“L’utopia di Pasolini”
il libro della direttrice del Centro studi di Casarsa, pubblicato da Bottega Errante, più l’allestimento speciale della mostra
“I tanti Pasolini”
con le storiche fotografie di Carlo Riccardi a cura di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado
il libro della direttrice del Centro studi di Casarsa, pubblicato da Bottega Errante, più l’allestimento speciale della mostra
“I tanti Pasolini”
con le storiche fotografie di Carlo Riccardi a cura di Maurizio Riccardi e Giovanni Currado
di Emanuela Dottorini
Nella conversazione su Pasolini e sulla recente pubblicazione di Angela Felice
Nella conversazione su Pasolini e sulla recente pubblicazione di Angela Felice
Roberto Ippolito, noto giornalista
Roberto Ippolito foto di Mycultureinblog |
ha introdotto la serata evento nello Spazio 5 di Roma tra le fotografie storiche di Carlo Riccardi.
Questo libro - dice Ippolito- è L'utopia di Pasolini, cioè l'utopia di conciliare il suo inconciliabile.
L'utopia della gioventù, prima di tutto, dice Angela Felice
Angela Felice foto di Mycultureinblog |
che, studiosa di Pasolini e Direttrice del Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia, afferma l'importanza dell'uso dei suoni in senso strettamente musicale nella poesia di Pasolini che attori della "Compagnia Friulana" hanno recitato in lingua originale furlan.
Attore della Compagnia di teatro friulana e Filippo La Porta foto d Mycultureinblog |
Per Filippo La Porta questa pubblicazione è di una tale assolutezza critica, equilibrio e freschezza da aggiungere ancora molto al tanto già scritto su Pasolini.
Utopia è un termine che confligge proprio col tema pasoliniano della realtà; l'utopia è legata al Friuli, a Casarsa, patria ideale e idealizzata come spazio del sacro, dove il ritmo della natura diventa il ritmo stesso della lingua friulana che è incorrotta.
Ma è un'utopia che si converte in distopia: immagine catastrofica di una giovinezza idealizzata prima e poi violenta, come nella "La nebbiosa". Io adulto? Mai! dice un Pasolini antipedagogico, convinto che l'esistenza non maturi nessuno perché le persone non sono modificabili; ognuno ha un proprio ritmo misterioso.
Ma allora cosa può tentare il legame tra utopia e realtà? La poesia, che è termine intermedio e spazio totalmente gratuito dell'esistenza.
Lunis, Lunedì è la poesia di congedo di Pasolini dall'utopia, dice Angela Felice
perché il lunedì è la fine della domenica e qui la poesia suona in un friulano spento senza più gli echi provenzali delle prime poesie.
Pasolini mette sempre in campo se stesso e la sua pulsione di come dovrebbe essere la realtà; per lui Casarsa è un luogo assoluto, paradigma di come dovrebbe essere il mondo. L'utopia è il Friuli, il paesaggio sonoro di una geografia antropologica che si estende fino alle borgate romane, dove la giovinezza è luogo dell'innocenza solo come categoria psicologica, perché condizione transitoria che diventerà nostalgica; quando l'utopia si deformerà nella distopia della coscienza dolorosa della fine del bisogno di poesia, lì dove il friulano suonerà antilirico.