Flavia de Luce si trova presa in un
groviglio che questa volta la tocca negli affetti più cari. Alla stazione
dismessa di Bishop’s Lacey è attesa Lady Harriet, la madre dispersa dieci anni
prima tra le nevi dell’Himalaya. E sarà l’indagine sulla vita e sulla morte
della madre, dentro i segreti della sua antica famiglia. La guideranno, in
questo cammino sconosciuto, remoti reperti, filmini di casa mai visti con dentro
strani figuri, visite inattese, mezze frasi di vecchi domestici, implorazioni
carpite di papà al cadavere della moglie, orridi esperimenti di risuscitamento
cadaverico, intrighi di intelligence.
Oltre il divertimento che viene da un umorismo allo stato infantile, Flavia de Luce avvince il lettore mettendolo davanti al mistero puro, al suo perturbare non inquinato né dal sangue (anche se i morti ci sono) né da stratagemmi narrativi e altri manierismi. Puro come è il brivido sulla pelle di una bambina intelligente, vigile e temeraria.
«Enfant terrible del delitto, Flavia de Luce ha fatto il giro del mondo con l’arguzia, la competenza degna di un Ris televisivo e il golf sfondato da campagna inglese. Atmosfera brumosa, sottili cattiverie, tragiche vendette per un giallo geometrico alla Agatha Christie» (Camilla Valletti, TTL - La Stampa).
Oltre il divertimento che viene da un umorismo allo stato infantile, Flavia de Luce avvince il lettore mettendolo davanti al mistero puro, al suo perturbare non inquinato né dal sangue (anche se i morti ci sono) né da stratagemmi narrativi e altri manierismi. Puro come è il brivido sulla pelle di una bambina intelligente, vigile e temeraria.
«Enfant terrible del delitto, Flavia de Luce ha fatto il giro del mondo con l’arguzia, la competenza degna di un Ris televisivo e il golf sfondato da campagna inglese. Atmosfera brumosa, sottili cattiverie, tragiche vendette per un giallo geometrico alla Agatha Christie» (Camilla Valletti, TTL - La Stampa).
‪Cosa resta di noi‬ di
Giampaolo Simi è tra i 21 romanzi in gara per la cinquina del Premio Scerbanenco
2015. Votatelo su http://www.noirfest.com/2015/scerbanenco.asp. C'è tempo fino alle 19,00 del 27 novembre. Se non l'avete ancora
letto, è il momento di farlo...
Un noir che disturba e sorprende, una tensione che sale piano come la marea. La storia di un amore che lentamente si trasforma in veleno, di un vuoto intimo che trasfigura una ragazza meravigliosa. In questo senso Cosa resta di noi fa pensare ai romanzi di Patricia Highsmith.
Guia, la protagonista, chiama «morte vista al contrario» la sua impossibilità di avere un figlio. Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con Edo un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un’altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare. La lucida follia del circo mediatico divora torbidi risvolti in nome del conformismo e del pettegolezzo più morboso. Finché cosa resta di loro è soltanto l’assenza.
Giampaolo Simi, con la sua prosa capace di svariare dall’ironia alla tensione, riesce a raccontare di una specie di contagio che parte da una mancanza intima, fisica e spirituale, che si espande e diventa una trappola da cui nessuno riesce più a fuggire.
Un noir che disturba e sorprende, una tensione che sale piano come la marea. La storia di un amore che lentamente si trasforma in veleno, di un vuoto intimo che trasfigura una ragazza meravigliosa. In questo senso Cosa resta di noi fa pensare ai romanzi di Patricia Highsmith.
Guia, la protagonista, chiama «morte vista al contrario» la sua impossibilità di avere un figlio. Eppure è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con Edo un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un’altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare. La lucida follia del circo mediatico divora torbidi risvolti in nome del conformismo e del pettegolezzo più morboso. Finché cosa resta di loro è soltanto l’assenza.
Giampaolo Simi, con la sua prosa capace di svariare dall’ironia alla tensione, riesce a raccontare di una specie di contagio che parte da una mancanza intima, fisica e spirituale, che si espande e diventa una trappola da cui nessuno riesce più a fuggire.
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