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22 febbraio 2017

EVENTI A DUINO "I VINCITORI DEL XIII CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA E TEATRO CASTELLO DI DUINO"


TUTTI I VINCITORI DEL XIII CONCORSO INTERNAZIONALE DI POESIA E TEATRO “CASTELLO DI DUINO”
Duino – Trieste, 21 marzo-2 aprile 2017


Primo premio all’israeliano Modi Rotenberg, secondo premio, ex aequo, alla poetessa croata Monika Herceg

Monika Herceg

e al francese Pierre Benazech. Terzo premio alla spagnola Lucia Bonilla Molina

Lucia Bonilla Molina

. Premio speciale della giuria al cinese Kwei Wang. Quasi mille gli autori che hanno partecipato al concorso letterario patrocinato dall’UNESCO, uno tra i più importanti riservati ai giovani.

Nell’era di internet e dei social media la poesia rimane per i giovani di tutto il mondo un mezzo privilegiato d’espressione. Lo confermano i numeri del Concorso Internazionale di Poesia e Teatro Castello di Duino, uno dei più importanti premi letterari riservati ai giovani, che l’UNESCO patrocina fin dalla sua prima edizione. Sono quasi mille e provenienti da ogni angolo del pianeta, i giovani poeti che si sono cimentati con il tema della sua XIII edizione, “Generazioni”.
Il Concorso valuta tutti i testi in lingua originale, con una giuria di carattere internazionale composta da poeti, critici, docenti di letterature comparate e da giovani ex-vincitori. Il Concorso è riservato ai poeti fino ai 30 anni di età, con una graduatoria speciale per i giovanissimi, una sezione per le scuole e una sezione teatrale. Dalla sua nascita ad oggi ha coinvolto quasi 13 mila poeti provenienti da 90 Paesi e un pubblico sempre più numeroso e appassionato.
Tanti dei giovani autori che quest’anno hanno inviato versi e pièce teatrali sono a Trieste, città cosmopolita per storia e collocazione geografica, per partecipare, dal 21 marzo al 2 aprile, alla Festa della letteratura e della poesia. Dieci giornate di incontri, letture, workshop, concerti, spettacoli teatrali ed esposizioni, che si concluderanno con le premiazioni del Concorso. Ad ospitarle sarà ancora il Castello di Duino, castello della Poesia di Rilke con “Elegie Duinesi”.




Il primo premio di 500 euro, è per l'israeliano Modi Rotenberg, con il componimento “Bilancio intermedio” (סיכום ביניים )
 
Modi Rotenberg  (Israele)
I premio
Israel
*
Guarda le piante di ficus che proprio ieri
Stavamo implorando i bambini di non calpestare;
la maniglia della porta che sta andando fuori posto
che dovrebbe essere sostituita.
Vedi come il nostro bambino coi denti da latte
L’afferra, e le sue spalle coperte dalla sua cartella
Ed il suo sorriso da scolaro catturato dal flash delle camera da presa.
Lo abbiamo mandato ad arruolarsi nell’esercito oggi.
Vedi come i soli del tempo
Proseguono sopra di noi lungo il sentiero dei decenni
Facendo seccare lo stesso terreno della casa che costruiamo
Con fatica, sudore, ipoteca
Ed eterno amore.
Dalle linee agli angoli dei tuoi occhi
Prendo in prestito la gloria dell’eternità
Legandola con fili sottili
Migliaia di tazze di caffè (che solo tu sai esattamente come)
E latente compassione.
La vecchiaia è avanzata furtivamente nel nostro ammiccare.
La matura pianta di ficus
Profuma già d’autunno.
Sebbene abbiamo già stretto un patto
La cui origine non è di questo mondo
Solo quando l’autunno ritorna
Tutti i tuoi anni si levano, riflettono-
Vedi
Siamo vissuti qua
Le nostre condivise stagioni come parte dell’umanità
Come genitori e nonni
Un’abbondanza di bene
Satura nel suo straripare.



Dividono  invece il secondo gradino del podio, e si aggiudicano un premio di 500 euro ciascuno, la poetessa croata Monika Herceg, con “Nessun cavallo di Troia”



II premio
Monika Herceg (Croazia)
Nessun cavallo di Troia
Il nonno portò il cavallo con sé
Più per proteggere il cavallo che non se stesso.
Mise nelle sue viscere l’archivio ben conservato di alberi da frutto
In groppa, il luogo geografico delle ultime prugne piantate
E grandi castagni
Almeno vent’anni immagazzinati trapiantò così in esilio,
Con successo, come trapiantava gli alberi da frutto.
Ma il cavallo era Iva, al quale tagliarono la testa sul ceppo,
E Anna, che non si sa ancora dove sia sepolta,
E Katerina, prima che i suoi capelli diventassero bianchi dalla paura.
Era l’attesa in cantina che passassero i soldati,
La casa, alla quale il fuoco mangiò il volto di legno.
Quando lo vendette
Invecchiò due volte prima
E ogni giorno osservava, impotente, i cavalli di metallo
Moltiplicarsi nel cielo
Fino a oscurare, nella sua totalità,
Il Sole.
 



(Nimalo trojanski konj), e il francese Pierre Benazech




Pierre BENAZECH





, con “Poiché” (Parce que)



II premio ex aequo
Pierre Benazech (Francia)
Poiché
 
Poiché Ahmad ha visto
la sua scuola di danza distrutta
da un bombardamento
e continua a venire a danzare
in mezzo alle rovine
poiché Kabir ha sentito
gli appelli all’odio
alle armi ed al sangue
ma sceglie di disegnare colombe
sui muri di Kabul
poiché Nizar ha perduto
la parola ma conosce
quella delle pietre siriane
che scolpisce in poemi di speranza
la loro voce è più forte dei proiettili
poiché Keywan ha letto
che nel suo Paese
la musica rock è proibita
ed impara di nascosto
la chitarra elettrica
poiché Lena ha ricevuto
minacce di morte
eppure porta la parola
delle donne oppresse
su una radio libera
poiché uomini e donne
si sforzano di superare l’orrore
per offrire la pace alla prossima generazione
io non smetterò di credere nell’umano



Il terzo premio, del valore di 500 euro, va alla spagnola Lucia Bonilla Molina, con “Biografía”. Segnalato invece per il Premio speciale della giuria un giovane autore cinese, Kewei Wang




Kewei Wang

, con la sua poesia “Cammino con i cerchi degli alberi” (和年轮走在一起).
Vola dall’altra parte del mondo, in Uruguay, la Targa Centro UNESCO di Trieste, vinta da Cristina Gálvez Martos con “Foto di famiglia” (Foto de Familia), mentre la Targa Alut va a un a poetessa venezuelana, Michela Lagalla Signorile

Michela Lagalla

, con “I poeti” (Los poetas). La Targa dedicata a Sergio Penco, compianto membro della giuria e raffinato poeta, è destinata ai poeti under 16 e quest’anno, per la prima volta nella storia del concorso, se la sono aggiudicata in quattro giovanissimi autori. Tra loro ci sono tre italiani - Giulia Broccolo con “Non andare via”, Andrea Grasselli con “Lettera dall’aldilà”, e Lisa Fariciotti, con “La ragazza senza emozioni”- e una poetessa greca, Giorgia Zora, con “Il fiore del labirinto” (Η αλυσίδα του χρόνου). Saranno assegnate inoltre delle menzioni speciali ad altri giovanissimi, dai sei ai 16 anni, e premi per i progetti scuola.
Per la sezione riservata al teatro, che richiedeva l’invio di un monologo o dialogo tra due personaggi, la giuria ha assegnato il primo premio all’italiana Francesca Venturelli e il suo “La domanda”. Sul secondo gradino del podio Monika Dorożyńska (Polonia), con “Generazioni”, mentre i terzi classificati sono, ex aequo, Giulia Damilano (Sudafrica), con “Io e..gli altri” e l’italiana Ludovica di Martino con “Scopri cosa ami”.
“Il tema "Generazioni", certo non facile per giovani e giovanissimi, ha invece suggestionato in modo profondo gli autori, che hanno prodotto versi di impronta indelebile”, commenta la prof.ssa Gabriella Valera, promotrice del concorso con l'associazione da lei presieduta, Poesia e Solidarietà. "Come il filo di Arianna, si srotolano storie e favole - le ferite del mondo”, scrive per esempio la giovanissima Giorgia Zora, vincitrice di una delle targhe dedicate all’indimenticabile poeta Sergio Penco, "il filo compirà la sua promessa?". “Nell'intreccio generazionale fra passato e futuro, sullo sfondo di un cosmo che sta a guardare, ma non è inerte e vive una sua vita segreta di mutamenti, si levano - racconta la docente e poetessa - speranze e disperazioni, generazioni di esili, di infanzie negate. Come nella poesia dell'israeliano Modi Rotenberg, vincitore del primo premio. I simboli di un passato anche letterario, d'altro canto, aprono il tempo, rimandano al lavorio delle culture e dei sentimenti e al loro perenne richiamo, a un "compito" da assolvere”.
A testimonianza del forte impegno civile che caratterizza il concorso parte dei premi in denaro sarà devoluta dai vincitori a progetti umanitari nel loro Paese d’origine e, per volontà di Antonietta Risolo, titolare della Casa Editrice Ibiskos Risolo, anche il ricavato del libro che raccoglierà le poesie dei vincitori andrà alla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin, per i bambini vittime di guerra.  

Concorso Internazionale di Poesia Castello di Duino
Trieste - Duino (varie sedi)
21 marzo - 2 aprile 2017

 
Warhol vs Gartel. Hyp Pop
Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, Lucca
25 febbraio – 18 giugno 2017
a cura di Maurizio Vanni

Andy Warhol, Drag Queens 2, 1974, Polaroid, 10,8x8,6 cm, Collezione privata  1

Circa 90 opere comporranno la mostra “WARHOL vs GARTEL. HYP POP”, curata da Maurizio Vanni e organizzata dal Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art in collaborazione con Spirale d’Idee, EF Arte, Artelite, MVIVA e Associazione MetaMorfosi, che allestita nel museo lucchese dal 25 febbraio al 18 giugno 2017Si sfideranno due artisti americani: il padre della Pop Art Andy Warhol (Pittsburgh 1928 – New York 1987) e il padre dell’Arte Digitale Laurence Gartel (New York 1956). “Andy Warhol e Laurence Gartel

Dual Personality, 1979, stampa digitale, 70x106

– spiega il curatore della mostra Maurizio Vanni – sono due di quegli artisti eletti, nati per fare e rimanere nella storia, cresciuti per modificare gli equilibri culturali e sociali di un luogo in un determinato momento storico. Entrambi sostenitori dell’unione tra arte e tecnologia scientifica, si incontrano negli anni Ottanta e il pretesto è legato al confronto sulle modalità espressive legate al computer. Gartel svela a Warhol i segreti di Commodore Amiga e la loro sintonia è immediata perché sono tantissimi i punti in comune”.
La mostra, creata per svilupparsi su più spazi espositivi, ha la sua seconda sede al MAG MetaMorfosi #Art Gallery di Spoleto dove è visibile al pubblico dal 22 dicembre 2016 al 2 aprile 2017 un corpus di cinquanta opere originali.

Warhol vs Gartel. Hyp Pop
Lu.C.C.A. - Lucca Center of Contemporary Art, Lucca
25 febbraio – 18 giugno 2017
a cura di Maurizio Vanni
Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art
Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca tel. +39 0583 492180
www.luccamuseum.com info@luccamuseum.com
Orario mostra:
Da martedì a domenica ore 10-19
Chiuso il lunedì
Biglietti: intero 9 €; ridotto 7 €
 
#AndyWarhol #LaurenceGartel  #Art 

CINEMA A ROMA "RITRATTI ALLA CASA DEL CINEMA"



Dal 1 marzo al 12 aprile 2017 alla Casa del Cinema “Ritratti”, rassegna dedicata al documentario italiano
 
 
Il documentario fuori programma “Essere Rossana Rossanda” di Mara Chiaretti - focus su un esempio epocale di persona/personalità/politica in proiezione mercoledì 22 febbraio alle ore 17.30 - apre il nuovo spazio Ritratti dedicato al documentario italiano dell’ultima stagione cinematografica curato da Maurizio di Rienzo. Prevista la proiezione tra il 1 marzo e il 12 aprile di cinque documentari italiani del 2016 segnalatisi nell’ambito di festival rilevanti. Documentari capaci di raccontare sia emblematici percorsi professionali e civili (come quello del ribelle Lou Castel, della giornalista di moda Franca Sozzani, del memorabile Piergiorgio Welby) sia storie di vite altrettanto esemplari quanto diverse (da quella di un killer di mafia, ergastolano dal 1982 poi redento, a quella di Enrico, un ragazzo che a distanza di tantissimi anni dall’abbandono del padre decide, da regista, di mettersi sulle sue tracce)
“A pugni chiusi” di Pierpaolo De Sanctis è l’ascolto del cuore di un attore simbolo, legato al folgorante esordio di Marco Bellocchio, I pugni in tasca. È anche il racconto di una vita misteriosa e sincera rielaborata in luoghi e con toni non consueti.
Franca: chaos and creation” del devotamente analitico Francesco Carrozzini è incentrato sul bel lavoro svolto fra Italia e Usa da Franca Sozzani, donna dolcemente ferrea e pragmaticamente inventiva che diede, da giovane direttrice di Vogue Italia, una sterzata anticonvenzionale al rapporto fra editoria e fashion.
“Ero malerba” di Toni Trupia racconta con rigore drammaturgico la storia di chi è cresciuto per diventare uno spietato omicida salvo poi scoprire in carcere una nuova e positiva versione di se stesso.
“Saro” di Enrico Maria Artale è una personalissima ricerca di radici in bilico fra pudore emotivo e impietoso confronto, è la messa in campo di un rapporto mai nato fra genitore e figlio che sfocia nell’apparente fredda semplicità di un confronto a lungo rimandato.
“Love is all. Piergiorgio Welby, autoritratto” di Livia Giunti & Francesco Andreotti, è, infine, un viaggio a più binari narrativi nella parabola di un uomo al quale l’atroce malattia non ha ‘piagato’ l’anima, non ha eroso la semplicità poetica né bloccato l’articolarsi delle relazioni. Il film, coinvolgente quanto antiretorico, è una sorprendente summa di linguaggi, a volte muti.
 
 
EVENTO FUORI PROGRAMMA 
 
MERCOLEDì 22 FEBBRAIO, ORE 17.30
ESSERE ROSSANA ROSSANDA
di Mara Chiaretti, 2016, 60’
Programma della rassegna
MERCOLEDì 1 MARZO, ORE 17.30
A PUGNI CHIUSI
di Pierpaolo De Sanctis, 2016, 76’
replica 5 marzo
MERCOLEDì 8 MARZO, ORE 17.30
FRANCA. CHAOS AND CREATION
di Francesco Carrozzini, 2016, 80’
replica 12 marzo
MERCOLEDì 16 MARZO, ORE 17.30
ERO MALERBA
di Toni Trupia, 2016, 73’
replica 19 marzo
MERCOLEDì 29 MARZO, ORE 17.30
SARO
di Enrico Maria Artale, 2016, 67’
replica 2 aprile
MERCOLEDì 12 APRILE, ORE 17.30
LOVE IS ALL. PIERGIORGIO WELBY, AUTORITRATTO
di Francesco Andreotti, Livia Giunti, 2016, 60’
replica 15 aprile

CASA DEL CINEMA
Spazio culturale di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale
Gestione Zètema Progetto Cultura
Direzione Giorgio Gosetti
in collaborazione con Rai; Rai Cinema 01 distribution
sponsor tecnici Deluxe; Kodak
INDIRIZZO Largo Marcello Mastroianni, 1
INFO tel. 060608 www.casadelcinema.it www.060608.it
L’accesso in sala sarà garantito fino ad esaurimento dei posti disponibili

#casadelcinema
#cinema
#roma
#RossanaRossanda 

ARTE A LOS ANGELES "THE INTERIOR AND THE CARPET"

 
The Interior and The Carpet
Alan Belcher, Walter Dahn, Jirí Georg Dokoupil, Liam Gillick,
Ilya ed Emilia Kabakov, Joseph Kosuth, Ken Lum, Jonathan Monk, Peter Nagy,
Julião Sarmento, Rob Scholte, Rosemarie Trockel, Heimo Zobernig
Inaugurazione:
22 marzo 2017, dalle 17.00 alle 21.30


 Pacific Design Center, Los Angeles
22 marzo-23 giugno 2017


The Interior and The Carpet è una mostra di #tappeti d’artista realizzati in edizione limitata prodotti da Petra Grunert Singh di Equator Production, New York (www.equatorproduction.com), che include i lavori di 13 artisti internazionali: Alan Belcher, Walter Dahn, Jirí Georg Dokoupil, Liam Gillick, Ilya ed Emilia Kabakov, Joseph Kosuth, Ken Lum, Jonathan Monk, Peter Nagy, Julião Sarmento, Rob Scholte, Rosemarie Trockel, Heimo Zobernig.
La mostra, allestita al Pacific Design Center di Los Angeles, importante distretto per il design contemporaneo progettato dall’architetto argentino Cesar Pelli nel 1975,  inaugurerà in coincidenza con “Westwerk”, l’evento annuale dedicato al #design industriale del Pacific Design Center.
Il progetto espositivo The Interior and The Carpet ha l’obiettivo di mostrare l’evoluzione del concept che sta alla base del lavoro di Equator Production. L'esposizione presenta la prima lista di artisti a cui vennero commissionati tappeti d’autore tra il 1985 e il 2003: Walter Dahn, Jiří Georg Dokoupil, Peter Nagy, Rob Scholte e Rosemarie Trockel, così come una serie di tappeti più recente (dal 2014) realizzati da Alan Belcher,


Alan Belcher


Liam Gillick, Ilya ed Emilia Kabakov, Joseph Kosuth, Ken Lum, Julião Sarmento, Heimo Zobernig.


Heimo+Zobernig+Carpet+Rug,+2015


Questa selezione è stata curata da Cornelia Lauf per Equator Production in un progetto gestito da #GoldenRuler, Roma (www.goldenruler.eu).
Il tappeto concepito da Jirí Georg Dokoupil, Ohne Titel (unique) del 1986, e quello di Rob Scholte, Mens Erger Je Niet del 1988, sono i primi pezzi d’autore prodotti da Equator Production. Spiral, un tappeto che rappresenta l’immagine di una spirale con piccole figure disegnata a mano libera su fondo bianco di Walter Dahn e Disease and Decoration di Peter Nagy, sono invece esemplari del 1991, quando l'azienda produttrice proseguiva già da qualche anno la sua avventura nel settore. Sempre del 1991 è Plus Minus, un tappeto che presenta una superficie ossessivamente punteggiata di segni positivi e negativi realizzato dall’artista tedesca Rosemarie Trockel.
Tra i manufatti più recenti ci sono il tappeto di Joseph Kosuth, Remarks on the Foundation of Mathematics (2015), intrecciato a Katmandu, Nepal, che fa riferimento a un libro di filosofia della matematica pubblicato nel 1956 da Ludwig Wittgenstein (in tedesco: Bemerkungen über die Grundlagen der Mathematik); il tappeto di Ken Lum, The Path from Shallow Love to Deeper Love (2015), che si appropria di un'immagine readymade e ne fa il soggetto dell’opera: un antico pattern decorativo greco-romano, di origini cinesi, pensato per simboleggiare l'infinito. Utilizzando colori caldi per tracciare il disegno labirintico, Lum usa un titolo poetico per suggerire un tortuoso, e a volte mistificante, viaggio nei sentimenti umani; il tappeto di Heimo Zobernig, Carpet / Rug (2015), che giocando, come a volte gli artisti fanno, con il linguaggio, pone la questione ancora aperta se è il tappeto è un semplice oggetto per coprire il pavimento o se è un oggetto d’arte.
Il Lihotzky Carpet (2015) di Liam Gillick, artista britannico particolarmente noto per il suo uso del colore applicato a strutture in acciaio inox e plexiglass, riproduce, come fosse un manifesto, l'immagine di un disegno della cucina di Francoforte progettata nel 1926 dall'architetto austriaco Margarete Schütte-Lihotzky, corredandolo di segni che alludono a percorsi domestici. L'obiettivo della cucina di Francoforte era semplice: creare uno spazio il più possibile efficiente, che fosse igienico e che facesse risparmiare tempo e denaro. È importante sottolineare che questo disegno separava la cucina dallo spazio della vita quotidiana, creando una linea di demarcazione tra il lavoro (la cucina) e il tempo libero (il soggiorno).
Nel tappeto Hole in the Wall (2016) di Ilya ed Emilia Kabakov il decoratore nepalese ricrea con la lana un disegno che Ilya Kabakov ha realizzato nel 1970 per un portfolio di 72 stampe. L’immagine assomiglia alla mappa di un luogo in un campo rosso, forse un idillio di epoca sovietica in cui una delle figure rappresentate risiedeva. Blocks (2016) di Julião Sarmento si basa sui blocchetti di costruzione di un insieme architettonico. Di solito Sarmento crea architetture concettuali nei suoi dipinti, o paesaggi di memoria. In questa sottile fusione di spazio, matematica applicata all'architettura e arte tessile, l’artista trasforma le forme più basilari in materiali elementari. , è un originalissimo tappeto realizzato con i residui del giocattolo di pezza che il piccolo terrier dell'artista, Milo, ha masticato giocando. L’opera di Belcher è un esempio perfetto della società liquida in cui viviamo, un oggetto che va oltre il suo immediato riferimento aneddotico per dare forma a nuovi simboli culturali. È la sintesi rappresentativa di un oggetto prodotto in massa in Cina (il giocattolo), ricomposto al computer dall’artista nel suo studio, a Toronto, infine delegato via New York e Roma alla produzione in Asia, dove le pazienti mani dei tessitori di Katmandu hanno realizzato un tappeto la cui immagine finale ricorda un mandala.
Infine, l’opera di Jonathan Monk, Untitled (Flying Carpet) (2017) che riproduce su tappeto l’immagine di una celebre copertina della rivista “Flash Art” realizzata da Gino De Dominicis in omaggio al “salto nel vuoto” di Yves Klein, si basa su un’immagine che cattura l’essenza di un momento performativo. L’opera pone la questione dell’intraducibilità di tutte le cose – o al contrario – dimostra che tutto (anche un’opera d’arte), può essere mutato e fatto proprio.
Pacific Design Center, Los Angeles
È la massima risorsa per il design tradizionale e contemporaneo della West Coast degli Stati Uniti. L’intero distretto consiste in un campus di 14 acri con edifici monumentali interamente disegnato dall’architetto argentino Cesar Pelli nel 1975, ed è riconosciuto internazionalmente come centro nevralgico per il design contemporaneo e come luogo per le arti e per l’intrattenimento di tutta la comunità, alla quale fornisce spazi pubblici e privati per proiezioni, mostre, conferenze, incontri, eventi speciali e ricevimenti. Il campus raccoglie quasi 100 spazi commerciali di grandi marchi di design e arredamento e showroom internazionali. In totale circa 2.200 linee di prodotti disponibili per designer professionisti, architetti, facility manager, arredatori e rivenditori.
Equator Production, New York
Dedicata alla produzione di tappeti d’artista in edizioni limitate, Equator Production è stata fondata da Petra e Ranbir Singh con l’imprenditore Reiner Opoku nel 1985. Equator Production collabora con artisti interessati a misurarsi con il mondo dell'artigianato e del design, e volti alla ricerca di nuovi racconti e forme espressive. Commissionando tappeti d’autore ad artisti contemporanei di fama internazionale, e seguendo l’intero processo produttivo, dall’ideazione all'esecuzione (spesso affidata ai maestri tessitori tradizionali), Equator Production mira a creare una sintesi tra i vari approcci artistici. 
Petra Grunert Singh
Nata in Germania, studia all’Accademia di Belle Arti di Dusseldorf e successivamente si trasferisce a Bruxelles dove co-fonda con Ranbir Singh e Reiner Opoku, Equator Production, un’azienda espressamente dedicata alla produzione di tappeti d’artista in edizioni limitate. Nel 2000 si trasferisce a New York portando con sé l’esperienza di Equator Production e impegnandosi nel rinnovamento dell’attività che la porta a collaborare anche con nuove generazioni di artisti contemporanei.
GoldenRuler, Roma
Agenzia che si occupa di progetti curatoriali nel campo dell’arte contemporanea fondata a Roma nel 2012 e specializzata nel rapporto tra arte e artigianato. GoldenRuler collabora con artisti di fama mondiale per realizzare progetti su misura in contesti museali, urbani o per committenti privati. Tutti i progetti sono realizzati in collaborazione con le più qualificate professionalità, dall’ideazione del progetto alla produzione, alla comunicazione.
Varola | Pacific Design Center
Aperto da Helen Varola, curatrice di base a New York, nel 2014, è uno spazio espositivo all’interno del Pacific Design Center di Los Angeles nato con l’obiettivo di presentare mostre e progetti di artisti contemporanei. Varola è un luogo aperto ai linguaggi sperimentali, oltre che un sito di produzione contemporanea che intende il design come una sorta di prolungamento espressivo del linguaggio dell’arte contemporanea.
DesignLAb | Pacific Design Center
È una piattaforma per esplorare l’arte contemporanea che guarda al design. Concepita e diretta da Helen Varola, è resa possibile grazie al supporto di Charles S. Cohen, proprietario e presidente del Pacific Design Center, nonché collezionista e amministratore del MOCA Pacific Design Center.
INFO
The Interior and The Carpet
Pacific Design Center
Varola, Blue Building, Second Floor 8687, Melrose Avenue
Los Angeles, CA 90069 U.S.A.
Inaugurazione:
22 marzo 2017, dalle 17.00 alle 21.30
Date mostra:
22 marzo-23 giugno 2017
Orari per le visite:
dal martedì al venerdì, dalle 11.00 alle 17.00.
Sabato e domenica, dalle 11.00 alle 18.00.
Chiuso il lunedì
Ingresso libero