ARCIMBOLDO
Gallerie Nazionali di Arte Antica Palazzo Barberini – Roma
Giuseppe Arcimboldo
Estate, 1572
Olio su tela,
91,4x70,5 cm
Denver, Denver Art Museum, Lascito dal
Fondo Helen Dill
Dal 20 ottobre 2017 all’11 febbraio a Roma, Palazzo Barberini, sarà in corso la mostra Arcimboldo organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira, a cura di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo.
Per la prima volta nella capitale sarà possibile ammirare capolavori autografi, disegni e dipinti, di Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593) meglio noto come Arcimboldo. Un’occasione eccezionale, anche per la difficoltà di ottenere i prestiti delle sue opere, che spiega la rarità delle esposizioni dedicate a questo artista.
Giovanni Paolo Lomazzo
Autoritratto,
sesto decennio del XVI secolo
Olio su tavola di quercia, d 39 cm
Vienna, KunsthistorischesMuseum, Gemäldegalerie
Formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori.
Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Apprezzato dalle corti asburgiche, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare, rarissimo per gli artisti, di “Conte Palatino”.
Giuseppe Arcimboldo
Santa Caterina viene condotta in carcere,
ante 1556
Pannello di vetrata
Milano, Duomo, vetrata di santa Carina d’Alessandria
Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo.
Esposte al pubblico circa un centinaio di opere: i capolavori più noti di Arcimboldo – dalle Stagioni agli Elementi, dal Giurista a Priapo (Ortolano) al Cuoco – i ritratti, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano, i suoi preziosissimi disegni acquerellati per le feste di corte, in dialogo con dipinti e copie arcimboldesche, oltre a una serie di oggetti delle famosissime Wunderkammern imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate, milanesi e non, fino a disegni di erbari, frutta, animali, di cui all’epoca si faceva gran studio al fine di incrementare serre, serragli e giardini ma, anche e soprattutto, la conoscenza scientifica.
La mostra articolata in sei sezioni, si apre con una sala introduttiva che mostra il celeberrimo Autoritratto cartaceo, dove Arcimboldo si presenta come scienziato, filosofo e inventore, nell’ambiente dei letterati e degli umanisti milanesi (Giovanni Paolo Lomazzo, Paolo Morigia, Gregorio Comanini), che furono promotori e diffusori della fama dell’artista. L’ambiente milanese, prima sezione della mostra, raccoglie una serie di opere religiose di artisti, piú o meno suoi contemporanei, fra i quali alcuni Leonardeschi come Cesare da Sesto, in dialogo oppositivo con le personificazioni delle stagioni Estate
Giuseppe Arcimboldo
La Primavera, 15551560 circa
Olio su tavola , 68x56,5 cm
Monaco di Baviera, Bayerische
Staatsgemäldesammlungen
Inverno. Molte anche le opere di arte applicata (cristalli, armature, arazzi e vetrate, queste ultime su disegno di Arcimboldo) a testimoniare una città che in quegli anni era uno dei massimi centri di produzione di oggetti di lusso.
Si prosegue poi con la sezione A corte tra Vienna e Praga, periodo in cui l’artista divenne il ritrattista della corte asburgica: il ritratto dell’Arciduchessa Anna, figlia dell’imperatore Massimiliano II, testimonia la sua abilità nel cogliere le personalità dei soggetti, tramite effetti luministici e accortezze compositive. In mostra anche gli studi per le feste e le manifestazioni di corte da lui ideate. Tra le opere più significative, realizzate durante il periodo viennese, altre personificazioni delle stagioni Primavera, Estate, Autunno, Inverno in dialogo con gli Elementi: Acqua, Aria, Fuoco, Terra, quest’ultima mai vista nelle esposizioni degli ultimi venti anni.
Un capitolo a parte è riservato agli Studi naturalistici e Wunderkammer, nella terza sezione, di cui i sovrani asburgici si fecero promotori, alla ricerca di pezzi da collezione per impreziosire le loro Wunderkammern: molti oggetti, considerati “meraviglie della natura”, come zanne, coralli, oggetti curiosi, e alcuni dipinti raffiguranti gli “irsuti” (uomini ipertricotici che venivano portati di corte in corte come divertissement e intrattenimento). Notevole il Ritratto di Antonietta Gonzalez di Lavinia Fontana.
Si passa poi alle cosiddette Teste reversibili, immagini di nature morte, di raffinata ambiguità visiva, che, ruotate di 180 gradi, assumono una conformazione del tutto diversa (L’Ortolano e Il Cuoco), in rapporto con il nascente genere della Natura morta, che si andava affermando nella Milano di fine Cinquecento - inizio Seicento.
La quinta sezione, Il bel composto, mostra veri e propri paradossi iconici e analizza il metodo del composito in vari contesti culturali: busti che a un primo sguardo appaiono del tutto naturali, ma che in realtà sono costruiti attraverso il sapiente incastro logico di forme diverse, naturali o artificiali.
Conclude l’esposizione la sezione Pitture “ridicole”: Arcimboldo fu un maestro del gioco e dell’ironia, proseguendo la tradizione leonardesca e lombarda della caricatura, come nelle personificazioni dei mestieri. In mostra capolavori come Il Giurista
Giuseppe Arcimboldo
Il Giurista,1566
Olio su tela,
64x51 cm
Stoccolma, Nationalmuseum
e Il Bibliotecario.
Le teste composte e quelle “reversibili” suscitano inevitabilmente sorpresa e stupore, costringendo a una grande attenzione: da lontano la testa ha la forma complessiva, spesso mostruosa.
Giuseppe Arcimboldo (copia da)
Il Bibliotecario
Olio su tela,
97x71 cm
Svezia, Castello di Skokloster
Quando ci si avvicina si vedono i singoli oggetti che la compongono: fiori, frutti, pesci, animali vari, ferri per caminetto, segnalibri, fasci di fogli, cannoni La rappresentazione può essere una caricatura di un individuo o l’allegoria di una professione, di una stagione, di un elemento naturale, di una testa “reversibile” o di una natura morta.
Un volume, edito da Skira, accompagnerà il completamento della visita.
L'ingresso alla mostra è gratuito per i giovani under 18 anni, visitatori invalidi, soci ICOM, guide turistiche con tesserino, dipendenti MiBACT.
Roma, Palazzo Barberini, via delle Quattro Fontane, 13
APERTURA AL PUBBLICO: 20 ottobre 2017 - 11 febbraio 2018
ORARI MOSTRA: martedì/domenica 9.00-19.00
GIORNI DI CHIUSURA: lunedì, 25 dicembre, 1° gennaio
BIGLIETTO MOSTRA: intero: 15 €, audioguida inclusa | ridotto 13 €, audioguida inclusa | gratuiti, audioguida inclusa (giovani under 18 anni, visitatori invalidi, soci ICOM, guide turistiche con tesserino, dipendenti MiBACT).
Con il biglietto di ingresso del Museo (Intero 12 € - Ridotto 6 €) l’ingresso alla mostra ridotto a 10 €, audioguida inclusa.
BIGLIETTO BARBERINI CORSINI:
Il biglietto è valido dal momento della timbratura per 10 giorni in entrambe le sedi del Museo: Palazzo Barberini e Galleria Corsini. Gratuito: minori di 18 anni, scolaresche e insegnanti accompagnatori dell'Unione Europea (previa prenotazione), studenti e docenti di Architettura, Lettere (indirizzo archeologico o storico-artistico), Conservazione dei Beni Culturali e Scienze della Formazione, Accademie di Belle Arti, dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, membri ICOM, guide ed interpreti turistici in servizio, giornalisti con tesserino dell'ordine, portatori di handicap con accompagnatore, personale docente della scuola, di ruolo o con contratto a termine, dietro esibizione di idonea attestazione sul modello predisposto dal Miur.
INFORMAZIONI: tel. 06-4824184 | email: Gan-aar@beniculturali.it
PRENOTAZIONI: tel. 06-8110 0257
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