Lunedì 21 settembre –
ore 19,30
presentazione del
romanzo di esordio di
GIORGIO
GLAVIANO
SBIRRITUDINE
Con l’Autore
interviene GIANCARLO DE CATALDO
Letture di ALESSIO
VASSALLO
SEGUIRA’
APERITIVO
SUMMER KINO - C/O MONK CLUB
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SBIRRITUDINE È
BASATO SULLA STORIA VERA DI VENT'ANNI DI VITA, OPERE E OMISSIONI DI UN
POLIZIOTTO SICILIANO DI PROVINCIA.
UNO DI QUELLI SCOMODI, INCAZZATI, CHE NON
FANNO COMPROMESSI NEANCHE CON I SANTI: UNO SBIRRO MALATO DI
SBIRRITUDINE.
IN NOME
DELLA GIUSTIZIA È PRONTO A RISCHIARE TUTTO: LA CARRIERA, L’AMORE, LA VITA.
UN VIAGGIO NEL CUORE DI COSA NOSTRA, DELLA
SICILIA E DELLA TRATTATIVA STATO-MAFIA
Sbirritudine è
un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti, seppur luoghi e personaggi siano
di fantasia. Sbirritudine racconta vent'anni di vittorie e di sconfitte.
Vent'anni di riflessioni su Cosa Nostra, la Sicilia e i siciliani. Un viaggio
nel cuore stesso della mafia, della politica e della trattativa costante tra
stato e criminalità. Vent'anni trascorsi in quella grigia terra di confine dove
non ci sono amici, né alleati o leggi, ma solo connivenza, corruzione e
prevaricazione.
Con
una scrittura tesa e affilata che non lascia respiro al lettore fino alla fine
del romanzo, Glaviano ci consegna un romanzo che dipinge la realtà della
trattativa Stato-Mafia nel dettaglio della provincia siciliana e allo stesso
tempo traccia a grandi pennellate la condizione schiacciante in cui molti
servitori dello Stato si trovano a operare. Attraverso la potente
voce narrante dello sbirro, il lettore partecipa all'esperienza tragica ed
eroica di chi, lasciato solo, non si rassegna a piegare la testa al crimine
organizzato.
Conosce le loro regole, ma
non è uno di loro. Sopporta notti insonni e lunghi appostamenti, inseguendo
segreti antichi come l’Italia. La gente lo guarda da lontano, con sospetto.
Perché un poliziotto siciliano, in Sicilia, è quasi un controsenso: è un
traditore, un terrorista, un matto che si ostina a credere nella giustizia
quando nessuno ci crede più. È un uomo destinato a restare solo. Forse per
questo ha qualcosa che gli altri poliziotti non hanno: un vero e proprio sesto
senso per la mafia. Gli uomini d’onore la chiamano “sbirritudine”, e lui ce l’ha
all’ennesima potenza: a capo di una squadra investigativa speciale, da anni
cerca di scardinare il clan di Fifi Bellingeri, che sta insanguinando le strade
di Prezia. Inchiesta dopo inchiesta si avvicina al suo obiettivo, ma ogni volta
la cattura sfuma all’improvviso. Interessi personali, collusione, falsi
incidenti, truffe: gli ostacoli sono sempre nuovi e arrivano soprattutto
dall’alto, perché nel sistema sono tutti d’accordo, come ai tempi del
Gattopardo. Ma per lui lottare contro Cosa Nostra non è una scelta, è la
vita. Per arrivare fino in fondo dovrà sfidare la legge, i superiori, i mafiosi
stessi, disobbedendo agli ordini e vivendo nell’attesa, nascosto e braccato come
un predatore. O come un latitante. Perché in una terra di nessuno, in cui Stato
e mafia si confondono, assomigliare ai propri nemici è molto più facile di
quanto non si pensi.
ERANO TUTTI FERMI: I MAFIOSI,
LO STATO, OGNI COSA IMMOBILE. L’UNICO A CORRERE ERO IO. PER QUESTO DOVEVO ESSERE
FERMATO.
Nel corso di una notte che non ne vuole
sapere di finire, uno sbirro stanco e demotivato deve decidere cosa rispondere a
una telefonata che lo raggiungerà l'indomani mattina.
Non riuscendo a dormire, esce di casa e
inizia a percorrere in macchina i teatri delle battaglie che ha combattuto. E
ricordando i colleghi, gli appostamenti, gli uomini d'onore farà il giro
dell'intera Sicilia e di se stesso: come la lancetta di un orologio che cerchi
di battere il tempo giusto, consapevole che di giusto ormai non è rimasto più
niente.
Da una dichiarazione
dell'Autore:
Il primo incontro con questo poliziotto e
il suo sesto senso per la mafia è avvenuto nel preciso istante in cui il mio
disincanto per come le cose continuavano ad andare in Sicilia e la sua rabbia
contro tutto e tutti erano entrambe arrivate al
limite.
È bastata una lunga chiacchierata e il
protagonista del romanzo, la sua volontà ferrea e i suoi demoni hanno iniziato a
prendere vita. Poi per arrivare a creare un mondo dalla geografia alterata, i
cui personaggi hanno nomi di fantasia e la maggior parte degli avvenimenti reali
sono tagliati con finzione pura, ci sono voluti mesi e mesi di fugaci incontri,
costante elaborazione e febbrile creazione.
Ma
su una cosa siamo stati subito d'accordo: qualunque cosa fosse stato questo
racconto, doveva assomigliare a un urlo. Doveva essere forte, deciso, feroce,
spietato, sincero e vero. Un grido di rabbia liberatorio. Per me, per lui, per
coloro che sono morti combattendo, per tutti i vivi convinti che le cose possano
cambiare.
Giorgio Glaviano,
siciliano, lavora a Roma come sceneggiatore per Rai, Mediaset e Sky (tra i suoi
lavori, "Il sorteggio" con Beppe Fiorello e "Il signore della truffa" con Gigi
Proietti). È autore di due saggi sulla serialità americana.
Sbirritudine è il suo primo romanzo.
Pag. 340
euro 17,00