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24 aprile 2015

ARTE a ROMA: "GESTUALIDAD POP" DI ESTEBAN VILLALTA MARZI - A CURA DI MARZIANI


GESTUALIDAD POP
Personale Esteban Villalta Marzi
A cura di Gianluca Marziani
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Dal 29 Aprile al 12 Giugno 2015
Sala Istituto Cervantes di Roma
Piazza Navona, 91 - Roma
Orari: da Mercoledí a Sabato dalle 16 alle 20




Quarant’anni dentro la pittura. Attorno e dentro la figurazione. Nel cuore di un immaginario pop che si trasforma senza perdere coerenza, definendo la carriera di un artista dal sangue spagnolo, figlio d’arte, italiano da lungo tempo, esempio virtuoso del dialogo tra due culture mediterranee e “caldissime”.
ESTEBAN VILLALTA MARZI ha sempre lavorato per cicli tematici, creando percorsi analitici attorno ai molteplici immaginari di ascendenza POP. La città che cambia, la musica, il cinema, il fumetto, le tendenze generazionali, le abitudini quotidiane… sono molti gli spunti che EVM metabolizza con il suo linguaggio sintetico e squillante, una sorta di sirena pittorica per gonfiare la realtà nel suo complemento “iper”. L’artista esaspera il reale per ridarne la versione fantastica eppure plausibile. Crea spazi riconoscibili e deflagranti, figli del melting pot transgenerazionale. Inventa mondi dentro i nostri mondi, sovrapponendo realismi e finzioni, memoria storica e anarchia figurativa, cattiveria e ironia.
La pittura come formula sintetica e sensoriale di uno sguardo metabolico
Ha scritto Gianluca Marziani, curatore della mostra: “L’artista, partendo dalle matrici generiche della striscia fumettistica, analizza dettagli che diventano l’oggetto concettuale del suo modus. In passato potevano esserci la gestualità delle mani, le posture degli oggetti domestici, il movimento sensuale delle ballerine di flamenco, la potenza dei toreri metropolitani. Di recente ha scelto i visi in primo piano, ingrandendo ed isolando ciò che solitamente rientra nel montaggio di un flusso narrativo. A dichiarare il cortocircuito della struttura anche i tatuaggi che galleggiano nel colore monocromo, quasi fossero un sogno, un’apparizione, un indizio. Stanno in scena a confermare le radici dell’artista ma anche la finzione di uno sguardo che timbra il bianco come se fosse una nuova pelle. La pelle per una proiezione. La pelle di uno schermo su cui si proiettano immagini interiori.”
GESTUALITA’ POP definisce uno dei cicli più intuitivi dell’artista, elaborato negli anni Novanta ma mai abbandonato, al punto da tornare attuale con una serie di quadri nuovissimi, creati apposta per l’occasione. Osserviamo singoli gesti quotidiani in cui le mani prendono il centro della scena. Carezze, preghiere, indicazioni, pressioni, spinte: le mani compiono azioni che, diventando linguaggio, aprono dialoghi silenziosi con lo spettatore, come se l’opera fosse un generatore linguistico ad alta radiazione semantica. I dettagli figurativi incarnano l’alfabeto colorato di EVM, la sua grammatica sensoriale, il suo universo empatico dalle molteplici interpretazioni.
Usando fondi tappezzati, masse di colore o quinte di ascendenza barocca, le opere parlano al fruitore come innovativi alfabeti del post-fumettismo. EVM, in modo simile ma spostato sul fronte mediterraneo, ha fatto ciò che Raymond Pettibon ricrea da anni coi suoi riferimenti californiani: la pittura metabolizza il fumetto e ne scova lati metafisici, usando il close-up come atto linguistico autonomo. EVM dimostra una particolare sintonia con la memoria americana di Roy Lichtenstein, gli anni Sessanta di Franco Angeli, i Settanta di Michelangelo Pistoletto, fino ad ascendenze che sfiorano Giorgio de Chirico e Domenico Gnoli.
Scompare il totale a favore del dettaglio. L’occhio si avvicina ai frammenti detonanti del corpo umano, affinché il gesto racchiuda l’esplicito dell’azione e l’implicito delle intenzioni. Il close-up di EVM apre spazi emotivi di cui la pittura ha congenita necessità: per rigenerarsi oltre i generi, oltre le citazioni, oltre la bellezza del suo corpo estetico.
Un catalogo accompagna la mostra.

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