SILVANO TOTI GLOBE THEATREDirezione artistica Gigi Proietti8-9-12-13-15-16-17 luglio ore 21.15
Gigi ProiettiinOMAGGIO A SHAKESPEAREbrani da EDMUND KEAN di Raymund FitzSimons
Adattamento e regia Gigi
Proietti
Regista assistente Loredana
Scaramella
Prodotto da Politeama Srl
Gigi Proietti |
In occasione delle celebrazioni per il
quattrocentenario shakespeariano, il pubblico del Silvano Toti Globe Theatre
potrà finalmente assistere ad un evento atteso da anni: per la prima volta
Gigi Proietti sale sul palco di Villa Borghese in veste di attore e
presenta un omaggio a Shakespeare con brani da Edmund Kean di Raymund
FitzSimons, curando anche l’adattamento e la regia dello spettacolo (regista
assistente Loredana Scaramella).
Lo spettacolo sarà in scena dall’8 al 17
luglio ore 21.15 (riposo 10, 11 e 14 luglio).
La stagione 2016 del Silvano Toti
Globe Theatre di Roma - unico teatro elisabettiano d’Italia, nato nel 2003
grazie all’impegno dell’Amministrazione Capitolina e della Fondazione
Silvano Toti per una geniale intuizione di Gigi Proietti - è
promossa da Roma Capitale con la produzione di Politeama srl,
organizzazione e comunicazione di Zètema Progetto Cultura. Anche
quest’anno nelle sere di spettacolo sarà attivo il Globar.
Note di Regia
Un uomo solo nel suo camerino. Beve, si
trucca ma soprattutto interpreta e si interroga sulle parole di Shakespeare,
passando in rassegna una vita di battaglie e successi. È Edmund Kean, grande
attore inglese dell'inizio dell'Ottocento, idolatrato dal pubblico e dalla
critica che ne decretarono l'ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi
protagonisti shakespeariani, e poi la rovinosa decadenza.
Ad interpretarlo è Gigi Proietti, nel testo
scritto da Raymond Fitzsimmons per Ben Kingsley, già portato in scena a Taormina
ventisette anni fa e ripreso oggi come omaggio affettuoso a Shakespeare in
occasione dei quattrocento anni dalla sua morte. Il copione è più che un testo
chiuso: è un'occasione per entrare nel segreto del camerino in cui monologhi,
battute, idee prendono e perdono forma, in un processo creativo YouTube da
laboratorio che smonta e scruta le creazioni di Shakespeare.
Mai come in questo caso, celebrare un genio
del teatro attraverso la figura di un attore è un gesto dovuto, perché proprio
agli attori si deve la sopravvivenza dei testi e la vitalità dei versi che
ancora ci emozionano, a loro il merito di averli traghettati fino a noi
dall'epoca d'oro Elisabettiana attraverso secoli di buio e disinteresse.
Oggi che le opere del Bardo sono celebrate e
diffuse in tutto il mondo, è difficile credere che non sempre sia stato la
stella polare che è ora. Ma la sua vera fortuna è iniziata solo nel secondo
Settecento, con Goethe e Lessing. Furono loro a farlo uscire da una sorta di
letargo, all'epoca dell'invenzione dei teatri pubblici in Germania .
Fu una rivoluzione anche se, dopo la
condanna dell'Illuminismo, per cominciare ad avere una diffusione massiccia
delle opere e dell'identità artistica del poeta di Stratford bisogna aspettare
l'inizio dell'Ottocento, quando nel maggio del 1828 da Londra arriva a Parigi
Edmund Kean ad interpretare il ruolo di Riccardo III. E' famoso. E' molto amato
dai poeti romantici e Byron lo considera un genio. Il suo merito è quello di
aver scardinato la forma classica della recitazione, in contrapposizione alle
interpretazioni di un altro grande attore inglese, John Kemble, inventando una
recitazione emozionale e moderna.
Kean arriva ubriaco a Parigi e le
rappresentazioni sono inficiate dal suo stato alterato. Ma è affascinante e
maledetto come una rock star degli Anni Settanta e tutta l'intellighenzia
europea lo accoglie come una rivelazione. Attraverso lui Victor Hugo vede
esaltati i materiali shakespeariani e, nella prefazione al suo Cromwell,
dice che Shakespeare sa come comporre un dramma vero che rispecchi gli
aspetti contraddittori e opposti della vita, e propone , seguendo il modello del Bardo, di
mescolare nell'arte sublime e grottesco, cioè tragico e comico, bello e brutto,
bene e male, luce e ombra, realtà e fantasia.
L'impatto di Kean con il mondo parigino è
così potente che Alexandre Dumas scrive sull'attore inglese un testo: Kean,
ou Désordre et Génie .
Genio e sregolatezza. un sottotitolo
destinato a divenire proverbiale, che nello spettacolo fa da contrappunto a
successi e frustrazioni, amori, odi, sconfitte ai quali prestano voce i grandi
personaggi shakespeariani che finiscono col confondersi con l'interprete e ne
compongono la biografia.
Accade così che un filo intrecciato con le
parole di Shylock, Riccardo III, Amleto, Macbeth, Otello, unisca Proietti a
Kean, e Kean a Shakespeare, in una celebrazione dell'evocazione e del racconto.
Un passaggio di testimone da un secolo
all'altro, che trova la sua collocazione ideale nel vuoto spazio del Globe, nel
rapporto ravvicinato con il pubblico, nella forma antica del monologo.
SCENE E COSTUMI
Cappellini Licheri
MUSICHE
Fiorenzo Carpi
DISEGNO LUCI
Umile Vainieri
PROGETTO FONICO
Franco Patimo
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