GIACOMO DEBENEDETTI TRA CRITICA E ROMANZO
a 50 anni dalla scomparsa
Una Giornata di studio al Gabinetto Vieusseux
a cura di Alfonso Berardinelli
Mercoledì 5 aprile 2017, ore 10 e ore 15.30
Firenze, Palazzo Strozzi, Sala Ferri
Cinquant’anni fa moriva a Roma Giacomo Debenedetti, ormai considerato il più importante critico italiano del Novecento. L’omaggio del Gabinetto Vieusseux è una giornata in due tempi a cura di Alfonso Berardinelli.
L’apertura dei lavori sarà dedicata all’eredità di Debenedetti, al suo impegno nell’indagare le origini e le forme del romanzo contemporaneo. Ci saranno interventi di Alfonso Berardinelli, Marino Biondi, Mario Andreose e Raffaele Manica e la conduzione sarà affidata a Franco Contorbia. Il pomeriggio, invece, si parlerà della complessa relazione tra critici e narratori con Giorgio Ficara, Carla Benedetti, Massimo Onofri, Giulio Ferroni, Luca Doninelli, Elisabetta Rasy, Mauro Covacich e Walter Siti.
Il cosiddetto “secolo della critica”, il Novecento, è infatti finito da tempo e già negli anni Novanta si avvertivano i sintomi di una mutazione nella cultura letteraria. Mentre nella prima metà del secolo scorso e fino al 1980, la critica era vincolata alla letteratura, negli ultimi due o tre decenni questo legame si è allentato e si è spesso trasformato in una specie di estraneità. I narratori, più che lamentarsi dei critici o implorarne l’attenzione, tendono a farne a meno, privilegiando il rapporto diretto con gli editori e con i lettori. I critici sono, a loro volta, sempre più insoddisfatti della letteratura che si pubblica. La loro autorità e influenza sembra nettamente diminuita. Ma succede anche che siano proprio i critici a ritenere la letteratura attuale un oggetto poco degno di attenzione, intorno al quale è difficile o inutile costruire sia un’idea di letteratura che argomentazioni e valutazioni culturalmente solide. Il pomeriggio sarà invece dedicato allo stato attuale dei rapporti fra critici e narratori. Esiste uno stile del romanzo italiano oggi? Quali sono i suoi temi dominanti? Quale idea della vita individuale e sociale ne emerge? C’è ancora un rapporto fra i nuovi romanzi e il romanzo del Novecento? Sono stati creati personaggi nuovi, capaci di esprimere i problemi del presente?
Nato a Biella nel 1901, Giacomo Debenedetti compie a Torino gli studi e inizia ben presto la sua attività di saggista e scrittore, rivelando fin dalle prove giovanili una impeccabile maturità stilistica. Grazie alla sensibilissima apertura di interessi verso la cultura europea, contribuì tempestivamente a far conoscere, in un’Italia arresa al fascismo, le novità della psicoanalisi e la grande rivoluzione letteraria di Marcel Proust. Di famiglia ebraica, subì le conseguenze delle leggi razziali e visse in clandestinità fino alla fine della guerra; il suo racconto 16 ottobre 1943 è una delle testimonianze più importanti sulle persecuzioni antiebraiche in Italia. Nel dopoguerra ebbe un incarico universitario a Messina e successivamente a Roma, la città dove si era da tempo stabilito, e dove attese per il resto della vita alla sua attività di saggista. Dopo le tre raccolte pubblicate in vita dei Saggi critici, gran parte della sua opera sarà stampata postuma. In essa si definisce un vasto panorama di idee che sono un riferimento essenziale per l’interpretazione della civiltà letteraria del Novecento, e non solo. Tra i testi principali della sua bibliografia, ricordiamo Il romanzo del Novecento, pubblicato nel 1971 con prefazione di Montale, e Poesia italiana del Novecento, pubblicato nel 1974 con prefazione di Pasolini. Altre raccolte specifiche di saggi sono dedicate, oltre che a Proust, ad autori come Montaigne, Tommaseo, Verga, Pascoli.
Il Fondo Giacomo Debenedetti, che comprende un ricco patrimonio di carte del grande studioso e la corrispondenza intrattenuta con le personalità più importanti del Novecento italiano, è stato uno dei primi fondi archivistici ad essere collocato, per volontà degli eredi e col fondamentale tramite della Regione Toscana, all’Archivio Contemporaneo ‘A. Bonsanti’, e costituisce tutt’oggi uno un lascito fra i più prestigiosi e studiati tra i tanti che sono conservati presso il Gabinetto Vieusseux.
Il Gabinetto Vieusseux si avvicina ai 200 anni: Alba Donati, neo-presidente della prestigiosa istituzione del Comune di Firenze, ha creato, insieme al direttore Gloria Manghetti, un percorso di avvicinamento ai 200 anni nel quale rientrano, oltre alla giornata di studio dedicata a Giacomo Debenedetti, anche Scrittori raccontano scrittori, attraverso il quale scrittori contemporanei rileggono i grandi della letteratura le cui carte sono custodite nell'archivio del Gabinetto Vieusseux, e Culture di carta, dedicato alla conoscenza dei diversi supplementi culturali dei quotidiani italiani.
Gabinetto G.P. Vieusseux
Piazza e Palazzo Strozzi, 50123 Firenze
Tel. 055 288342 - fax 055 2396743
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