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12 aprile 2016

FESTIVAL DI CINEMAZERO

 

PORDENONE 13 | 17 APRILE 2016

DA MERCOLEDI’ 13 APRILE IL FESTIVAL LE VOCI DELL’INCHIESTA: FINO A DOMENICA 17 APRILE A PORDENONE LA NONA EDIZIONE DEL 
FESTIVAL DI CINEMAZERO 
DEDICATO ALL’INCHIESTA, AL DOCUMENTARIO D’INDAGINE E AL “CINEMA DEL REALE”, CON ANTEPRIME ITALIANE E INTERNAZIONALI

IN ANTEPRIMA NAZIONALE AD APERTURA DI FESTIVAL 

REQUIEM FOR THE AMERICAN DREAM”:

 IN CUI NOAM CHOMSKY, ESPONE IL PROFETICO DECALOGO CHE HA PORTATO LA SOCIETÀ AMERICANA, E L'OCCIDENTE TUTTO, A UNA DISUGUAGLIANZA SENZA PRECEDENTI NELLA STORIA

Noam Chomsky
      

IN ANTEPRIMA ITALIANA ANCHE IL FILM DI STRAODINARIO IMPATTO VISIONARIO WALLS, DOVE SI CAMMINA ACCANTO AI FUGGITIVI, SI CERCA DI SCAVALCARE I MURI INSIEME A CHI CERCA DI MIGRARE..

ANCORA IN ANTEPRIMA ITALIANA ANCHE IL DOCUMENTARIO CANADESE GUANTANAMO’S CHILD: MICHELLE SHEPARD E PATRICK REED RACCONTANO LA STORIA DI OMAR, IL PRIMO BAMBINO PROCESSATO DAGLI USA DALLA FINE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE CHE HA PASSATO UNA DECINA D’ANNI A GUANTANAMO PER UN’ACCUSA MAI PIENAMENTE PROVATA
guantanamo's child

IN APERTURA DI FESTIVAL UNA SERATA SUI 40 ANNI DEL TERREMOTO IN FRIULI CON LA PRESENZA DI GIANNI MINÀ, STRAODINARIO CRONISTA ALL’EPOCA DEI FATTI.

TRA GLI OSPITI ANCHE L’AGROECONOMISTA ANDREA SEGRÈ PER COMMENTARE LA PRIMA ITALIANA DEL DOCUMENTARIO SULLO SPRECO WASTECOOKING: MAKE FOOD, NOT WASTE DELL’AUTRIACO, CHEF E ATTIVISTA, DAVID GROSS

LA RETROSPETTIVA È DEDICATA QUEST’ANNO A LILIANA CAVANI

Comunicato stampa

Aprire uno sguardo sulla più stretta attualità – dai cambiamenti del costume all’evoluzione geo-politica internazionale, dalle trasformazioni sociali, ai nuovi linguaggi mediatici – è da sempre il centro del festival di Cinemazero Le Voci dell’Inchiesta, che apre i battenti a a Pordenone mercoledì 13 per proseguire fino a domenica 17 aprile con la sua nona edizione. L’appuntamento con uno dei festival più originali del panorama nazionale, quest'anno vede nel “cinema del reale” il cardine attorno al quale ruoteranno gli incontri e gli omaggi ai protagonisti del cinema e del giornalismo, articolati in una trentina di appuntamenti, tra eventi e proiezioni di documentari italiani e internazionali, selezionati nei più importanti festival del mondo (IDFA, Scheffield Doc/Fest, Götheborg, Toronto, Tribeca, New York Doc...), molti dei quali in anteprima assoluta per l’Italia.

La ricognizione sui più importanti festival internazionali ha permesso di individuare temi dove il reale irrompe con forza inusitata sugli schermi. Se il fenomeno migratorio senza precedenti che sta investendo l’Europa chiede di essere compreso, con altrettanta urgenza ci si deve interrogare sui nuovi tipi di famiglia che di fatto esistono. Alcuni importanti anniversari trovano posto nel programma: dal quarantennale del terremoto che sconvolse il Friuli nel 1976, al trentennale del disastro di Chernobyl. E poi l’omaggio a Liliana Cavani, che proprio col documentario ha mosso i primi passi nel cinema, senza dimenticare lo spazio per individuare buone pratiche, in particolare legate all’ambiente

Spicca in apertura di festival l’anteprima nazionale di “Requiem for the American Dream”: un dialogo durato 4 anni tra i registi Peter Hutchison, Kelly Nyks, Jared P. Scott e il filosofo, linguista e attivista politico Noam Chomsky, in cui si espone il profetico decalogo che ha portato la società americana (ma forse l'occidente tutto) a una disuguaglianza senza precedenti nella Storia. Chomsky, tracciando mezzo secolo di politiche volte a favorire i più ricchi a spese della maggioranza, mette a nudo le drammatiche conseguenze di queste scelte, con la progressiva scomparsa della classe media e della solidarietà sociale.

Ma l’inaugurazione ufficiale di questa nona edizione sarà affidata al ricordo del terribile evento che ha profondamente segnato la storia recente del Friuli. Il 40.mo anniversario del terremoto che nel maggio del 1976 distrusse interi paesi del Friuli, sarà al centro della serata di apertura del festival (mercoledì alle 20.45): una catastrofe senza precedenti che provocò quasi mille morti e oltre 100 mila sfollati. In prima linea nel raccontare le devastazioni, ma anche la tenacia dimostrata dai friulani nell’opera di ricostruzione, una serie di agguerriti inviati della Rai, tra cui Gianni Minà, protagonista della serata con il suo collega Rai Edek Osser. Numerosi i contributi video con la proiezione di immagini sinora inedite.

Un ulteriore, doloroso anniversario sarà ricordato dal festival: il trentennale del disastro di Chernobyl è al centro del documentario d’inchiesta di Fedor Alexandrovich The Russian Woodpecker (Il complotto di Chernobyl) – in programma sempre il 13 aprile – vincitore del premio della giuria al Sundance Film festival che svela retroscena finora inediti su un incidente nucleare senza precedenti. In programma anche una mostra fotografica che rievoca i principali disastri nucleari del pianeta in La trilogia del nucleare: Mayak, Chernobyl, Fukushima, del fotografo Pierpaolo Mittica.

Al centro del festival anche il racconto del fenomeno migratorio senza precedenti che sta attraversando l’Europa: una fuga dalle guerre e dalla miseria che si infrange davanti a nuovi confini, nuovi muri di filo spinato che percorrono Paesi che ancora portano i segni di una guerra vicina e sconvolgente, come racconta una delle attese anteprime nazionali di questa edizione: The fog of Srebrenica, documentario sulla vita dei sopravvissuti al più grande massacro avvenuto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale, firmato dal  documentarista bosniaco Samir Mehanovic.

fog of Sbrebrenica

In anteprima nazionale anche "Walls" dei registi Pablo Iraburu e Miguelanxo Molina: un film di enorme potenza visiva che raggiunge i confini ai quattro angoli del mondo – Spagna e Marocco, U.S.A e Messico, Sud Africa e Zimbabwe, Israele e Palestina. Il film presenta un’esperienza cinematografica rarissima, di un’intensità folgorante che permette di camminare accanto ai fuggitivi fino a temere per la propria incolumità, quasi schivando le pallottole e le percosse che i protagonisti ricevono.

Ancora un’attesa anteprima italiana con il documentario canadese del 2015 Guantanamo’s child, con cui Michelle Shepard e Patrick Reed mostrano quanto sia sottile il confine tra giustizia, difesa e persecuzione. Omar Khadr, classe 1986, cittadino canadese, ha il triste primato di essere il primo bambino processato dagli USA dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (ha passato una decina d’anni a Guantanamo per un’accusa mai pienamente provata). Khadr fu catturato dalle forze americane quando aveva 15 anni: dopo aver trascorso metà della sua esistenza dietro le sbarre, tra cui una decina di anni nel campo di detenzione di Guantanamo, dove era il prigioniero più giovane, è stato rilasciato nel maggio del 2015.

Di sconcertante impatto è anche Credit for Murder dell’ex soldato israeliano Vladi Antonevicz, che getta un’inquietante luce sui gruppi di neo nazisti presenti e tollerati in Russia, fenomeno in rapida crescita in tutta Europa. Tutto inizia nel 2007, quando su YouTube appare un video shock dal titolo «Decapitazione di un daghestano e di un tagiko». Due anni dopo il regista decide di indagare sul caso, infiltrandosi – lui, ebreo - per sei lunghi anni in uno di questi gruppi di neo nazisti, mostrando al mondo le atrocità che compiono nella totale impunità e con la collusione del governo russo.
Al festival anche il racconto sulle famiglie contemporanee, quelle allargate, omoparentali, o con genitori omosessuali: una giornata di proiezioni e  incontri (giovedì 14 aprile) coordinata dalla scrittrice e giornalista Eugenia Romanelli. Spicca la prima italiana di In Gayby Baby che racconta le famiglie “arcobaleno” attraverso la voce diretta dei figli. Il documentario di Maya Newell, cresciuta lei stessa da due madri, colma questa lacuna, raccontandoci la vita quotidiana di Gus, Ebony, Matt e Graham, quattro bambini tra i 10 e i 12 anni, figli di coppie gay e lesbiche. Un ritratto emozionante e vero di che cosa significa essere una famiglia moderna e dover affrontare il pregiudizio della comunità in cui si vive.
Non poteva mancare un argomento “must” del festival a questa nona edizione delle Voci dell’Inchiesta: la coscienza ecologica ed ambientale. È lo chef-attivista austriaco David Gross, presente al festival per mostrare un’altra anteprima nazionale: Wastecooking: make food, not waste, film che narra con ironia come combattere lo spreco alimentare creando deliziose pietanze con l’utilizzo di alimenti destinati alla spazzatura. Ospite della serata accanto al regista austriaco, l’agroeconomista Andrea Segrè, tra i massimi esperti internazionali di spreco alimentare. A precedere la proiezione un aperitivo anti-spreco: uno chef emergente preparerà per il pubblico del festival una serie di stuzzichini realizzati con un utilizzo della materia prima che non prevede di gettarne alcuna parte.

Andrea Segre'

Un omaggio sarà dedicato quest’anno alla regista e sceneggiatrice Liliana Cavani, di cui si vuole ricordare la produzione diversificata, tra cui quella documentaristica d'inchiesta, meno conosciuta, ma che segnò l'esordio della sua carriera cinematografica (12 i documentari realizzati, tra il 1961 e il 2012), facendo proprio lo strumento dell'“indagine della realtà”, chiave anche per la realizzazione dei suoi film di finzione. Un tributo importante anche perché corroborato da numerosi documenti inediti che Cinemazero custodisce nel suo prezioso Archivio, fra registrazioni audio e scatti mai visti raccolti da Deborah Beer sul set della Cavani. Sabato 16 aprile Liliana Cavani incontrerà il pubblico del festival e nell’occasione sarà anche presentato il volume Liliana Cavani, Follia Santità Potere Povertà scritti e interviste 1960­2016, edito da Cinemazero e curato da Fabio Francione, in cui è raccolta un'ampia selezione della produzione pubblicistica e saggistica della regista e sceneggiatrice emiliana.
Cavani a sx e Mastroianni a dx


Tutto il programma su www.voci-inchiesta.it



 
 
 

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