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27 marzo 2015

TEATRO: LA VITA IN ATTESA DI E CON PINO GROSSI

La vita inattesa

Uno spettacolo di e con

Pino Grossi
“le voci sono come i ricordi, la loro assenza ci lascia vuoti”
Un uomo si racconta, racconta della sua vita in…attesa, ha con se poche cose
“troppi oggetti…troppi ingombri” le trasporta in una scena spoglia che si popolerà via via dei suoi ricordi, quelli che ha voluto e dovuto fermarsi, ma è proprio nel “fermarsi” che ha trovato il suo senso,“mi fermo e basta allora riesco a non oscillare più”
in quello spazio mentale e sentimentale che l’ha condotto a riordinare la sua vita scandendola in alcuni dei grandi avvenimenti intimi che appartengono ad ogni individuo.
Mentre vive dei giorni che passano “la sua vita in attesa” inattesi alcuni temi si affacciano alla mente e lui li percorre ritrovando i suoi giochi bambini che si interrompevano perché i corpi restavano immobili “se ne stava lì ferma senza muoversi e aspettavo aspettavo che da un momento all’altro si alzasse” ma quei giochi bambini si interrompevano anche perché la vita che cresceva reclamava il suo spazio “una giovane ragazza sempre in volo come una freccia” e lui è li che osserva trattiene a sé i gesti e i profumi, li fa scorrere nel tempo “un tempo che non è più un tempo che consuma” e nel sangue quello che resterà sconosciuto
non avrebbe conosciuto il tempo del sangue che non sgorga da ferite”
E lui è li che scompone e ricompone, cercando l’armonia, come in una partitura musicale fatta di tanti intervalli..indossa vari abiti con cui adorna la sua “vita…inattesa”, invoca un padre che potrebbe anche non essere suo padre.
Come un personaggio di Gogol, parla di scarpe da comprare come fosse un’ esigenza primaria che non è solo fisica, ma filosofica.
Ri-costruisce la sua vita attraverso le voci che riecheggiano mute…
“Le parole non avevano più suono e non ce n’era bisogno”
e le libera in un ritmo a volte disordinato che somiglia a una danza che non soggiace a regole imposte “ritmo che incalza nello spasimo di una attimo che vive..rivela”
La vita, la sua vita In Attesa è fatta di foto mai scattate, di lettere mai scritte, perché lui non sa che farsene, i ricordi li ha registrati in un nastro che solo le sue orecchie possono ascoltare, sono i suoi “intervalli” sono il suo “sangue necessario”, ma anche lui, tra un intervallo e un altro, ha “vissuto” così come fanno tutti gli esseri umani “ho avuto amici e nemici, ho avuto ambizioni e delusioni
e ho fatto anche promesse” e come uno spettatore ignaro che pur non volendo diventa protagonista, sa ancora “calzare” quella vita fatta di piccoli passi che inattesi continuano a muoverlo.


Pino Grossi