Un'eccellenza al femminile, ecco la professoressa Maria Chiara Carrozza che in conferenza e con il suo libro "I robot e noi" ci parlerà con chiarezza estrema, per tranquillizzarci sul futuro che è già presente (mentre noi magari non ce ne eravamo resi conto).
L'arte e la creatività non rischieranno la dissoluzione, anzi, ne potranno essere potenziate, mentre è il lavoro che si troverà ad un passaggio delicato.
Impareremo a convivere con i robot, a patto di seguire la strada che le eccellenze ci sapranno indicare.
Impareremo a convivere con i robot, a patto di seguire la strada che le eccellenze ci sapranno indicare.
Incontri con le eccellenze
I Robot e noi.
“Robotica: ricerca e applicazioni tecnologiche”
Uno sviluppo inarrestabile e una rivoluzione nel corso di 5-10 anni
Professoressa Maria Chiara Carrozza |
I Robot e noi: il futuro è una simbiosi uomo-macchina; il mondo è già cambiato mentre noi ci stiamo ancora riflettendo, non è così?
Lunedì 12 febbraio alle 17,30 nell’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino 7 a Lucca), Maria Chiara Carrozza, eccellenza italiana e del mondo, professoressa di bioingegneria industriale alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e deputata, parlerà Robotica: ricerca e applicazioni tecnologiche.
Nella sua recente pubblicazione, “I Robot e noi”, la Professoressa illustra il processo di socializzazione della robotica. “I robot, fino ad oggi semplici supporti industriali, si stanno inserendo nella società e sempre più si connettono, interagiscono e spesso riescono a sostituire gli esseri umani – spiega la professoressa -. Si tratta di una nuova era, uno sviluppo inarrestabile i cui effetti saranno tangibili già nei prossimi cinque, dieci anni”.
“La presenza dei robot è già consistente nell’industria, dove svolgono i compiti più ripetitivi e faticosi. Già nei prossimi anni, però, potranno passare a mansioni fondamentali anche nell’ambito della logistica (trasporto di beni, distribuzione) e ruoli base nel settore dei servizi, come il front office o le pulizie di casa. L’interazione tra uomo e robot crescerà sempre più fino a creare una vera e propria simbiosi. Saranno robot con capacità cognitive elevate, utili e capaci appunto di socializzare, robot da compagnia”.
L’ingresso dei robot nella società nasconde implicazioni da non sottovalutare: i bio ingegneri hanno diverse responsabilità verso la società del futuro. Devono essere affiancati da altri profili professionali che si occupano dello sviluppo umano e sociale? Come si evolverà questa figura professionale? “Non ci sarà un vero e proprio cambiamento nella figura e nel lavoro dei bio ingegneri, ma più una cooperazione con filosofi e sociologi, che dovranno analizzare i cambiamenti e la trasformazione della società al fine di garantire una corretta interazione con i robot. L’ingresso nella società dei robot deve necessariamente essere graduale e in questo processo le indicazioni di figure umanistiche di spicco saranno assolutamente fondamentali”.
La robotica tende a superare i limiti della condizione umana, aprendo scenari sconosciuti e per lo più inesplorati: la robotica sociale rischia di automatizzare ogni aspetto della vita collettiva? “Ogni rivoluzione industriale porta con sé effetti e conseguenze, sia nel mondo del lavoro che nella società. La robotica, ad esempio, modificherà la società nelle attività quotidiane, ma ritengo che non ci sia il rischio di un’automatizzazione della vita. L’utilizzo dei robot non è strettamente legato alla diminuzione di estro, arte e creatività: i nuovi strumenti tecnologici cambiano il modo di esprimere l’arte, ma non la uccidono. Anzi, talvolta la esaltano”.
Le molteplici funzioni e possibili utilizzi dei robot miglioreranno la qualità della vita generale, ma i giovani dovranno temere la competizione con i robot? e assisteremo ad una notevole riduzione dei posti di lavoro? “Difficile dirlo adesso. Sicuramente assisteremo ad un periodo di transizione, in cui verranno modificati numeri e livelli di qualità del lavoro. Proprio per questo è fondamentale che la robotica sia accompagnata da una crescita sostenibile, che dovrà passare da istruzione, formazione ed un sistema Welfare adeguato. Governi, enti e associazioni specializzate avranno un ruolo fondamentale nella socializzazione della robotica, un processo straordinario da accompagnare con un percorso di sviluppo adeguato e consono alle esigenze di tutti gli esseri umani”.
Maria Chiara Carrozza |
Maria Chiara Carrozza. Docente universitaria di bioingegneria industriale, oltre ad essere stata rettore del Sant'Anna svolge attività di ricerca all’Istituto di Robotica, come responsabile dell’Area “Neuro Robotics”, ha partecipato a invenzioni ed alle conseguenti applicazioni tecnologiche abilitanti, specie nel campo della robotica biomedica e chirurgica, e detiene brevetti europei ed internazionali; ha fatto e fa parte di società scientifiche e di Comitati scientifici di vari organismi in Italia (fra cui il Centro Studi di Confindustria) ed in molti altri Paesi.
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