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12 dicembre 2014

Dîner d’Epicure | Roberto Paolini + Roberto Valbuzzi | Bologna, venerdì 23 gennaio 2015


Concerto dell'Orchestra Sinfonica del Conservatorio "Tartini" di Trieste (venerdì 12 dicembre)

TEATRO COMUNALE DI MONFALCONE
Concerto dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “Tartini” di Trieste
(venerdì 12 dicembre)
 
L'Assessorato alla Cultura del Comune di Monfalcone e il Conservatorio "Giuseppe Tartini" di Trieste presentano, venerdì 12 dicembre alle ore 18.00, presso il Teatro Comunale di Monfalcone, il concerto dell'Orchestra Sinfonica degli Studenti del Conservatorio "Tartini", diretta per l'occasione dal M° Antonino Fogliani. Ad affiancare l'imponente Orchestra di circa 60 elementi, al pianoforte, il giovane e talentuoso Nicola Losito.
Ad aprire la serata è il Concerto n° 5 in mi bemolle maggiore op. 73 "Imperatore" per pianoforte e orchestra di Beethoven; nel segno di Leonard Bernstein, invece, la seconda parte della serata, con l’esecuzione, dal celeberrimo West Side Story, di Symphonic Dances.
L'ingresso è libero.

11 dicembre 2014

NASCE A SAVONA IL MUSEO DELLA CERAMICA GRAZIE ALLA FONDAZIONE A. DE MARI E AL COMUNE DI SAVONA | INAUGURAZIONE MARTEDÌ 16 DICEMBRE 2014 | INGRESSO GRATUITO FINO AL 6 GENNAIO 2015


Grazie all’impegno e alla collaborazione tra Fondazione A. De Mari e Comune di Savona

NASCE A SAVONA IL MUSEO DELLA CERAMICA

 


nello storico edificio quattrocentesco del Monte di Pietà, aperto per la prima volta al pubblico dopo i restauri ed ora collegato all’attigua Pinacoteca Civica, a creare un grande polo museale nel centro storico cittadino

 


Inaugurazione: martedì 16 dicembre ore 17.00

Ingresso gratuito fino al 6 gennaio 2015
 

Savona ha un nuovo gioiello d’arte e cultura nel cuore del suo centro storico: è il Museo della Ceramica, la cui realizzazione è stata fortemente attesa ed è oggi arrivata a compimento grazie all’impegno e alla stretta collaborazione che ha visto la Fondazione A. De Mari e il Comune di Savona operare fianco a fianco nella creazione di un polo museale senza precedenti dedicato alla ceramica ligure, in particolare savonese e albisolese, con un migliaio di opere di grande valore artistico,  dal XV secolo al contemporaneo, accuratamente selezionate dalle curatrici Cecilia Chilosi ed Eliana Mattiauda.
 

Sede del Museo è il magnifico edificio quattrocentesco del Monte di Pietà - di proprietà della Fondazione A. De Mari - fondato nel 1479 dal Papa savonese Sisto IV e restaurato dalla stessa per l’occasione, con un intervento progettuale mirato da un lato a conservare e valorizzare le parti storiche preesistenti e, dall’altro, a favorirne una nuova fruibilità pubblica. Nella rinnovata veste di Museo della Ceramica, gli spazi restaurati e allestiti su quattro piani vengono riaperti per la prima volta al pubblico e collegati direttamente, con questo intervento, all’adiacente Pinacote­ca Civica di Savona - ospitata nell’edificio di Palazzo Gavotti di proprietà del Comune - con i suoi straordinari dipinti antichi, prima fra tutte la Crocifissione di Donato de' Bardi, un unicum nel panorama dell'arte rinascimentale, e opere di celebri artisti contemporanei presenti nella collezione della Fondazione Museo di Arte Contemporanea Milena Milani in Memoria di Carlo Cardazzo, fra cui Picasso, Fontana, De Chirico, Magritte e Mirò.
 

 

L'unione delle due realtà museali offre così l’opportunità di dotare la città di un forte polo di attrazione, il Museo d'Arte di Palazzo Gavotti, formato da straordinarie collezioni d’arte, a creare un itinerario culturale e artistico unico, di rilievo internazionale, in stretto collegamento con le chiese e i palazzi del centro storico cittadino. 

Non a caso, il Museo della Ceramica nasce proprio a Savona. Forte infatti di una tradizione che ha visto la produzione ceramista caratterizzare per oltre sei secoli l’arte, la storia e la cultura del savonese, il Museo rappresenta sin dalle sue premesse l’espressione di un intero territorio e dell’eccellenza che l’ha reso apprezzato in tutto il mondo. Un connubio – quello tra capacità artistica e manifattura produttiva – che, a partire dai secoli scorsi fino ai nostri giorni, ha reso possibili importanti collaborazioni con pittori e scultori locali e internazionali nell’utilizzo della materia ceramica quale mezzo espressivo di grande potenziale e valore artistico. 

Un patrimonio valorizzato grazie alla collaborazione tra la Fondazione A. De Mari e il Comune di Savona, che hanno saputo unire con grande attenzione e lungimiranza competenze professionali e risorse economiche, collocando il Museo della Ceramica nel più ampio circuito dei Civici Musei di Savona (MUSA), con l’obiettivo di creare e amplificare il polo museale cittadino e le sue straordinarie collezioni invidiabili a livello internazionale. 

“Aver realizzato un progetto così rilevante per la nostra comunità e il territorio è per noi motivo di grande orgoglio e soddisfazione”- ha commentato Roberto Romani, Presidente della Fondazione “A. De Mari” – “Riteniamo che aver dato al nostro edificio del Monte di Pietà la destinazione di sede del Museo della Ceramica debba considerarsi la naturale evoluzione di un palazzo che rappresenta un capitolo fondamentale della storia savonese e che diventerà così luogo di conoscenza e rappresentazione del vissuto economico e culturale del nostro territorio”.
“La nascita del Museo della Ceramica e la creazione, con esso, di un nuovo polo culturale della ceramica savonese rappresentano un'importante opportunità per la città – dichiara Federico Berruti, Sindaco di Savona – per favorire lo sviluppo turistico e culturale del territorio. A partire dalla realizzazione di un centro espositivo di questa portata, l'obiettivo è quello di far sì che la nostra città e le sue storiche peculiarità artistiche possano trovare un ruolo preminente nell'ambito della ceramica italiana”.

Il Percorso espositivo e le collezioni

Nel Museo trovano spazio le raccolte di proprietà della Pinacoteca Civica - l'antica vaseria dell'Ospedale San Paolo, la prestigiosa donazione del Principe Boncompagni Ludovisi e i pezzi donati o in deposito alla Pinacoteca a partire dal 2011 (raccolte Folco e Figliolia) – a cui si  aggiungono le ceramiche acquistate nel tempo dalla Fondazione A. De Mari, come il corredo della farmacia Cavanna, la collezione Bixio e importanti opere tratte dalle edizioni della Biennale della Ceramica, realizzate da noti artisti e designer contemporanei fra cui Michelangelo Pistoletto, Adrian Paci, Yona Fri­edman, Alberto Garutti, Ugo La Pietra, Alessandro Mendini, Andrea Branzi, Pekka Harni e Franco Raggi. 

La visita al Museo della Ceramica inizia in piazza Chabrol, all’ingresso della Pinacoteca Civica e termina nel Palazzo del Monte di Pietà, con lo scalone aperto su via Aonzo, in prossimità del Complesso Monumentale della Cattedrale. Il percorso si articola su quattro livelli ed è organizzato per singole raccolte, cui si alternano sezioni ordinate secondo una disposizione cronologica e tipologica. 

Completano la visita gli strumenti multimediali, realizzati da “Mizar per la divulgazione scientifica”, di Paco Lanciano, tra cui emerge la quadrisfera, una struttura che permette di assistere a una suggestiva narrazione della storia e degli sviluppi della ceramica ligure. Una vetrina interattiva multimediale dà invece vita a racconti che ci introducono ai diversi segreti della lavorazione della ceramica. 

L’intervento di restauro e architettonico

Autori del progetto di restauro sono stati Armellino & Poggio Architetti Associati, lo Studio di Architettura Fallucca e l’Architetto Marco Ricchebono, chiamati dalla Fondazione A. De Mari alla ridefinizione degli spazi individuati per ospitare il nuovo museo sia dal punto di vista strutturale sia allestitivo. L’ubicazione del museo all'interno del quattrocentesco Palazzo del Monte di Pietà ha infatti reso necessaria l’adozione di soluzioni architettoniche indirizzate in primis alla conservazione e al recupero delle parti originarie dell'edificio, con l’inserimento di nuovi elementi architettonici contemporanei con suggestive strutture in vetro e acciaio per valorizzare in maniera adeguata e allo stesso tempo scenografica gli oltre mille pezzi in esposizione.

Photo credit Fulvio Rosso.
 
FUOCO NERO: MATERIA E STRUTTURA ATTORNO E DOPO BURRI
21 dicembre 2014 – 29 marzo 2015
inaugurazione sabato 20 dicembre 2014 ore 18.30
Salone delle Scuderie, Palazzo della Pilotta
Piazzale Bodoni 1, Parma

 

 



Il giorno sabato 20 dicembre a Parma, al Salone delle Scuderie in Pilotta alle ore 18,30 si inaugurerà la mostra: Fuoco nero: materia e struttura attorno e dopo Burri. Prima di tutto spieghiamo il titolo: “Fuoco nero” perché si mette a confronto la ben nota sequenza di Aurelio Amendola che fotografa Burri mentre crea una Plastica col fuoco con il grande Cellotex di Alberto Burri, appunto nero, punto di partenza della mostra.
 
 
Lo CSAC dell’Università di Parma ha ricevuto in dono, circa 40 anni fa, un importante Cellotex (1975) di Alberto Burri. Attorno a questa opera, in occasione anche dell’approssimarsi del centenario della nascita dell’artista (1915-1995), si è pensato di chiedere, negli ultimi due anni, a significativi pittori, scultori, fotografi, giovani e meno giovani, almeno un’opera che essi pensassero comunque collegata o riferibile alla ricerca di Alberto Burri. L’idea era anche quella di chiedersi, oggi, che cosa è vivo, che cosa resta, nella memoria dell’arte, del grande creatore scomparso. A questo invito hanno risposto generosamente, e con importanti opere, in molti. Fra essi ricordo: 
 

 

Bruno Ceccobelli e NunzioMimmo Paladino e Luca PignatelliMarcello Jori e Alberto GhinzaniPino Pinelli Giuseppe Maraniello, Giuseppe  Spagnulo e Emilio IsgròAttilio Forgioli e Mario RacitiMedhat Shafik Franco GuerzoniLuiso Sturla e Renato BoeroRaimondo Sirotti Davide BenatiConcetto Pozzati e Enzo EspositoGianluigi Colin e William Xerra. Agli artisti è stato anche chiesto di illustrare le ragioni per cui l’opera donata si collegava alla ricerca di Burri; anche queste loro parole appaiono un contributo storico significativo.
 
 
Si disegnava dunque un panorama certo stimolante del dialogo degli artisti di oggi col pittore di Città di Castello, ma si apriva anche un problema: come raccontare il rapporto con Burri di molti artisti dagli anni ’50 in poi, come ricostruire il tessuto del dibattito in anni cruciali.
Prendendo spunto dalla componente strutturale che sempre articola, fin dagli anni ’40, l’opera di Burri, si sono dunque individuatidue percorsi in qualche modo sempre collegati e comunicanti, quello della ricerca sulla materia e quello della articolazione delle strutture. Per mettere in evidenza questa vicenda si è dunque attinto alle raccolte dello CSAC puntando, ad esempio, su alcune figure del Gruppo Origine (1950-1951), con opere di CollaBalloccoGuerrini, e ancora del Gruppo 1 con 
Biggi.Era inoltre necessario provare a restituire, almeno per cenni,  le esperienze dei due centri principali della ricerca di quegli anni, da una parte Roma con, ad esempio, Gastone  Novelli e Toti Scialoja che dialogano con Cy Twombly e con l’Abstract Expressionismamericano, e, a Milano, Lucio Fontana.
Si è quindi ritenuto indispensabile ricostruire, almeno per poli, dalla Lombardia a Napoli, dalla Liguria all’Emilia, le proposte di alcuni dei molti protagonisti della ricerca sulla materia, ed ecco quindi, fra le altre, le opere di Tavernari e Spinosa, di Pierluca eMorlotti, di Mandelli e Bendini, di Arnaldo Pomodoro e Zauli, di Mattioli e Padova, di Zoni, di Lavagnino e Ruggeri, di OlivieriVago, di Guenzi Carrino, di FerrariRepettoChighine.
Distinto da questo filone di ricerca nel quale prevale il peso, la lunga durata della materia e che la critica ha definito prevalentemente come “informale”, si pone un altro modello, quello della indagine sulla struttura, un percorso che in mostra si individua attraverso opere di Perilli, Pardi, Garau, Toti  Scialoja.
Era inoltre importante provare a definire, sia pure solo per cenni, il significato dell’opera di Burri fuori dei confini, così ecco la presenza in mostra di un pezzo di Joe Tilson e, a contrappunto, un grande collage di Louise Nevelson legato alla ricerca americana degli anni ’50, a cui si sono aggiunti un gruppo di collage della statunitense Nancy Martin attenta al filone astratto dopo Josef Albers.

In mostra la fotografia avrà una parte significativa. Prima di tutto con le immagini di Aurelio Amendola che hanno suggerito il titolo della mostra: quelle di Burri che crea col fuoco una Plastica a confronto col “nero” del Cellotex dello CSAC. Di Nino Migliori ecco un gruppo di pirogrammi degli anni ’50 di recente ristampati; di Mimmo Jodice un importante “muro”; di Giovanni Chiaramonte una ricerca degli anni ’70 su una casa distrutta; di Mario Cresci una sequenza sulle rocciose spiagge di Sicilia. A queste opere si aggiungono due ricerche diverse, legata al filone concettuale quella di Brigitte Niedermair, attenta alla lingua dell’astrazione quella di Gianni Pezzani.
 
Alla generosità degli artisti, o dei loro eredi, e si pensi alle opere di Domenico  Spinosa, si sono ora aggiunte le donazioni di due sensibili galleristi: si deve a Matteo Lorenzelli quella della scultura di Pierluca e del torso ligneo di Tavernari, e a Giorgio Marconi quella del collage di Louise Nevelson e della grafica di Antoni Tàpies.
 
La mostra, curata da Arturo Carlo Quintavalle, proporrà oltre settanta dipinti e altrettante fotografie e ancora un gruppo di opere grafiche per un totale di 172 pezzi tutti riprodotti in un ampio catalogo che verrà edito da Skira.
La esposizione resterà aperta dal 21 dicembre 2014 al 29 marzo 2015.Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18. Chiuso lunedìIngresso gratuito

Libri: Cervelli che contano: incontro con Giorgio Vallortigara e Nicla Panciera



Quali sono le basi neurobiologiche della nostra conoscenza del numero? Sottostanti le capacità matematiche simboliche e discrete che si sono sviluppate in alcune società umane, giacciono, incarnate nell'attività dei sistemi nervosi, le radici non-simboliche della rappresentazione della numerosità. Basate sulla stima della quantità e sul continuo, esse sono osservabili anche nelle creature prive di linguaggio simbolico, i bambini più piccoli e gli animali.
Incontro con gli autori
Giovedì 18 dicembre, ore 18.30
Palazzo delle esposizioni, Sala Cinema
Scalinata di via Milano 9a - Roma
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

10 dicembre 2014

"ROMA SPARITA" tornano i celebri acquerelli di ETTORE ROESLER FRANZ - dal 17 dicembre a Trastevere

 

LA ROMA DI ETTORE ROESLER FRANZ

TRA FASCINO PER IL PITTORESCO E MEMORIA FOTOGRAFICA

 


Al Museo di Roma in Trastevere, dal 17 dicembre al 28 giugno 2015, tornano

40 dei celebri acquerelli a confronto con 48 foto vintage. Inoltre, grazie ad un touchscreen, sarà possibile ammirare l’intera serie corredata da apparati introduttivi e una mappa d’epoca

#RoeslerFranzRoma

 

Il Museo di Roma in Trastevere invita cittadini e turisti a rivivere le atmosfere della Roma di fine Ottocento attraverso l’esposizione di 40 acquerelli della serie Roma pittoresca. Memoria di un’era che passa (3 dei quali non esposti da diversi decenni), 48 foto vintage, due preziosi album fotografici di fine Ottocento  e della presentazione dell’intera serie di 120 acquerelli attraverso un touch screen, arricchito con schede di approfondimento, foto e una mappa d’epoca.

 

La mostra La Roma di Ettore Roesler Franz. Tra fascino per il pittoresco e memoria fotografica, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione e i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, è a cura di Silvana Bonfili e sarà aperta al pubblico dal 17 dicembre al 28 giugno 2015.

 
La serie di acquerelli, realizzata tra il 1876 e il 1897, ha l’intento di ritrarre i luoghi di Roma investiti dalle ristrutturazioni urbanistiche e architettoniche volute dal Governo italiano dopo il 1870 per adeguare la città al nuovo ruolo di capitale. Per la loro particolare tipologia tecnica e per via del supporto su carta, gli acquerelli sono di complessa conservazione e la prolungata esposizione -  avvenuta prima degli anni Ottanta del XX secolo -  ha per alcuni di questi precluso ulteriori esposizioni a parete.
 

La Direzione del Museo ha quindi ideato una serie di contenuti multimediali, fruibili tramite un touch screen, per consentire  al visitatore di ammirare tutti i preziosi e delicati dipinti nel loro splendore. Le immagini saranno corredate da apparati introduttivi e brevi schede esplicative delle opere e dei luoghi raffigurati dall’artista e inserite all’interno di una mappa d’epoca di Roma. Gli acquerelli saranno messi a confronto con le foto storiche  degli stessi soggetti selezionate per l’occasione. Ben dieci gli itinerari da percorrere attraverso la Roma ottocentesca ritratta e amata dall’artista: le sponde del Tevere, i Prati di Castello, Borgo, il Campidoglio, l’Aventino, Marmorata,  la cosiddetta Salara  e Testaccio, il Celio, il Ghetto, Trastevere e altri luoghi di interesse.

 
I 40 acquerelli esposti a parete, selezionati tra i più celebri ed indimenticabili, offriranno l’immagine della Roma di fine Ottocento, prima delle grandi trasformazioni urbanistiche dei piani regolatori del 1873 e del 1883 e della costruzione dei muraglioni lungo gli argini del Tevere. Si potranno quindi ammirare il “gioiello settecentesco” del Porto di Ripetta, l’arcata maestosa di Ponte Rotto o visioni di paesaggi urbani quali i giardini pensili o le terrazze affacciate sul fiume Tevere. 

 
Saranno esposte anche 48  foto vintage delle quali due inserite in preziosi volumi fotografici di fine Ottocento, appartenenti all’Archivio fotografico del Museo di Roma, che ritraggono gli stessi luoghi rappresentati da Ettore Roesler Franz. Molte di queste foto furono commissionate proprio  dal Comune, in vista delle imminenti trasformazioni.

Il confronto tra i dipinti, che ci riportano all’idea di una Roma Sparita e dall’atmosfera pittoresca e romantica, e le coeve immagini fotografiche, alcune delle quali di grande bellezza, offrirà quindi al pubblico uno strumento ulteriore di approfondimento e di indagine sulla Capitale e sulla sua memoria storica.

Per l’occasione Palombi editori realizzerà un volume bilingue italiano-inglese nel quale saranno raccolte le immagini dei 120 acquerelli riuniti insieme per la prima volta dopo circa 30 anni,  con testi critici dei curatori  e schede sintetiche delle opere di Amarilli Marcovecchio e Elena Paloscia.

 


 

Mostra
La Roma di Ettore Roesler Franz. Tra fascino per il pittoresco e memoria fotografica
 
 
   
Quando
dal 17 dicembre al 28 giugno 2015
chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio e lunedì
 
Dove
Museo di Roma in Trastevere, Piazza S. Egidio 1B
 
Orari
Martedì-domenica 10.00-20.00
24 e 31 dicembre 10.00-14.00
La Biglietteria chiude un’ora prima
 
Biglietti
€8,50 intero, €7,50 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente
 
Enti proponenti
Roma Capitale Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
 
Organizzazione
 
Zètema Progetto Cultura
 
Sponsor Sistema Musei Civici
Banche Tesoriere del Comune di Roma: BNL – Gruppo BNP Paribas, UniCredit Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena; MasterCard Priceless Rome; Vodafone
 
Con il contributo tecnico di
La Repubblica; ATAC
 
Catalogo
Palombi editori
 
Info
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00–21.00)
#RoeslerFranzRoma

Libri: Come si pianifica un’efficace strategia di visual marketing?


E’ il primo manuale in Italia sull’argomento

Come si pianifica un’efficace strategia di visual marketing?

Esce oggi su Amazon l’ebook della camaiorese Anna Tartaglia

 
 

Come si pianifica un’efficace strategia di visual marketing? Come porsi obiettivi concreti, misurabili e specifici? Come creare un marchio che sia semplice e facile da memorizzare? A queste e molte altre domande risponde il manuale dell’autrice camaiorese Anna Tartaglia che oggi approda su Amazon con il suo ebook  dal titolo “Strategie di visual marketing – Usare le immagini come potente strumento di coinvolgimento per attrarre il pubblico”.

 
anna tartaglia

Edito da Bruno Editore e primo in Italia sull’argomento, l’ebook  affronta in modo esaustivo tutti gli aspetti del visual marketing: come stabilire il target di riferimento, come definire chiaramente il carattere del business e il linguaggio, come scegliere il social network più adatto alle esigenze della tua azienda, come analizzare la concorrenza sui social network per pianificare la corretta strategia, come creare una strategia complementare tra mondo online e offline.
 
“In questo ebook vedremo insieme alcuni esempi di grandi brand che nella storia hanno lasciato il segno proprio attraverso il visual e vi accorgerete di quanto questo tipo di strategia sia applicabile a tutti i settori e a tutte le attività." spiega l’autrice.
 
Il corso "Strategie di Visual Marketing", inoltre, include: Ebook PDF con il Corso di Formazione Digitale completo di tutti i Moduli previsti dal programma, in formato ebook con pagine ricche di informazioni pratiche, ottimizzato per PC e Mac; File per IPAD con il Corso di Formazione Digitale completo di tutti i Moduli previsti dal programma, in formato epub ottimizzato per Ipad, Iphone, Tablet, Smartphone, Ereader; File per KINDLE con il Corso di Formazione Digitale completo di tutti i Moduli previsti dal programma, in formato mobi ottimizzato per Kindle e Ebook Reader; Download illimitati e aggiornamenti gratuiti: puoi scaricare i file tutte le volte che vuoi, su tutti i tuoi dispositivi (pc, tablet, cellulare). L’ebook è disponibile anche sul sito dell’editore: www.brunoeditore.it.
Anna Tartaglia è esperta diplomata in tecnica della grafica pubblicitaria e in comunicazione visiva e inizia subito a lavorare presso uno studio grafico di Lucca. Da allora la sua carriera andrà crescendo tra agenzie di comunicazione e pubblicitarie, a contatto con clienti e responsabili marketing. Oggi lavora presso il Franchising Millemotivi (franchising di centri grafica e stampa) come responsabile immagine, comunicazione e marketing. Per passione e per lavoro si dedica costantemente al mondo del Marketing, sia attraverso la formazione personale, sia leggendo e scrivendo in merito. Oggi ha il suo blog annatartaglia.com nel quale tratta di visual marketing e di comunicazione visiva. Oltre a questo, scrive per clienti e collaboratori su numerosi blog.

NOI INUIT. I POPOLI DEL FREDDO ARTICO


NOI INUIT. I POPOLI DEL FREDDO ARTICO

Fino al 25 gennaio 2015

Fondazione Culturale Hermann Geiger, Cecina (LI)


 

 

 

Fino al 25 gennaio 2015 si terrà, alla Fondazione Culturale Hermann Geiger di Cecina, la mostra Noi Inuit. I popoli del freddo artico, realizzata dalla Fondazione, ente morale senza finalità di lucro, con i patrocini di Regione Toscana, della Reale Ambasciata di Danimarca, del Government of Nunavut e dell’Inuit Circumpolar Council.

 

L’esposizione, curata dal direttore artistico della Fondazione Geiger, Alessandro Schiavetti, vuole far conoscere al pubblico la storia e la cultura del popolo degli Inuit – un tempo conosciuto come Eschimese – che è disseminato in una vastissima estensione territoriale comprendente le regioni e le isole più settentrionali del Canada, la Groenlandia, la Siberia e l’Alaska.

 

La cultura inuit presentava, e per certi versi presenta ancora, tratti assolutamente originali dal punto di vista antropologico: essa è caratterizzata da condizioni di vita estreme e da usanze e abitudini millenarie, conseguenza di un processo di adattamento tanto arduo quanto perfetto.

Anche nelle comunità più occidentalizzate, gli abitanti dei ghiacci nordici continuano a conservare molte delle loro usanze e a credere profondamente nei valori della loro cultura originaria: la ricerca di un equilibrio armonico che permetta alla comunità di vivere in pace e serenità, ad esempio tramite una diversa gestione e risoluzione dei conflitti rispetto all’Occidente; un forte senso di cooperazione e condivisione, indispensabile per la sopravvivenza in un ambiente così ostile, che ha spesso evitato lo scoppio di aperte rivalità tra gruppi; un’alta considerazione della famiglia; il rispetto per le persone anziane; la valorizzazione dell’individuo intesa come coltivazione delle attitudini e rispetto della libertà decisionale di ognuno, a patto che non mini la stabilità e l’armonia della comunità.

 

La mostra fornisce uno spaccato della vita quotidiana tradizionale degli Inuit, focalizzandosi sulle attività di sostentamento come caccia e pesca, sulle modalità di trasporto e di svago, giochi e danze, e sulle credenze legate a miti e leggende. Sono esposti reperti etnografici di grande importanza storica e artistica: indumenti, strumenti di lavoro, armi per la caccia, mezzi di trasporto, giocattoli, oggetti domestici e cultuali, arte e statuette in vari materiali, frutto delle esplorazioni e delle diverse ricerche etnografiche condotte tra il Canada, la Groenlandia e l’Alaska in un periodo compreso approssimativamente fra la fine dell’Ottocento e gli anni Settanta del secolo scorso.

 

I reperti etnografici provengono da musei nazionali e stranieri, tra cui il Museum der Kulturen Basel, l’Istituto Geografico Polare “S. Zavatti” di Fermo, il Museo delle Spedizioni (FAI – Fondo Ambiente Italiano, Villa del Balbianello, Lenno, CO), il Museo degli Sguardi (Musei Comunali di Rimini), nonché da diverse collezioni private.

 

Gli oggetti saranno presentati al pubblico in accattivanti ricostruzioni scenografiche artiche e contestualizzati attraverso un percorso didascalico - informativo sulla vita e la storia della popolazione inuit. In mostra anche rarissime fotografie storiche, provenienti dagli archivi del National Geographic e dell’Arktisk Institut danese, e proiezioni di video etnografici concessi dal National Film Board of Canada.

 

Al fine di poter meglio contestualizzare le vicende e le dinamiche delle popolazioni circumartiche, completerà l’esposizione una panoramica sui problemi ambientali del Polo Nord e le conseguenze negative che essi provocano sugli insediamenti umani e sul modo di vivere degli Inuit.

 

Noi Inuit. I popoli del freddo artico

Dal 6 dicembre 2014 al 25 gennaio 2015

 

Sede

Sala Espositiva della Fondazione Culturale Hermann Geiger

Piazza Guerrazzi 32, Cecina (LI)

 

Apertura

Tutti i giorni dalle 16:00 alle 20:00

 

Ingresso libero

 

Per informazioni

Fondazione Culturale Hermann Geiger

T. 0586.635011