivista satirica Marc’Aurelio e gli oltre trenta schizzi di Pasolini per La terra vista dalla luna, episodio del film Le streghe (1967) interpretato da Totò.
E ancora si potranno ammirare i disegni di fumettisti celebri come Crepax, Pratt, Manara, Onorato e Pazienza, oltre ai lavori di giovani artisti ispirati dalla sua figura.
Una parte della mostra espone documenti e carteggi, come quelli di Pasolini e Zavattini.



“Totò, che spettacolo!”
La vita, il varietà, la poesia, le canzoni, la biblioteca, le cose di Totò (il famoso baule). L’Istituto Luce e la Rai per Totò.
Palazzo Reale – Sala Dorica
Nella sala Dorica di Palazzo Reale viene analizzato il rapporto tra Totò e le arti: costumi di scena originali, filmati e installazioni multimediali saranno al centro di questa sezione, in cui Totò sarà nuovamente in scena con la sue voce e le sue inconfondibili “smorfie”. Al centro il baule di scena, che Totò portava sempre con se nei teatri e nei set cinematografici. Il baule di scena, affidato, custodito e successivamente donato da Totò a suo cugino e segretario Eduardo Clemente attualmente è custodito dal figlio Federico, che lo ha messo a disposizione per l’esposizione. Saranno esposte anche quattro poesie inedite che mettono in luce il Totò più intimo e lontano dai riflettori e dall’immagine di Principe della risata, quello che rifugiava sentimenti e sensazioni nella poesia o nelle canzoni.

“Dentro Totò”
Convento di San Domenico Maggiore (Grande Refettorio e Piccolo Refettorio)
La mostra ospitata all’interno del Convento di San Domenico Maggiore permetterà di scoprire nuovi importanti aspetti della figura del grande artista, attraverso diverse sezioni. In questa parte dell’esposizione verrà raccontato un Totò più “privato” attraverso 250 fotografie che lo ritraggono nei fuoriscena dei suoi film, nei momenti di vita quotidiana, nelle serate mondane e che mostrano le sue passioni, come quella per gli animali.
Totò e la pubblicità racconta un aspetto meno noto della sua carriera; come molti altri personaggi del cinema e della televisione, ha fornito la propria testimonianza diretta sulla qualità dei prodotti italiani. Negli anni è stato testimonial di diversi prodotti, come nel 1957, quando insieme a Franca Faldini è stato protagonista della pubblicità della Lambretta, oppure ancora nel caso della Perugina, che lo scelse come volto per pubblicizzare il famoso Bacio.
Nessuno mi ricorderà disse  pochi giorni prima della sua scomparsa, Totò a chiusura di un'intervista. In questa parte della mostra vengono raccontati i suoi funerali, che furono tre, il primo a Roma, il secondo a Napoli e il terzo nel Rione Sanità a Napoli, in cui era nato. Attraverso fotografie, filmati storici provenienti dall’Archivio Luce e dalla Rai, giornali e ricordi, viene data testimonianza del sentito e meraviglioso addio che Napoli ha rivolto al suo più grande artista.


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