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14 luglio 2015

Flavio Favelli | PALMI RA, Fatto come piace a noi italiani. Un'opera al Mercato Civico di Iglesias



Flavio Favelli
PALMI RA
Fatto come piace a noi italiani
Immagine:
Flavio Favelli, Palmira – Fatto come piace a noi italiani (2015)
acrilico su muro, 2,20 x 24 mt.
opera permanente realizzata sulla facciata del Mercato Civico di Iglesias (lato di via Oristano)
Photo credits: Roberto Casti


Era dal 1950 che un artista di fama non realizzava un’opera nella città di Iglesias. All’epoca, Aligi Sassu, (milanese di nascita ma di origini sarde), dipingeva un murales sul tema della miniera (in passato Iglesias è stata uno dei maggiori centri a livello europeo per l’estrazione dei minerali). Un lavoro importante ma in netto ritardo sulle vicende che in quegli anni si riconoscevano nell’Arte Informale.
Oggi è la volta di Flavio Favelli (Firenze, 1967), che da diverso tempo porta avanti una ricerca perfettamente inserita nei linguaggi più attuali dell’arte contemporanea.

Invitato come visiting professor a tenere un workshop alla Scuola Civica d’Arte Contemporanea, Favelli ha pensato di realizzare, insieme agli studenti del Summer Program, un’opera permanente su un muro pubblico della città. L’artista ha scelto la grande parete esterna del Mercato Civico di Iglesias (edificio realizzato diversi anni fa da Ettore Sottsass), sul lato di via Oristano, incontrando il favore e i desideri del Consorzio che gestisce la struttura, interessato al progetto e speranzoso di riuscire a riqualificare, attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea, un luogo che soffre non solo la spietata concorrenza di altri centri commerciali ma anche l’inarrestabile degrado urbano.

Flavio Favelli è quindi partito dal “luogo” scegliendo il tema iconografico del logo del tonno Palmera – fino a poco tempo fa prodotto proprio in Sardegna –, riproducendone sul muro l’etichetta ridotta ai soli elementi essenziali: il logo e lo “slogan”, la bizzarra ed estrosa frase: “Fatto come piace a noi italiani” (che ancora campeggia sulle confezioni in vendita nei supermercati).

Dopo una giornata di studio e di discussione, l’opera si è così “concretizzata” nell’idea di una lunghissima striscia di pittura acrilica di colore rosso vivo alta 2 metri e 20 cm. e lunga 24 metri, progettata e dipinta in tempi da record (3 giorni) dall’artista e dai 15 volontari che lo hanno aiutato. Sono i ragazzi della Scuola Civica d’Arte Contemporanea di Iglesias, coordinati dal collettivo Giuseppefraugallery. Un gruppo di persone motivate di tutte le età (alcune di Iglesias, altre provenienti da diverse località dell’isola). Studenti dell’accademia di belle arti, disoccupati, casalinghe, artigiani. Tutti animati da una grande passione per l’arte e dal desiderio di contribuire alla realizzazione di un’opera per la comunità.
In Palmira – Fatto come piace a noi italiani (2015) Flavio Favelli ha trasformato il marchio “Palmera” in “Palmira”, una parola che ci conduce al flusso di coscienza di immagini, visioni e ricordi personali dell’artista. Emerge il riferimento alla città siriana di Palmira, della quale gli occidentali scoprono ora l’esistenza perché minacciata dai terroristi del presunto Stato Islamico. D’altra parte, un senso di drammatica incertezza, evocato dallo slittamento di una sillaba che genera così una nuova parola (e tutt’altro senso), è mitigato dell’ironica dichiarazione, poco a lato, che il prodotto è “Fatto come piace a noi italiani”.
Lo spettatore si trova quindi di fronte ad un cambio di prospettiva, ad una sovrapposizione di piani di realtà, ad un rovesciamento dal tragico al banale per mezzo di un frase che assomiglia quasi ad un motto di spirito. I tempi però sono drammatici e chi guarda (sia che guardi la realtà, una réclame televisiva, o anche solo la scritta sulla confezione di un’innocua scatoletta di tonno) vede simultaneamente diversi significati. Un’avvincente, colorata, fittizia ma rassicurante idea di quotidiano e il suo diabolico cortocircuito.
L’opera di Favelli è stata accolta con favore ed entusiasmo dal consorzio degli operatori del Mercato Civico, attivando, con l’Amministrazione Comunale e la Scuola Civica d’Arte Contemporanea un processo che dovrebbe portare, già dal prossimo appuntamento/workshop, a ripensare tutto l’edificio come contenitore di opere site specific realizzate dai maggiori artisti internazionali.

Flavio Favelli
è nato a Firenze nel 1967. Vive e lavora a Savigno-Valsamoggia (Bologna).
Con una formazione letteraria e filosofica significativa, in un percorso estetico che sembra recuperare suggestioni dall'arte concettuale e di comportamento, la sua ricerca si è andata costituendo come indagine sui flussi di esistenza, come memoria soggettiva condensata in oggetti e spazi. Ha esposto in importanti spazi e musei d’arte contemporanea in Italia e all’estero, tra cui Maison Particulière (Bruxelles), MAXXI (Roma), Castello di Rivoli (Torino), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), GAMEC (Bergamo), MAMbo (Bologna), MACRO (Roma), Peggy Guggenheim Collection (Venezia), Centro Arti Visive Pescheria (Pesaro), Museo Marino Marini (Firenze), Museo del 900 (Milano), centro Arte Luigi Pecci (Prato), Palazzo delle Papesse (Siena), Fondazione Arnaldo Pomodoro (Milano), Anita Zabludowicz Collection (Londra), MOCA (Chicago), ICC (New York e Los Angeles). Ha partecipato a due Biennali Internazionali d’Arte di Venezia: la 50°edizione in "Clandestini", a cura di Francesco Bonami, la 55° edizione in "Vice Versa", Padiglione Italia a cura di Bartolomeo Pietromarchi e alla Biennale dell’Avana nel 2012. Nel 2014 ha svolto una residenza d’artista all’Ambasciata d'Italia a Istanbul, invitato dall’associazione AlbumArte di Roma realizzando una mostra personale presso la Galata Rum Okulu, mentre nel 2015 ha trascorso 3 mesi di residenza-studio presso la NARS Foundation di New York.
La Scuola Civica d’Arte Contemporanea di Iglesias è un’opera d’arte pubblica e sociale del collettivo Giuseppefraugallery (Eleonora Di Marino, Pino Giampà, Roberto Casti, Riccardo Oi, Davide Porcedda), realizzata con la collaborazione del Comune di Iglesias. La sua mission è di informare, formare e aggiornare la comunità sui linguaggi, i codici espressivi, le opere, gli artisti e le dinamiche dell’arte contemporanea.
Completamente gratuita, non riceve finanziamenti pubblici e si occupa di ricerca e formazione attraverso una serie di corsi trimestrali articolati su tre livelli, con docenti e relatori di primissimo piano nel panorama dell’arte contemporanea regionale, nazionale ed internazionale, organizzando, a cadenza mensile, incontri con la comunità, elaborando progetti d’arte pubblica e sociale, e contribuendo a disegnare il futuro del territorio più povero d’Italia ospitando in residenza alcuni tra i più importanti artisti contemporanei.








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