Da sabato 20 giugno aperto alle visite l’intero complesso del Bo, storica sede dell’Università di Padova. Eccezionalmente visitabili gli spazi novecenteschi, con i loro capolavori di arte, architettura e design.
Dal 20 giugno, l’intero complesso monumentale del Bo,
storica sede dell’Università di Padova, sarà aperto alle visite. Sarà così anche
domenica 21 giugno e, di seguito, ogni fine settimana.
L’apertura della
parte novecentesca sarà infatti possibile solo nei fine settimana, ovvero
tutti i sabati e le domeniche, dato che nel percorso di visita sono compresi
uffici, aule e sale che nei giorni lavorativi continuano ad ospitare la consueta
attività didattica e gestionale dell’Ateneo.
Le visite saranno guidate e
avranno una durata di un’ora e 15 minuti. Ogni turno di visita prevede la
partecipazione massima di 40 persone. Le lingue utilizzate sono l'italiano e una
lingua straniera (scelta dalla guida di turno in base alla maggioranza dei
turisti presenti).
Gli orari di partenza delle visite sono stati fissati, le
mattine, alle 10 e alle 11.30, nei pomeriggi, alle 14.45 e alle 16.15. Le visite
sono sospese nei HYPERLINK "http://www.unipd.it/scadenze-calendario-accademico"giorni di
chiusura dell’Ateneo.
È possibile riservare ai gruppi (minimo 10 persone) il
primo turno di visita della mattina e del pomeriggio (ore 10.00 e ore 14.45). La
biglietteria apre 15 minuti prima dell'inizio del turno di visita presso la
biglietteria nel Cortile Nuovo di Palazzo Bo (atrio del bar). L’ingresso per le
visite avviene dal portone su via San Francesco.
Il costo del biglietto di
ingresso (comprensivo di visita guidata) è di 8 euro che scende a 5 euro per i
gruppi, a 4 per gli studenti sino a 26 anni, a 2 per studenti e dipendenti
dell’Ateneo padovani. E’ infine previsto un biglietto famiglia (2 adulti e sino
a 3 figli entro i 18 anni) al costo di 20 euro. Ulteriori informazioni e
dettagli del percorso di visita su www.unipd.it cercando “visita Grande Bo”.
“Nella percezione del turista, ma anche del padovano, il Bo è solo
quello “storico”, ovvero il comparto più antico del Palazzo concentrato intorno
al Cortile Antico - afferma il Rettore professor Giuseppe Zaccaria.
Non molti
percepiscono innanzitutto che anche la parte “storica” è in realtà solo
parzialmente “originale” avendo subito diversi interventi che l’hanno fortemente
modificata. A partire dalla stessa facciata che solo dagli anni ’40 del ‘900 ha
visto l’apertura del porticato e lo spostamento del portale originario.
Così
come non è affatto comune l’idea che il “nuovo Bo” sia, ormai, esso stesso, sede
storica e non meno importante del Bo “antico”, sia in termini di architettura
che di contenuto artistico.
Certo pesa il marchio dell’epoca in cui il nuovo Bo è stato pensato e realizzato, il
Ventennio Fascista. Oggi, al di là del giudizio
ideologico, si ammirae ciò che la volontà del Rettore Carlo Anti,
unita alla creatività di Gio Ponti, ci ha lasciato. Qui e al Liviano si
concentrano pagine fondamentali della storia dell’arte, del design e
dell’architettura italiana della prima metà del Novecento, pagine sconosciute ai
più che riteniamo doveroso svelare alla città e a chi visita Padova.”
Il
nuovo percorso di visita ha inizio dal rinascimentale Cortile Antico,
progettato alla metà del Cinquecento dall’architetto Andrea Moroni, impreziosito
da migliaia di stemmi di rettori, consiglieri e studenti. Reso omaggio
all’effigie di Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, prima donna laureata al
mondo, si salirà al Teatro Anatomico, uno dei tesori dell’Ateneo. Questo
teatro ligneo, voluto da Fabrici d’Acquapendente (1594), è il primo al
mondo ed è stato il modello per decine di altre strutture simili create per le
osservazioni delle dissezioni anatomiche negli atenei di tutta Europa. Si
passerà poi alla Sala dei Quaranta, celebre per le altrettante effigi
dipinte di studenti stranieri dell’Ateneo che, tornati in patria, sono
diventati personalità di primissimo piano. Doveroso, qui, l’omaggio alla
Cattedra di Galileo Galilei, reliquia dei fondamentali anni padovani
dello scienziato. Tappa successiva è la grandiosa Aula Magna, in origine
sala da pranzo del grande albergo del Bo, acquisito alla fine del Quattrocento
dall’Università, che, ricordiamo, risale al 1222 ed è stata la seconda fondata
in Italia. E’ del 1856 la trasformazione di questo ambiente in Aula Magna e da
allora qui è passata la storia: mitica la conferenza qui tenuta da Albert
Einstein nel 1921.
Dalla grande sala successiva, chiamata Basilica per
la presenza delle colonne in cemento rivestito di stucco rosso, si entra nel Bo
Novecentesco. Sede nel corso del Settecento del laboratorio di fisica, la sala
venne trasformata da Gio Ponti e dal pittore Pino Casarini in un
luogo di memoria storica e di assoluto fascino visivo. Una occhiata, ma solo
dalla porta spalancata, all’Archivio Antico ed in particolare alle
librerie, provenienti dalla biblioteca dell’Abbazia benedettina di Santa
Giustina.
Il percorso continua negli spazi del Rettorato, finora
non aperti alle visite. Qui, sala dopo sala, si evidenzia il genio creativo di
Gio Ponti: tutto è suo, dai disegni dei pavimenti marmorei, ai colori delle
pareti, ai mobili, lampadari e ogni genere di arredo, posaceneri e maniglie
comprese. Tutto questo complesso è stato conservato senza stravolgimenti,
offrendoci oggi una testimonianza unitaria e perfetta di design italiano ai
massimi livelli. Così nel Circolo dei Professori, con la Sala di
Lettura, la Sala da Pranzo, la Sala del Caminetto e persino
nella cucina.
Ponti e il Rettore Carlo Anti chiamarono a lavorare al
nuovo Bo artisti di fama, secondo un progetto perfettamente coerente. Nel
percorso troviamo tra gli altri Gino Severini, Achille Funi, Ferruccio
Ferrazzi, Pino Casarini, Arturo Martini, Carlo Scarpa, Filippo De Pisis, Paolo
De Poli, Antonio Fasan. Seguendo il medesimo programma, altri artisti, come
ad esempio Massimo Campigli, vennero impiegati ad affrescare altre sedi
dell’Ateneo, sempre in questi anni di grande rinnovamento.
Persino lo
Studio del Rettore, anch’esso arredato da Gio Ponti, sarà offerto ad uno
sguardo del visitatore. Ovviamente uno sguardo dalla porta, visto che l’accesso
all’interno non è compatibile con la funzione del luogo.
Non mancheranno di
stupire la Sala di Giurisprudenza e la Sala di Medicina, sia per i
loro decori (entrambi sono ambienti antichi “rivisitati” negli anni del rinnovo
del Bo), sia per il contenuto. Destano curiosità, ad esempio, nella Sala di
Medicina, sia il grande affresco di Achille Funi, sia la lunga vetrina dove sono
esposti i crani di docenti che hanno offerto il loro corpo per le dissezioni
anatomiche. Dall’Atrio degli Eroi si potrà ammirare la Scala del
Sapere, denominazione quanto mai appropriata, con il grande affresco di Gio
Ponti e ai suoi piedi il Palinuro di Arturo Martini, per passare poi nel
Cortile Nuovo progettato da Ettore Fagiuoli. Qui è necessario
soffermarsi davanti al grande rilievo di Attilio Selva ma anche alla
stele di Gio Pomodoro e alla installazione di Jannis Kounellis,
testimonianze di una passione per l’arte che non si è affatto conclusa negli
anni Trenta.
Ma è il connubio tra scienza, vicende umane, grande storia,
arte, architettura e vita quotidiana, a dare un fascino unico a questa visita
che, in una sola ora, conduce attraverso otto secoli di vita di un Ateneo che è
stato e continua ad essere una delle eccellenze del nostro Paese.
Info www.unipd.it Servizio Cerimoniale e manifestazioni tel. 049 8273047 visiteguidate.bo@unipd. |
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17 giugno 2015
Dal 20 giugno apre il Grande Bo
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