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3 aprile 2015

FOTOGRAFIA: PASOLINI E O'NEILL A CONFRONTO CON ROSSO FIORENTINO

Icone a Volterra

PIER PAOLO PASOLINI E TERRY O’NEILL
A CONFRONTO CON ROSSO FIORENTINO

Pinacoteca Civica, Volterra
dal 3 aprile al 31 dicembre 2015




Due grandi e suggestive esposizione fotografiche stanno per prendere il via a Volterra: il cinema di Pier Paolo Pasolini e le icone pop di Terry O’Neill.
Dal 3 aprile Volterra raddoppia la sua offerta: oltre alla mostra dedicata a Rosso Fiorentino, la splendida città toscana diventa teatro anche della grande fotografia internazionale.
Due grandi artisti, molto diversi tra loro, a volte addirittura opposti nel linguaggio, ma che trovano un comune denominatore nell’aver rappresentato e nell’essere diventati essi stessi delle icone.   Ieri come oggi, Rosso Fiorentino come Pierpaolo Pasolini e Terry O’Neill.


Alla Pinacoteca Civica di Volterra, i maestri convivono e dialogano tra loro: da una parte Pier Paolo Pasolini, regista e poeta nel cui pensiero dominano i corpi e i luoghi del mondo popolare; dall’altra Terry O’Neill, uno dei più grandi fotografi del ‘900, che attraverso il suo obiettivo ha immortalato le grandi star dagli anni ’60 in poi.

Le due esposizioni, che si inseriscono nel ciclo del grande evento 2014 - 2015 “Rosso Fiorentino. Rosso Vivo. ”, sono promosse dal Comune di Volterra, prodotte ed organizzate da Arthemisia Group, e realizzate con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e sponsorizzate da di Generali Italia.


Pier Paolo Pasolini: il cinema in forma di poesia
dal 3 aprile al 31 dicembre 2015
Pinacoteca Civica, Volterra
A cura di Sergio Anelli
La drammatica fisicità delle immagini di scena di Pasolini, da “Vita violenta” a “Accattone”, fino alle immagini fantastiche e tragicamente colorate di “Salò o le 120 giornate di Sodoma.” Decine di fotografie provenienti dal Museo Nazionale del Cinema di Torino verranno esposte presso gli spazi della Pinacoteca Civica e racconteranno il genio del grande artista, scomparso nel 1975. E il legame con Rosso Fiorentino è immediato, se si pensa che nei suoi film il ciclo del Cristo (a metà degli anni ’60) prende vita dalla suggestione che la deposizione di Rosso Fiorentino operò su di lui. Il manierismo coloristico di Rosso nell’invenzione spaziale della deposizione di Volterra, come la luce di pastelli variegati nella tavola sullo stesso tema del Pontormo di Firenze, suggerì a Pasolini la contrapposizione tra il calvario stilizzato degli altari e della religione ufficiale e la vera sofferenza in bianco e nero di Stracci, il ladrone buono de “La ricotta”, che muore sulla croce.
La mostra, attraverso una significativa e preziosa sequenza di fotografie di scena, compenetrate con un testo di indagine interiore sul regista, si articola poi sui vari momenti della vita e della poetica filmica di Pasolini. La rassegna scopre e ricostruisce, con analisi appassionata, il tormentato percorso dell’avventura unica e premonitrice dello scrittore: dall’immersione nella realtà delle borgate alla rivisitazione dei classici e, in ultimo, all’urlo disperato nella violenta e crudele allegoria di “Salò.”  
In queste straordinarie fotografie di scena, si può sentire la forza della poetica pasoliniana, che racconta del sottoproletariato e della contrapposizione al mondo borghese imperversante all’epoca, nonché del linguaggio usato dal poeta, destinato a fare scuola e a divenire una delle tappe fondamentali della cultura del ‘900 per il nostro Paese e non solo.
L’esposizione arriva nell’anno del quarantesimo anniversario della scomparsa di Pasolini e ne celebra il genio in spazi suggestivi e unici come quelli della Pinacoteca che ospita il capolavoro di Rosso Fiorentino.

Terry O’Neill
Pop Icons
dal 3 aprile al 31 dicembre 2015
Pinacoteca Civica, Volterra
A cura di Cristina Carillo de Albornoz
Terry O'Neill, in un diverso spazio temporale e con mezzi diversi, esprime al pari di Rosso Fiorentino un temperamento, forte e unico.
O'Neill come Rosso è stato pioniere - non seguendo le tracce di nessuno dei suoi maestri - di uno stile nuovo e all’avanguardia, carico di forza interiore e potere emozionale. Entrambi gli artisti hanno creato la loro arte seguendo lo spirito dei loro tempi: irrequieti e tormentati per Rosso Fiorentino, rivoluzionari per Terry O'Neill.
Curata da Cristina Carillo de Albornoz, la retrospettiva dedicata a Terry O’Neill, contiene alcuni dei suoi lavori più celebri: 47 ritratti che documentano i momenti più intimi e naturali delle icone del pop degli ultimi 40 anni.
“Ho avuto fortuna. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto: la Londra degli anni 60.  Avevi l’impressione che ogni giorno succedesse qualcosa di rivoluzionario” racconta Terry O’Neill.
Nato a Londra nel 1938 può essere definito uno dei fotografi più celebri del nostro tempo che ha saputo cogliere, con straordinaria abilità, immagini autentiche e spontanee di molte delle leggende del Novecento; personaggi che hanno segnato la storia diventando delle vere e proprie icone. Politici, cantanti e attori con lui trovano la chiave perfetta per esprimere al meglio la loro personalità.
Collabora con riviste importanti come Rolling Stone e Vogue, e con altri celebri colleghi, tra cui David Bailey, Terence Donovan e Brian Duffy.
Tutti autori di quelle fotografie che hanno immortalato la “Swinging London” di quegli anni.
I suoi archivi, recentemente riordinati, rivelano la sua visione poetica della bellezza e del mito degli anni ‘60 e ’70.
I suoi scatti più belli sono spesso rubati dietro le quinte di set cinematografici e concerti, momenti informali nei quali i soggetti potevano sentirsi liberi di essere se stessi.
O’Neill entra letteralmente a far parte delle loro vite, trascorrendo con loro intere giornate in piena sintonia con il clima rilassato e disinvolto dell’epoca.
La sua grande abilità nel gestire le pubbliche relazioni in rapporto allo star system insieme alla capacità di essere per i suoi soggetti un osservatore discreto, gli ha permesso di illustrare il successo dalla A alla Z.
L’uso della più leggera e maneggevole 35mm, una novità assoluta per l’epoca, lo ha aiutato a rendere il suo stile naturale e inconfondibile.
La mostra è da considerare “sui generis” fin dall’allestimento, che vedrà animarsi lo splendido Chiostro della Pinacoteca di Palazzo Minucci Solaini.
La mostra vede come partner dell’iniziativa Ricola e Trenitalia.

L’ ESPOSIZIONE
L’esposizione è promossa dal Comune di Volterra, prodotta ed organizzata da Arthemisia Group, e realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e di Generali Assicurazioni.
L’ingresso a entrambe le mostre è compreso nella “Volterra Card”, che avrà la validità di 72 ore e consentirà l’ingresso anche alla Pinacoteca Civica, al Museo Etrusco Guarnacci, al Palazzo dei Priori, al Teatro Romano, al Battistero di San Giovanni e all’Ecomuseo dell’Alabastro.
Le opere esposte, provenienti da collezioni pubbliche e private, ruoteranno nel corso dell’anno, alternandosi per rendere l’esposizione dinamica e in continua evoluzione.

BIENNIO ALL’INSEGNA DELLA CULTURA
Rosso Fiorentino. Rosso Vivo.
La Deposizione, la Storia, il ‘900, il Contemporaneo
A cura di Alberto Bartalini
L’ iniziativa, dentro la cui programmazione rientrano le due nuove esposizioni, è il fulcro del programma turistico culturale della Città di Volterra per il biennio 2014/2015: non solo l’esposizione vede l’avvicendamento di opere di molti artisti, ma essa rappresenta altresì l’occasione di promuovere nel mondo, ancora più che in passato, il più grande capolavoro di Giovan Battista di Jacopo, detto Rosso Fiorentino: La Deposizione dalla Croce, definita da Vittorio Sgarbi «l’anima di Volterra». Dipinta nel 1521 per la Cappella della Croce di Giorno presso la Chiesa di San Francesco a Volterra, questo quadro rappresenta un importante momento nella storia dell’arte italiana, quando pittori come il Rosso cercarono di elaborare un nuovo canone pittorico che andasse oltre a quanto era stato raggiunto con il Rinascimento. L’impressionante modernità dell’opera, ne fa indiscutibilmente un capolavoro dell’arte italiana. Il pittore realizza una figurazione naturalistica e contemporaneamente astratta, adattando la luce a quella dell’ambiente per cui era progettato e agli affreschi che lo decoravano


Orari
Gli spazi espositivi sono aperti tutti i giorni nei seguenti orari:
Pinacoteca Civica, dalle ore 9.00 alle ore 19.00
Museo dell’Alabastro, dalle ore 9.30 alle ore 19.00
Palazzo dei Priori, dalle ore 10.30 alle ore 17.30
Museo Guarnacci, dalle ore 9.00 alle ore 19.00
Teatro Romano, dalle ore 10.30 alle ore17.30
Battistero di San Giovanni, dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Biglietti
Intero € 14,00
Ridotto € 12,00
Gruppi € 10,00
Scuole € 6,00
Famiglia € 20,00  

1 aprile 2015

LIBRI E INCONTRI: 3° incontro "le ali atterrano in biblioteca" biblioteca valle aurelia

Con lo sguardo dell’adolescenza
Venerdì 3 aprile 2015 dalle ore 16.45 alle 18.30



E tutto il resto appresso
incontro con gli autori
Alessandro e Francesca Di Virgilio

“È strano come può bastare uno sguardo per conoscere una persona. Io quello sguardo non me lo toglierò più dalla testa. Fu tre anni fa.”

La storia di Angelica De Luca, studentessa universitaria di medicina fuori sede a Roma, e del suo grande amore Michele Esposito – anch’egli studente universitario fuori sede, originario di Napoli – quella raccontata nella delicata graphic novel sceneggiata da Alessandro e Francesca Di Virgilio (alla sua prima esperienza come sceneggiatrice nel mondo dei fumetti, quest’opera è tratta da un suo racconto lungo), disegni di Mauro Cao (uno stile grafico, il suo, che strizza l’occhio alle migliori serie manga)


Alessandro Di Virgilio è un fedelissimo Tunué, avendo sceneggiato Gli altri (2013) dal testo teatrale di Maurizio de Giovanni; L’uomo che sfidò le stelle (2011); Un filo di nebbia (2010). Tra gli altri suo lavori ricordiamo le pubblicazioni con Beccogiallo, Editoriale Aurea (Lanciostory e Scorpio) e Ed. San Paolo (Il Giornalino).

FASHIONINBLOG



31 marzo 2015

FOTOGRAFIA: L'ARCHIVIO RICCARDI RICORDA PAPA WOJTYLA

Dieci anni fa, la sera del 2 aprile
 l’addio a Wojtyla. 
L'archivio Riccardi lo ricorda con una mostra che ripercorre la tappe fondamentali di un pontificato durato 27 anni.


Sono passati 10 anni da quel triste giorno. Era il 2 aprile 2005 quando sotto l’occhio attento dei media di tutto il mondo, il Pontefice si spense nel Palazzo Apostolico della Città del Vaticano. 

Da quella sera e fino all’8 aprile, quando hanno avuto luogo le Esequie del defunto Pontefice, Giovanni Paolo II è stato pianto da una folla di più di 3 milioni di pellegrini, moltissimi cattolici nel mondo, e anche molti non cattolici, confluiti a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa, attendendo in fila anche fino a 24 ore per poter accedere alla Basilica di San Pietro nella Città del Vaticano. 

Quel triste 2 aprile, Papa Giovanni Paolo II ha lasciato un vuoto immenso, un vuoto che nessuno riusciva ad accettare. Erano tutti lì in Piazza, in casa e in ogni altra parte del mondo a piangere un uomo di una bontà infinita e che rimarrà tale per sempre.
In occasione di questa importante ricorrenza, l’Istituto Quinta Dimensione, in collaborazione con l’agenzia fotografica Agr, riporta a Roma dal 2 aprile e per tutte le festività pasquali, dopo essere stata esposta in diverse città italiane, la mostra fotografica "Giovanni Paolo II" di Maurizio Riccardi, dedicata a Papa Wojtyla.
 

La location scelta è Spazio 5, in via Crescenzio 99/d, nel cuore del quartiere Prati di Roma, a due passi dalla Basilica di San Pietro. Una vicinanza fisica e insieme simbolica.
Oltre 30 scatti che ripercorrono la tappe fondamentali di un pontificato ricco di momenti importanti, colti da Maurizio Riccardi, il grande fotografo che proprio con una di queste foto, appena diciannovenne, si fece conoscere anche all'estero ricevendo nel 1979 il premio Internazionale "Fotogramma d'oro" per la foto dei "Due Papi", lo scatto che ritrae Papa Luciani con il Cardinale Wojtyla pochi giorni prima di diventare il 264º Pontefice della Chiesa cattolica.

La mostra fotografica sarà aperta al pubblico con ingresso libero, dal 2 al 12 aprile, dalle 16 alle 20.

ARTE National Museum of Women in the Arts, Washington D.C. | Women to Watch 2015




National Museum of Women in the Arts 
(NMWA)


Goldschmied & Chiari
candidate italiane al concorso
WOMEN TO WATCH 2015
National Museum of  Women in the Arts
Washington D.C.
MiArt
stand ST1
fieramilanocity
gate 5, padiglione 3
10-12 aprile 2015

ARTE: UNIKA A SABBIONETA

Gli artisti di Unika a Sabbioneta
Sabbioneta (Mantova), Forum Artis Mvsevm
ex Convento dei Servi di Maria, Piazza Libreria Grande, 1
28 marzo – 23 aprile 2015


La città di Sabbioneta, in provincia di Mantova, fu fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554 e il 1591. Posta su un terreno alluvionale tra i fiumi Po e Oglio, nonché lungo il tracciato dell’antica via Vitelliana, occupava una posizione strategica nel cuore della pianura padana. Costruita in base ai principi umanistici della città ideale, ospita al suo interno diversi monumenti quali il Palazzo Ducale, il Teatro all’Antica progettato da Vincenzo Scamozzi, primo edificio teatrale dell’epoca moderna costruito appositamente per tale funzione, la superba Galleria degli Antichi (la terza galleria più lunga d’Italia dopo quella degli Uffizi a Firenze e la Galleria delle carte geografiche in Vaticano), il Palazzo Giardino, le chiese dell’Assunta, dell’Incoronata, del Carmine, la Sinagoga e lo storico quartiere ebraico. Ricco di splendidi gioielli architettonici è poi tutto il suo territorio circostante. Sabbioneta, dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, non paga di poter mostrare al visitatore soltanto le perle del suo eccezionale patrimonio artistico, che riflette il suo splendido e glorioso passato, ha voluto da tempo “aprirsi” all’arte contemporanea per offrire al turismo culturale un altro motivo di richiamo, creando il Forum Artis Mvsevm, che ha sede nell’ex Convento dei Servi di Maria (Piazza Libreria Grande, 1).
In questa sede il 28 marzo, alle ore17,30 verrà inaugurata la mostra “Gli artisti di Unika a Sabbioneta”, organizzata con la collaborazione di Augusto Medici della Contemporart di Nonantola (Modena), che presenta una selezione delle opere più recenti realizzate dagli artisti di Unika, nata nell’anno 1994 dal sodalizio di vari artigiani artistici – scultori, doratori, policromatori e decoratori – in Val Gardena, che ha come obiettivi principali la promozione, il marketing delle proprie opere e la presentazione dei vari mestieri appartenenti all’artigianato artistico. Unika sta per unicità dell’opera d’arte e sottolinea l’aspetto creativo e inimitabile dell’opera creata dagli scultori e pittori della Val Gardena, una “unicità”. Il gruppo attualmente comprende oltre quaranta artisti, di cui circa trenta partecipano ogni anno alla manifestazione “Unika – scultori in fiera” ad Ortisei, che ha luogo ogni anno nella seconda metà d’agosto. Pur condividendo matrici culturali e artistiche, che affondano in antiche tradizioni artigianali, gli artisti gardenesi hanno poi intrapreso e sviluppato percorsi assolutamente autonomi e originali. Unika, infatti, offre una vasta e straordinaria gamma di sculture e pitture, oltre all’impiego di tecniche assai diversificate, che è ricca e variegata proprio come la personalità degli artisti: dall’artigianato artistico tradizionale all’arte contemporanea, dal figurativo all’astratto, con grande varietà dei soggetti, che spaziano dall’arte sacra a motivi più propriamente profani. “Creatività, flessibilità e individualità sono i segni distintivi del gruppo, ma anche di ogni singolo artista - sottolinea Filip Moroder Doss, presidente di Unika, che con il suo lavoro da anni offre un importante contributo artistico alla diffusione delle saghe delle dolomiti e della tradizione culturale ladina -; ciascun artista trasferisce nelle proprie opere la sua storia, la sua competenza e tutta la sua esperienza. Questa eterogeneità è una grande ricchezza per la nostra associazione. I pezzi unici realizzati dai suoi membri abbracciano sia temi classici e sacri, sia temi che si pongono in maniera critica nei confronti della società. Da diversi secoli ormai quest’arte è elemento centrale nella vita economica e artistica della valle, ma nonostante la sua storia così antica l’artigianato artistico non è assolutamente passato di moda, anzi è vivo e seguito oggi più che mai”.
Gli artisti presenti in questa rassegna sono: Livio Comploi, Thomas Comploi, Diego Deiana, Fabian Demetz, Lorenz Demetz, Georg Pilat Demetz, Giovanni Demetz Sulé, Armin Grunt, Christian Stl Holzknecht, Sigmund Holzknecht, Norbert Insam de Trëbe, Klaus Insam, Adolf Andreas Kostner, Matthias Kostner, Filip Moroder Doss, Gerard Moroder, Gregor Mussner, Hubert Mussner, Josef Mussner Zorz, Walter Pancheri, Andrea Perathoner, Eric Perathoner, Roland Perathoner, Samuel Perathoner, Stefan Perathoner, Ivo Piazza, Otto Piazza, Oswald Rifesser, Alfons Ruggaldier, Fabrizio Senoner, Klaus Senoner, Richard Senoner, Vinzenz Senoner, Egon Stuflesser, Adolf Vinatzer. La storia ultraventennale di Unika è costellata di tanti sviluppi positivi, non ultimo il fatto di aver saputo offrire, e di continuare ad offrire, a diversi giovani artisti della valle, una “rampa di lancio” per la loro evoluzione creativa personale, spesso con risultati eccellenti, tali da assicurare una presenza sempre più importante dell’associazione sul territorio e un suo determinante contributo nella crescita delle prossime generazioni nella creatività e nella produzione artistica della Val Gardena, che il presidente della Repubblica Sandtro Pertini, che vi trascorreva puntualmente le sue vacanze, ebbe a definire “la valle più bella del mondo”.
Orario: tutti i giorni dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 15,00 alle 18,30
Ingresso: libero
Informazioni:
Contemporart: tel. 059 541129 - contemporart@contemporart.it
Unika: mob. 339.1792227 – info@unika.org – www.unika.org

30 marzo 2015

ARTE: MASSIMILIANO GALLIANI LE STRADE DEL TEMPO

Spazioborgogno, Milano
7 - 25 aprile 2015

MASSIMILIANO GALLIANI
Le Strade del Tempo

A cura di Alberto Zanchetta

Inaugurazione: martedì 7 aprile 2015, ore 18.00




«Percorrere le strade del tempo nel campo dell’arte rende sempre più acuta la curiosità nel portare alla luce i percorsi più affascinanti». Con queste parole Massimiliano Galliani ha inteso presentare allo Spazioborgogno di Milano il progetto “Le Strade del Tempo” che consiste in un ciclo di opere inedite che l’artista ha realizzato dopo aver analizzato in modo lenticolare la “Gioconda” di Leonardo Da Vinci.

Massimiliano Galliani, Le Strade del Tempo #4, vernice e polvere di marmo su tela, cm. 90x152.JPG

Curata da Alberto Zanchetta, l’esposizione sarà inaugurata martedì 7 aprile, alle ore 18.00. La mostra sarà successivamente aperta al pubblico fino al 25 aprile 2015.
L’intenzione di Galliani è quella di entrare direttamente nei casuali e contorti percorsi generati nel corso del tempo sull’epitelio della pittura; le infinite screpolature prodotte dal Craquelè hanno infatti creato un fitto reticolo di “segni-strade” sul capolavoro conservato al Louvre.

Massimiliano Galliani, Le Strade del Tempo #1, acrilico su tela, cm. 280x420.JPG

Affascinato dal grado di casualità della screpolature, l’artista ha deciso di esplorare questo intrico di strade a ragnatela. Usando percorsi tecnici che gli hanno consentito di avvalersi di differenti supporti e materiali, Massimiliano Galliani è riuscito a dare vita a forme e chiaroscuri che seguono lo spessore della materia pittorica; ricorrendo di volta in volta alla pittura ad olio o alla vernice, all’oro in foglia o alla polvere di marmo, alla carta bianca o al vetro opaco, l’artista si è addentrato in una dimensione nella quale lo spettatore – a seconda della distanza con cui fruisce l’opera – può spingersi da un’esplicita figurazione (gli occhi della Monnalisa) fino a una lirica astrazione (le linee involontarie cagionate dal Craquelè).

La mostra a Milano, che anticipa un’importante esposizione personale che l’artista inaugurerà il prossimo autunno, presenta un ristretto ma esaustivo nucleo di opere, tra cui il grande dipinto “Le Strade del Tempo #1”, una tempera su tela che misura 280x420 centimetri. Oltre a un filmato che racconta i dietro le quinte delle opere, l’allestimento comprende anche l’ausilio di videoriprese che consentono una visione micro e macroscopica dei dipinti.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo con testi dell’autore e del curatore. Spazioborgogno (Ripa di Porta Ticinese, 113 - Milano) è aperto da martedì a domenica con orario 12.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 02 36695249, spazioborgogno@gmail.com, www.spazioborgogno.com.

Massimiliano Galliani nasce nel 1983 a Montecchio Emilia (RE). Nel 2002 si diploma in Scenografie per l’arte presso l’Istituto d’Arte Paolo Toschi di Parma. Nel 2008 si laurea in Nuove Tecnologie per l’Arte presso l'Accademia di Brera, Milano. Nel 2010 si diploma in Regia Cinematografica presso NUCT, Nuova Università del Cinema e della Televisione di Roma. Pittore, fotografo e video maker, ha preso parte ad esposizioni personali e collettive, tra le quali si segnalano “Quando Arrivi Svegliami” (Galleria d’Arte 2000&Novecento, Reggio Emilia, 2005, a cura di Marisa Vescovo), “Open” (Venezia, 2006, in occasione della 63.a Mostra del Cinema), “Tracce” (Castello di Sarzano, Casina, Reggio Emilia, 2006), “Tre di cuori” (Galleria Romberg Arte, Roma, 2010 e Galleria Antonio Battaglia, Milano, 2010), “50 sedie d’autore all'asta” (Triennale di Milano, Milano, 2013) ed “Inside Beauty. Beyond Classic” (Castello Villa Smilea, Montale, Pistoia, 2013, a cura di Niccolò Bonechi). Ha realizzato videoinstallazioni ed installazioni interattive come “Presepe Apparente” (Chiesa di San Carlo, Reggio Emilia, 2011), “La Stanza di Santa Lucia” per la collettiva “L’arte del Tempo di Mezzo” (Palazzo Montevergini, Siracusa, 2013), “7 opere di Misericordia” (Palazzo Casotti, Reggio Emilia, 2013, in occasione di Fotografia Europea e Palazzo dei Principi, Correggio, Reggio Emilia, 2013), “Atramentum” (Palazzo Casotti, Reggio Emilia, 2014, in occasione di Fotografia Europea). Nel 2012 ha aperto CromaKinema, sala di posa video-fotografica con sede a Tortiano di Montechiarugolo (PR). Vive e lavora a Montechiarugolo (PR).

Massimiliano Galliani, Le strade del Tempo
A cura di Alberto Zanchetta
7 – 25 aprile 2015
Inaugurazione: martedì 7 aprile 2015, ore 18.00
Orari: martedì-domenica 12.00-19.00
Catalogo con testi di Alberto Zanchetta e Massimiliano Galliani

Per informazioni:
Spazioborgogno
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
Tel. 02 36695249

CINEMA: MEDFILM FESTIVAL

IL CINEMA ITALIANO IN MAROCCO
MEDFILM Festival
riprende il viaggio verso Sud
FESTIVAL del CINEMA MEDITERRANEO DI TÉTOUAN
(28 MARZO - 4 APRILE 2015)
Aperte le iscrizioni al MEDFILMfestival – 21° ed.


Il Mediterraneo ribolle e i mutamenti geopolitici che si vanno determinando richiedono un’Europa vicina ai popoli della sponda Sud, offrendo riconoscimento e forza al mondo arabo che respinge l’avanzata dell’Isis e di ogni forma di estremismo religioso e politico. In tal senso il MedFilm, che opera da 21 anni nell’area mediterranea e mediorientale, prosegue con accresciuta forza e convinzione il lavoro di scambio e conoscenza tra i paesi delle due sponde, attraverso attività di internazionalizzazione che, nel corso del 2015, porteranno il festival in Marocco (Tétouan, Rabat) e in Tunisia (Tunisi).
In attesa della prossima edizione, che quest’anno tornerà alle sue date storiche: 6 / 13 novembre, MedFilm riprende il cammino verso Sud partecipando, per il 7° anno consecutivo, al Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan, con una bella e significativa selezione di cinema italiano.
Giunto come il MedFilmfestival alla 21°edizione, il Festival du Cinéma Méditerranéen de Tétouan che si svolgerà dal 28 marzo al 4 aprile, è tra le più importanti e vitali manifestazioni di cinema del Maghreb. Sapientemente guidato dallo storico direttore artistico Ahmed Elhousni, il festival è dedicato esclusivamente alla promozione del cinema mediterraneo ed è realizzato sotto l’egida del Presidente della Fondazione Città di Tétouan,Nabil Benabdallah, attuale Ministro per l’Ambiente e delle Municipalità del governo marocchino. La promozione del cinema italiano in Marocco, si inserisce nel quadro del Protocollo di Intenti siglato nel 2009 tra il Presidente del MedFilmfestival Ginella Vocca e il Segretario Generale del Ministero della Comunicazione marocchino Belardi Redouane, finalizzato a rafforzare le relazioni culturali e commerciali tra i due paesi.
> IN CONCORSO
Il MedFilm ha selezionato per l’evento marocchino alcuni tra migliori film italiani della stagione cinematografica 2014. Partecipano infatti al Concorso Ufficiale: Il giovane favoloso di Mario Martone e I nostri ragazzi di Ivano De Matteo.
Il primo, presentato in competizione al Festival di Venezia e accolto con entusiasmo dal pubblico italiano, racconta la vita di Giacomo Leopardi. Una storia potente e delicata in cui la vita e le opere del poeta di Recanati si fanno materia viva e incandescente che arde di amore per il mondo. «Affrontare la vita di Leopardi significa svelare un uomo libero di pensiero, ironico e socialmente spregiudicato, un ribelle, per questa ragione spesso emarginato dalla società ottocentesca nelle sue varie forme, un poeta che va sottratto una volta e per tutte alla visione retorica che lo dipinge afflitto e triste perché malato. Dopo Noi credevamo, ho voluto insistere con questo film nel tentativo di riportare alla luce pezzi del nostro passato a mio avviso preziosi per il presente, ma questa volta non si tratta di un film storico. Il giovane favoloso vuole essere la storia di un’anima, che ho provato a raccontare, con tutta libertà, con gli strumenti del cinema» (Mario Martone).
Sempre in concorso troviamo I Nostri ragazzi di Ivano De Matteo. Presentato alle Giornate degli Autori e fresco vincitore del Premio del Pubblico al Festival International du film d’amour de Mons, il film rappresenta un nuovo capitolo nel percorso di radiografia della borghesia italiana che il regista sta portando avanti da 6 anni. «Sono sempre stato affascinato dalle famiglie intese come riproduzioni in miniatura della società che le circonda. Io vengo da una di queste. Una famiglia numerosa che mi ha sedotto con le sue grandi contraddizioni. Con La bella gente e poi con Gli equilibristi, ho voluto indagare su ciò che accade quando un elemento esterno incrina la vita tranquilla e sicura di un normalissimo e, almeno apparentemente, nucleo felice. Con i nostri ragazzi invece volevo andare oltre, tentare di mostrare cosa accade quando l’esplosione parte direttamente dal nucleo stesso» (Ivano De Matteo).
Nel Concorso Documentari troviamo Io sto con la sposa di Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, importante esperimento ibrido doc/politico, nel segno della solidarietà e della vicinanza tra i popoli mediterranei, che accompagna la fuga verso la Svezia di cinque clandestini palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa.
Per il Concorso Cortometraggi spiccano i pluripremiati ReCuiem di Valentina Carnelutti, che ruota attorno ad un microcosmo familiare sconvolto dal lutto materno, e Stella Maris di Giacomo Abbruzzese, ambientato in un piccolo villaggio sulle sponde del Mediterraneo, nel giorno della processione della Madonna Stella Maris.
>EVENTI SPECIALI
Ai film in concorso si aggiungono, nella sezione Séances Spèciales, due opere belle e importanti che in modo diverso, coniugando in modo mirabile impegno ed intrattenimento, raccontano la presenza pervasiva delle “mafie” nei territori: Anime nere di Francesco Munzi e La mafia uccide solo d’estate di Pierfrancesco Diliberto. Il primo, ambientato ad Africo, piccolo paese dell’Aspromonte, mette in scena la storia di una famiglia criminale calabrese che, come in una tragedia greca, è condannata al sangue e alla morte. «Sono arrivato in Calabria carico di pregiudizi e paure. Ho scoperto una realtà molto complessa e variegata. Ho visto la diffidenza trasformarsi in curiosità e le case aprirsi a noi. Ho mescolato i miei attori con gli africesi, che hanno recitato e lavorato con la troupe. Senza di loro questo film sarebbe stato più povero. Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo si può vedere meglio l’Italia» (Francesco Munzi).
La mafia uccide solo d’estate, opera d’esordio del conduttore e autore televisivo Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, propone lo stesso tema con un registro più lieve, attraverso l’educazione sentimentale e civile di un bambino che cresce a Palermo negli anni di Vito Ciancimino. «Un giorno mi sono fermato e mi sono guardato indietro. E lì, è nata la domanda: ma com’è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e che in pochi dicessero qualcosa?» (Pierfrancesco Diliberto)
>LA GIURIA
Giona A. Nazzaro, giornalista, scrittore e critico cinematografico, sarà Membro della Giuria del Concorso Ufficiale della 21° edizione del Festival di Tétouan. Tra le sue pubblicazioni: Action! Forme di un transgenere cinematografico (menzione speciale al Premio Barbaro/Filmcritica); A Mon Dragone c’è il diavolo; Il conflitto delle idee - Al cinema con MicroMega. Ha scritto, insieme ad Andrea Tagliacozzo, Il cinema di Hong Kong: spade, kung-fu, pistole e fantasmi, John Woo - La nuova leggenda del cinema d’azione e Il dizionario del cinema di Hong Kong. È inoltre autore di saggi dedicati al mondo della musica, ha curato libri su Abel Ferrara, Spike Lee e Gus Van Sant. Collabora con Il manifesto e con prestigiose riviste tra cui MicroMega, Filmcritica, Filmtv, Nocturno. Già programmer del Festival di Roma e del Festival di Torino, attualmente fa parte del comitato di selezione del Festival Visions du Réel di Nyon e del Festival dei Popoli di Firenze. É inoltre direttore artistico del Gender DocuFilm Festival.
>INCONTRI DI APPROFONDIMENTO
L’1 e il 3 aprile, sempre nell’ambito della XXI edizione del Festival di Tétouan, si terranno i convegni: Cinéma et Médias Audiovisuels, che rifletterà sulle nuove tecnologie connesse al futuro dell’audiovisivo, e Cinéma, Cité et Environnement, sull’importante tema dell’educazione allo sviluppo eco-sostenibile e al rispetto dell’ambiente attraverso il cinema. L’incontro su cinema e ambiente riunirà registi e professionisti del settore esperti in materia, tra i quali: Jorge Urruita (Spagna), Mounatassir Abdelwahid (Marocco), Farid Zahi (Marocco), e Jilles Coudert (Francia). In rappresentanza dell’Italia interverrà Luciano Sovena, Presidente di Roma Lazio Film Commission. Presiederà l’incontro Nabil Benabdellah, Presidente della Fondazione Città di Tétouan e Ministro dell’ambiente e delle municipalità del Marocco.
Progetto "Torno subito" a Rabat
Da sempre impegnato a mantenere vivi i rapporti tra i paesi delle due Sponde del Mediterraneo, Luciano Sovena è tra i fautori dell’accordo, siglato il 19 febbraio 2015 a Rabat, tra Regione Lazio, Roma Lazio Film Commission e il Ministero della Comunicazione del Marocco. L'accordo prevede la collaborazione tra Regione Lazio e ISMAC - Istituto Superiore dei Mestieri dell'Audiovisivo e del Cinema di Rabat, per la formazione nel settore cinema e audiovisivo. Gli studenti italiani vincitori del bando del progetto "Torno subito", realizzato in collaborazione con Ass.For.SEO, parteciperanno ai corsi di studio dedicati alle tecniche di postproduzione e ripresa cinematografica e audiovisiva che si terranno presso l’ISMAC in Marocco.
APERTE LE ISCRIZIONI al Medfilm festival 2015, SCADENZA 15/07/2015
Il MedFilmfestival - Cinema del Mediterraneo a Roma tornerà a novembre, dal 6 al 13, con un ricco programma di film, anteprime e focus. In particolare, in questo delicato contesto storico, verrà dato ampio risalto al rapporto artistico e produttivo tra l’Europa e i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, offrendo alla Germania il ruolo di rappresentanza della Sponda Nord, suffragato dalla sua forte connotazione multiculturale e dalle numerose coproduzioni cinematografiche con i paesi della Sponda Sud, e la rappresentanza della Sponda Sud al Marocco, tra i paesi culturalmente più attivi e vitali del Maghreb, con il quale il Medfilm festival collabora regolarmente da sette anni. Un’occasione preziosa per dare visibilità ad una delle cinematografie più interessanti del Nord Africa e riconoscimento internazionale ad un paese che, ad oggi, è riuscito a mantenere un forte equilibrio interno. Insieme a Germania e Marocco saranno presenti film e ospiti provenienti da: Tunisia, Algeria, Egitto, Libano, Siria, Iraq, Giordania, Arabia Saudita, Palestina e Turchia, insieme a tanto cinema europeo di qualità.

Per l’evento di Tétouan SI RINGRAZIANO : RAI Com, Bellissima Films, I Film Good.

27 marzo 2015

TEATRO: LA VITA IN ATTESA DI E CON PINO GROSSI

La vita inattesa

Uno spettacolo di e con

Pino Grossi
“le voci sono come i ricordi, la loro assenza ci lascia vuoti”
Un uomo si racconta, racconta della sua vita in…attesa, ha con se poche cose
“troppi oggetti…troppi ingombri” le trasporta in una scena spoglia che si popolerà via via dei suoi ricordi, quelli che ha voluto e dovuto fermarsi, ma è proprio nel “fermarsi” che ha trovato il suo senso,“mi fermo e basta allora riesco a non oscillare più”
in quello spazio mentale e sentimentale che l’ha condotto a riordinare la sua vita scandendola in alcuni dei grandi avvenimenti intimi che appartengono ad ogni individuo.
Mentre vive dei giorni che passano “la sua vita in attesa” inattesi alcuni temi si affacciano alla mente e lui li percorre ritrovando i suoi giochi bambini che si interrompevano perché i corpi restavano immobili “se ne stava lì ferma senza muoversi e aspettavo aspettavo che da un momento all’altro si alzasse” ma quei giochi bambini si interrompevano anche perché la vita che cresceva reclamava il suo spazio “una giovane ragazza sempre in volo come una freccia” e lui è li che osserva trattiene a sé i gesti e i profumi, li fa scorrere nel tempo “un tempo che non è più un tempo che consuma” e nel sangue quello che resterà sconosciuto
non avrebbe conosciuto il tempo del sangue che non sgorga da ferite”
E lui è li che scompone e ricompone, cercando l’armonia, come in una partitura musicale fatta di tanti intervalli..indossa vari abiti con cui adorna la sua “vita…inattesa”, invoca un padre che potrebbe anche non essere suo padre.
Come un personaggio di Gogol, parla di scarpe da comprare come fosse un’ esigenza primaria che non è solo fisica, ma filosofica.
Ri-costruisce la sua vita attraverso le voci che riecheggiano mute…
“Le parole non avevano più suono e non ce n’era bisogno”
e le libera in un ritmo a volte disordinato che somiglia a una danza che non soggiace a regole imposte “ritmo che incalza nello spasimo di una attimo che vive..rivela”
La vita, la sua vita In Attesa è fatta di foto mai scattate, di lettere mai scritte, perché lui non sa che farsene, i ricordi li ha registrati in un nastro che solo le sue orecchie possono ascoltare, sono i suoi “intervalli” sono il suo “sangue necessario”, ma anche lui, tra un intervallo e un altro, ha “vissuto” così come fanno tutti gli esseri umani “ho avuto amici e nemici, ho avuto ambizioni e delusioni
e ho fatto anche promesse” e come uno spettatore ignaro che pur non volendo diventa protagonista, sa ancora “calzare” quella vita fatta di piccoli passi che inattesi continuano a muoverlo.


Pino Grossi

25 marzo 2015

LIBRI: A SPASSO PER ROMA COL COMMISSARIO PONZETTI


Alla Biblioteca Valle Aurelia 
venerdì 27 marzo alle 17,30

A spasso per Roma col commissario Ponzetti


Incontro con Giovanni Ricciardi, autore della fortunata serie di romanzi che hanno per protagonista il commissario Ponzetti.
Dialogo-intervista con Riccardo D'Anna.


Giovanni Ricciardi, 49 anni, è professore di greco e latino in un liceo romano. Per Fazi editore ha pubblicato cinque romanzi: I gatti lo sapranno (2008), Ci saranno altre voci (2009), Il silenzio degli occhi (2011), Portami a ballare (2012), Il dono delle lacrime.

Riccardo D'Anna, 50 anni, è italianista, collaboratore del dizionario biografico degli italiani e scrittore. Il suo ultimo romanzo è del 2014, Compro fallimenti, Memori editore.

ARCHITETTURA: COSTRUIRE L'ARCHITETTURA GIANANDREA BARRECA

SPaZIO A
FIRENZE | ITALIA

Venerdì 27 marzo, ore 17.15
Costruire l’Architettura

Gianandrea Barreca

Gher - abitazione tipica mongola



Nuovo appuntamento, venerdì 27 marzo allo Spazio A, in lungarno Benvenuto Cellini 13a, per “Costruire l’Architettura”, la rassegna organizzata dalla Federazione Architetti PPC Toscani, in collaborazione con la casa editrice Forma, che sviluppa, attraverso appuntamenti settimanali, il tema della costruzione dell’architettura nella pratica professionale contemporanea. L’ospite di questa settimana, alle ore 17.15 come sempre, sarà Gianandrea Barreca, titolo dell’incontro “Architecture as Exploration -  A Travel to Mongolia”.

Masterplan Italian Living Culture - Mongolia bassa


Durante il suo intervento Barreca racconterà, in sintesi, il lavoro di tre anni sviluppato con il proprio studio Barreca & La Varra, nel territorio estremo e nel paesaggio urbano rarefatto della Mongolia. Progetti architettonici e urbani, masterplan, ricerche sulle trasformazioni in corso e sulle forme dell’abitare. Un’analisi molto ampia, un’esperienza unica, ricca di temi, suggestioni e stimoli che ha permesso di tracciare un quadro su uno dei paesi che ha i massimi tassi di crescita al mondo e che sta, al contempo, riconfigurando radicalmente i suoi principi insediativi, ponendosi domande sul ruolo dell’architettura e del disegno urbano.

Misheel EXPO - edificio in Ulaanbaatar bassa


Tra i lavori che verranno presi in esame, anche l’Italian Living Culture, una new town interamente made in Italy che verrà realizzata a 25 km da Ulan Bator. L’idea del nuovo insediamento è caratterizzata dall’integrazione tra differenti paesaggi. In primo luogo, la parte più compatta della città, un'area intensamente abitata e progettata per edifici commerciali, residenze e spazi pubblici. In secondo luogo la parte a minore densità destinata a ospitare ville di diversa dimensione ognuna caratterizzata da uno spazio aperto privato. Tra le due parti un parco urbano di circa 10 ettari che diventerà lo snodo funzionale tra i due diversi ambienti, luogo di integrazione e, insieme, di distinzione tra la zona più urbana e quella suburbana.   

CINEMA : LA VERSILIA DEGLI ANNI SESSANTA


Da alcune sequenze di un film incompiuto l’operazione sostenuta dalla Fondazione BML
Noi, i giovani dell’appartamento, la Versilia degli anni Sessanta
Giovedì 26 marzo alle 21 proiezione del docufilm di Alessandro Tofanelli e presentazione del libro di Umberto Guidi. Ingresso libero



“Noi i giovani dell’appartamento”. Giovedì 26 marzo alle 21 al Cinema Centrale (Viareggio), la Fondazione Banca del Monte di Lucca in collaborazione con EuropaCinema e il Lucca Film Festival, organizza la proiezione del docufilm dedicato alla Versilia della seconda metà degli anni ’60.

Questa realizzazione è composta da alcune sequenze cinematografiche tratte dal romanzo di Franca Taylor “Noi i giovani dell’appartamento” (uscito nel giugno del 1966 da Guanda e ristampato dall’editrice “Il Cardo” nel 1991) custodite per quasi cinquant’anni dal figlio di Franca Taylor, John Gattai. Finché l’associazione Italia Nostra ha proposto il restauro della vecchia pellicola e la ricostruzione della storia di questo “film interrotto”, resa possibile dal contributo della Fondazione Banca del Monte di Lucca. Con questa operazione, Italia Nostra ha voluto onorare la memoria di Franca Taylor, che è stata fondatrice della sezione viareggina dell’associazione.

Il documentario che ne è nato, ideato da Tofanelli in collaborazione con Umberto Guidi, racconta la storia di questo tentativo di produzione cinematografica “autarchica” (per dirla alla Moretti), utilizzando i brani restaurati, che sono stati inseriti in un contesto narrativo che si avvale di riprese ex novo, interviste filmate ai protagonisti, foto d’epoca. Ne è uscito un ritratto della Viareggio della seconda metà degli anni ‘60 e della voglia di fare cinema che attraversava tanta gioventù di allora.
Umberto Guidi ha firmato il saggio “Cinema riscoperto”, che descrive questa complessa operazione di recupero: un libro che inquadra il fenomeno in un contesto storicizzato, raccontando anche di altri tentativi produttivi indipendenti, da “Pioggia d’estate” (1936) a “Le avventure di Pinocchio” (1946), fino a “Il buttero che vinse la morte – Giorni di sangue” (1967).

La proiezione del docufilm, già mostrato in anteprima a EuropaCinema nell’ambito delle “lezioni di cinema” riservate alle scuole, è a ingresso libero.

Il documentario
“Noi i giovani dell’appartamento”. Regia di Alessandro Tofanelli; sceneggiatura di Barbara Baroni. Produzione Un Fiorino cinema e arte per Fondazione Banca del Monte di Lucca e Italia Nostra Versilia. Durata 62 minuti.

Il libro
“Cinema riscoperto – Franca Taylor e il sogno interrotto del film ‘Noi i giovani dell’appartamento’” di Umberto Guidi. Edizioni L’Ancora per Fondazione Banca del Monte di Lucca e Italia Nostra Versilia.


ARTE: MICHELANGELO E LA PIETA' VATICANA


Venerdì 27 marzo 2015, ore 18.00
Biblioteca dell'Archiginnasio - Sala dello Stabat Mater
Piazza Galvani, 1 - Bologna
ARTELIBRO
Festival del libro e della storia dell'arte
presentaMICHELANGELO. LA PIETA' VATICANA
di Sergio Risaliti e Francesco Vossilla
Proiezione di scene da
"Il pianto della statua. Il compianto di Niccolò dell'Arca"
di Elisabetta Sgarbi

Intervengono
Sergio Risaliti e Francesco Vossilla, Autori del volume
Elisabetta Sgarbi, Direttore Editoriale Bompiani
Stefano Zuffi, Critico d'arte

Ingresso libero fino as esaurimento posti



Un miracolo da un sasso senza forma. La perfezione e la bellezza che tutto il mondo ci invidia. 

Nell’autunno del 1497 Michelangelo aveva appena terminato a Roma il Bacco con satiro, prima scultura moderna dedicata a Dioniso: dio di forma umana, morto e risorto secondo i miti dei greci e dei romani. Fu allora che il cardinale Jean Bilhères de Lagraulas chiese a Michelangelo di scolpire “una Vergine Maria vestita con Cristo morto, nudo in braccio” per abbellire l’antica rotonda di Santa Petronilla. Un salto di tema vertiginoso dalla mitologia pagana all’iconografia cristiana. In un anno appena, tra il 1498 e il 1499, Michelangelo vinse ‘la natura’ e si avvicinò a Dio, cavando dal marmo la Pietà. Come scrisse Giorgio Vasari nel 1568: “certo è un miracolo che un sasso, da principio senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione, che la natura a fatica suol formar nella carne”. Gli studi sull’arte di Michelangelo hanno poco affrontato i rapporti tra l’artista e i suoi committenti, per mettere in primo piano il fulgore geniale del maestro fiorentino. Sergio Risaliti e Francesco Vossilla affrontano invece la Pietà vaticana – opera tra le più ammirate di Michelangelo, già considerata nel Cinquecento uno dei vertici della statuaria di ogni tempo – concentrandosi in particolar modo sulla figura di Jean Bilhères de Lagraulas. L’indagine permette, inoltre, di approfondire alcuni degli aspetti più originali della raffigurazione: la ‘sospensione della morte’, la sublimazione degli aspetti più drammatici dell’evento attraverso la bellezza del nudo di Gesù e la grazia del volto di Maria, la studiata anatomia e l’arduo tema dell’incarnazione. Gli autori rispondono ad altri quesiti. Dove fu posizionata la scultura in Vaticano? Perché Maria appare così giovane? Cosa ha spinto Michelangelo a firmare l’opera?

Sergio Risaliti si è laureato in Storia dell’Arte modernae contemporanea a Firenze, è ideatore e curatore di mostre e grandi eventi, scrittore e giornalista. Ha diretto sedi espositive pubbliche e private tra cui Palazzo delle Papesse a Siena e Quarter Centro per l’Arte Contemporanea a Firenze. Nel 2012 ha ideato l’accostamento dei Crocifissi di Donatello, Brunelleschi e Michelangelo nel Battistero di Firenze. Con Cristina Acidini (ideatrice) ed Elena Capretti ha curato la mostra Michelangelo. Incontrare un artista universale, presso i Musei Capitolini di Roma. Collabora regolarmente con “Il Venerdì di Repubblica”, il “Corriere Fiorentino” e “Arte”. Da novembre 2014 è membro onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno.

Francesco Vossilla si è laureato in Museologia a Firenze, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Architettura. Ha insegnato e insegna per molte istituzioni italiane e straniere, tra cui l’Università di Firenze, i programmi italiani del Middlebury College e della Gonzaga University, l’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli. Ha concentrato le sue ricerche sulla storia del collezionismo dei Medici e l’arte tardo-rinascimentale, e dedicato monografie a Michelangelo, Baccio Bandinelli, Benvenuto Cellini, Bartolomeo Ammannati e Giovanni Bologna. Da novembre 2014 è membro onorario dell’Accademia delle Arti del Disegno.
Dal 2007 Sergio Risaliti e Francesco Vossilla hanno avviato un’indagine non convenzionale sull’opera di Michelangelo. Ne sono nati una serie di volumi scritti a quattro mani dedicati al Bacco, alla Zuffa dei Centauri e al David.

Sergio Risaliti, Francesco VossillaMichelangelo. La pietà vaticanaSaggi Bompiani, pag. 126, prezzo 15,00 euro  

Per informazioni
NOEMA: tel. 051230385 - info@artelibro.it




 

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