VENERDì 27 E SABATO 28
FEBBRAIO, ORE 21.00
MOTUS
presenta
NELLA TEMPESTA
2011 > 2068 AnimalePolitico
Project
uno spettacolo di Enrico Casagrande e Daniela
Nicolòcon Silvia Calderoni,
Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella
Minni
drammaturgia Daniela Nicolòassistente alla regia e
traduzioni Nerina Cocchi
direzione tecnica e
suono Andrea Gallo
moving-head design Alessio
Spirli
riprese e montaggio
video Enrico Casagrande e Daniela
Nicolò
motus nella tempesta (16) © Valeria Tomasulo |
una produzione Motus
con Festival TransAmériques, Montréal + Théâtre National de Bretagne,
Rennes + Parc de la Villette, Parigi + La Comédie de Reims – Scène d’Europe,
Reims + Kunstencentrum Vooruit vzw, Gent + La Filature, Scène Nationale,
Mulhouse + Festival delle Colline Torinesi, Torino + Associazione dello
Scompiglio, Vorno + Centrale Fies – Drodesera Festival, Dro + L’Arboreto –
Teatro Dimora, Mondaino con il sostegno di ERT (Emilia Romagna Teatro Fondazione) + AMAT +
La Mama, New York + Provincia di Rimini + Regione Emilia-Romagna +
MiBAC
in collaborazione con M.A.C.A.O, Milano + Teatro Valle Occupato, Roma + Angelo Mai Occupato, Roma + S.a.L.E. Docks, Venezia
in collaborazione con M.A.C.A.O, Milano + Teatro Valle Occupato, Roma + Angelo Mai Occupato, Roma + S.a.L.E. Docks, Venezia
Motus, Nella-tempesta ph Tiziana Tomasulo |
La nostra immaginazione utopica si è
talmente atrofizzata nell’atmosfera asfissiante
di una predicazione apocalittica,
che sembra molto più facile immaginare
un mondo morente che un mondo
migliore.
Ma è giustamente quando l’utopia
diviene inimmaginabile che è necessaria.
(“Les Sentiers de l’Utopie”, Isabelle
Fremeaux e John Jordan, La Découverte, Parigi 2011)
Nella tempesta ©Andrea Gallo IMG_1988 |
La stagione di prosa al Teatro
Cantiere Florida prosegue venerdì 27 e sabato 28 febbraio con uno spettacolo
molto atteso: “Nella tempesta” dei Motus, uno dei gruppi di ricerca
italiani contemporanei più rappresentativi nel panorama nazionale e
internazionale. Questo nuovo spettacolo di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò,
con Silvia Calderoni, Glen Çaçi, Ilenia Caleo, Fortunato Leccese, Paola Stella
Minni parte dal testo scespiriano per indagare un Mediterraneo che,
attraverso gli ultimi cinquecento anni di sfruttamento coloniale, ha inclinato
il proprio orizzonte. Non unisce, separa: è un mare in salita. Cementato da
controlli alle frontiere, polizie internazionali, gestione selvaggia dei
confini, omertà e silenzi. Un “mare nostrum” divenuto un cimitero a cielo
aperto, che protegge le sue coste e annega i suoi naviganti.
“Nella tempesta” rientra nel progetto
“Animale Politico 2011/2068”, un fronte allargato e visionario di osservazione
articolato in diverse azioni performative e laboratori-residenze (Mucchio
Misto Workshop) in varie città europee e nordamericane. Il lungo percorso di
“Atti pubblici” inaugurato nel 2011 da “The plot is the revolution”, il
confronto/dialogo fra Silvia Calderoni e Judith Malina del Living Theatre,
continua con la storia di una riappropriazione e di una presa di coscienza, sia
degli spazi che dell’esperienza in sé, nella “temporaneità” dell’evento scenico.
Un’immersione “Nella tempesta” scespiriana dove non s’inscena un mondo che
finisce, ma un mondo che comincia, uno spazio in cui rinegoziare le esistenze
individuali e collettive.
I Motus si sono così gettati “Nella
Tempesta” e hanno intrapreso il viaggio: “Siamo andati a Cartagine, da dove
sono partite le navi della tempesta di Shakespeare e da lì è iniziato il
viaggio, inseguendo una delle possibili rotte dei migranti che – come scrive
Adriano Sofri – “Non chiamo disperati, perché occorre sperare forte per mettersi
in viaggi come questi”. Poi da Tunisi a Lampedusa, da molti studiosi
identificata come “possibile isola” scespiriana. Lì ci siamo messi all’ascolto:
racconti di viaggi lunghissimi, cominciati in Africa subsahariana, segnati da
perdite e indicibili umiliazioni, sino alla disumana detenzione in Libia… Di
sogni e speranze verso un “Mondo Nuovo” che poi in Italia si è rivelato
circoscritto al recinto di un CIE, o al terribile Palazzo Salaam di Roma –ultima
tappa del nostro viaggio – dove vengono “depositati” i richiedenti asilo
politico “proprio come animali”. Dall’affondo in queste realtà deriva anche
la scelta dei Motus di non usare altra scenografia per lo spettacolo che una
serie di coperte, donate dagli spettatori a ogni replica: la coperta è infatti
il primo rifugio possibile per un corpo indifeso dopo un uragano, un naufragio o
un conflitto bellico. Non una scena da abitare, ma semplici oggetti
quotidiani da trasfigurare, per poi essere redistribuiti ad associazioni per
assistenza ai migranti o ai senzatetto.
Tutti gli attori in scena entrano
nell’opera attraversando le proprie tempeste personali. Per Glen Çaçi, tempesta
è avere dieci anni e vedere un crollo, un incendio, un camion che sfonda i muri
di un’ambasciata in Albania… Tempesta è scegliere se partire o rimanere. E Glen
ha scelto di partire, per l’Italia, da clandestino. Tempesta è anche riascoltare
la voce di Judith Malina del Living Theatre che parla della necessità dello
scatenare tempeste, non di proteggersi, proprio mentre l’uragano Sandy si
abbatte su New York. Tempesta è un contro-testo drammaturgico, la
rabbiosa poesia del martinicano Aimé Césaire, che, con Une tempête,
sposta il baricentro in Africa e da voce al fiero desiderio di rivalsa di
Calibano: la relazione di dipendenza “reciproca” che la dinamica
colonizzatore-colonizzato genera si acuisce, sempre sul crinale dell’antica
controversia fra violenza e non violenza.
Tempesta è rompere l’ordine quotidiano,
come trascinare un albero per le strade… Ed è ciò che decide Silvia
Calderoni/Ariel, quando sceglie l’indipendenza e diserta, abbandona il
palcoscenico e il suo Maestro per gettarsi nel Rumore della Realtà...
Calibano comincia una rivolta solitaria, rivendicando la sua isola, la sua
libertà. Ma quale libertà? Il testo è tradito. Lo spettacolo si spacca.
L'attore che simula Prospero abbandona il mantello. Il grande Panopticon del
palco, dove “ciascuno al suo posto è visto, ma non vede” si svuota. Resta solo
una domanda e la timida esortazione di Miranda, al pubblico. Nel
silenzio.
Biglietti: 15€
intero 12€ ridotto.
Riduzioni: Cral Convenzionati, Unicoop
Firenze, Feltrinelli Card, Tessera Arci, Soci Aci, Over 65, Under 26, CTS,
Università dell'Età Libera
Orari della
biglietteria
dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle
18.00 in orario continuato.
Nei giorni dello spettacolo il
botteghino sarà aperto dalle 14.30 alle 16.30 e dalle 19.00 alle 21.00.
Prevendita e
prenotazioni
È possibile effettuare la prenotazione
telefonica chiamando il numero 055-7130664/7135357 o scrivendo una mail
a prenotazioni@teatroflorida.it specificando nominativo, titolo e data dello spettacolo, numero di
posti richiesti e numero di telefono.
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