Il terzo capitolo #3 del saggio di Zygmunt Bauman "Per tutti i gusti" si intitola La cultura dalla costruzione della nazione alla globalizzazione.
Partendo dal ruolo della cultura nell'epoca moderna dello Stato nazione si esamina come essa è mutata durante il lento disgregarsi di questo tipo di Stato, fenomeno giunto alle sue ultime propaggini.
La cultura ha assunto via via un ruolo completamente diverso durante la globalizzazione, che ha un origine puttosto remota, mentre ora ne vediamo un'accelerazione iperbolica ma con caratteristiche completamente nuove.
Infatti l'osmosi migratoria non è solo questione attuale: Zygmunt Bauman individua tre epoche, tre fasi, spiegando dettagliatamente le caratteristiche e le tempistiche di ciascuna. Quella attuale la stiamo vivendo e continuamente analizzando, ma forse non la conosciamo così bene perchè ci sfugge quello che è il suo clou, e Bauman lo fa, costringendoci a guardare con mente lucida il nuovo fenomeno migratorio contemporaneo, quali dimensioni esso abbia e in quali direzioni si muova.
L'analisi di Bauman in questo senso è talmente lucida da costringerci a guardarci davanti allo specchio rimuovendo tutte le questioni ipocritamente definite urgenti che in realtà defilano dalla individuazione e soluzione del problema vero.
Bauman ne ha per tutti, e soprattutto per la classe intellettuale che non ha più il ruolo classico del passato ma ha assunto connotati e atteggiamenti diversi; ed è qui la denuncia e il colpo agli intellettuali.
Smascherate le finte questioni, a cosa sta rinunciando la classe colta detentrice di cultura?