TRANSLATE

Visualizzazione post con etichetta gabriele galloni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta gabriele galloni. Mostra tutti i post

3 novembre 2017

LIBRI E POESIA. "SLITTAMENTI" di GABRIELE GALLONI



SCOPRIRE LA POESIA CONTEMPORANEA

 “SLITTAMENTI”
DI GABRIELE GALLONI


di Emanuela Dottorini

Leggere Gabriele Galloni è scoprire la poesia contemporanea attraverso un giovanissimo poeta.
“Slittamenti” è la prima raccolta di poesie, per Augh Edizioni, così bene accolta dalla critica da far pensare ai futuri successi di un poeta che slitta veloce sulla superficie del mondo. Sono versi liberi, ma disciplinati da una metrica apparentemente casuale, che rivela invece la preparazione tecnica e la cultura del giovane Galloni.
Le poesie sono ritmate tra endecasillabi, settenari e quinari che cercano e fuggono continuamente le rime, nascoste tra versi frammentati e a volte così essenziali da ricordare Ungaretti.
Originale, cruenta ed emblematica, questa poesia oscilla tra il classico e il rock per temi e forme, lasciando quasi sempre l’ultimo verso isolato tecnicamente e concettualmente, quasi fosse un punto dilatato, una fuga dalle strofe precedenti, che lascia spaesati e disorientati. E’ un gioco tematico e stilistico che rivela in Gabriele Galloni un poeta acuto e sottile nella scelta dei temi che vuole affrontare. I tempi, i luoghi, la mistica e la sessualità  si snodano con disinvoltura tra versi e strofe originali dove si parla di vetro, di acqua, di muri e di deserto. La musicalità, anche di rime baciate e alternate, fa pensare a installazioni d’arte contemporanea quando parla di un “colpo di neon”; quando poi racconta di “fiandre pontine” identifica luoghi geografici precisi che si smaterializzano, come il Getsemani, Zeboim, Villa Sciarra o Via Condotti.
Non mancano anche degli aspetti mistici, ma senza arrivare alla commozione, perché è un poeta razionalmente forte Galloni, in cui le emozioni sono profonde ma contenute e così quando richiama Borges, Wittgenstein o Jung , non evoca solo immagini, ma qualcosa di più.
Gabriele Galloni traduce tutto se stesso in poesia e questo è evidente proprio quando vuole esorcizzare le sue paure attraverso parole e gesti da horror; indugiando su lame, coltelli, incisioni e affondi nella carne umana, perché “al sangue si ritorna”.
Riflessioni ossessive, più spesso riscattate da fotogrammi del presente e da voli verso spazi e luoghi liberi.