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17 marzo 2016

XVI Biennale Donna | SILENCIO VIVO. Artiste dall'America Latina, PAC, Ferrara


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Anna Maria Maiolino
Entrevidas (Between Lives), dalla serie Photopoemaction, 1981/2010
Trittico, fotografia in bianco e nero, 88x56 cm ciascuna (misura totale: 88x168 cm) edizione di 5 + 2 AP
Collezione Privata, Monza. Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano

XVI Biennale Donna
SILENCIO VIVO
Artiste dall'America Latina
A cura di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli
 
Ferrara, Padiglione d'Arte Contemporanea
17 aprile-12 giugno 2016


Dal 17 aprile al 12 giugno 2016, al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara la Biennale Donna, con la presentazione della collettiva SILENCIO VIVO. Artiste dall’America Latina, curata da Lola G. Bonora e Silvia Cirelli.
Organizzata da UDI - Unione Donne in Italia di Ferrara e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, la rassegna si conferma come uno degli appuntamenti più attesi del calendario artistico e dopo la forzata interruzione del 2014, a causa del terremoto che ha colpito Ferrara e i suoi spazi espositivi, può ora riprendere il proprio percorso di ricerca ed esplorazione della creatività femminile internazionale.
Da sempre attenta al rapporto fra arte e la società contemporanea, la Biennale Donna si concentra sull'influenza dei contributi estetici del panorama delle donne artiste. La rassegna di quest’anno ha scelto di spostare il proprio baricentro sulla creatività latinoamericana, portando a Ferrara alcune delle artiste più rappresentative: Anna Maria Maiolino (Italia-Brasile, 1942), Teresa Margolles (Messico, 1963), Ana Mendieta (Cuba 1948 - Stati Uniti 1985) e Amalia Pica (Argentina, 1978).

SILENCIO VIVO riscopre nell’arte i temi di grande attualità, domandandosi quale sia la realtà latinoamericana e individuando le tematiche, come l’esperienza dell’emigrazione,le conseguenze delle dittature militari, la censura, la criminalità, gli equilibri sociali fra individuo e collettività, il valore dell’identità o la fragilità delle relazioni umane.
L’esposizione si apre con l’eclettico contributo di Ana Mendieta, una delle più incisive figure di questo vasto panorama artistico. Nonostante il suo breve percorso (muore prematuramente a 36 anni, cadendo dal 34simo piano del suo appartamento di New York), Ana Mendieta si riconferma ancora oggi, a 30 anni dalla sua scomparsa, come un’indiscussa fonte ispiratrice della scena internazionale. La Biennale Donna le rende omaggio con un nucleo di opere che ne esaltano l’inconfondibile impronta sperimentale, dalle note Siluetas alla documentazione fotografica delle potenti azioni performative risalenti agli anni ’70 e ’80. Al centro, l’intreccio di temi a lei sempre cari, quali la costante ricerca del contatto e il dialogo con la natura, il rimando a pratiche rituali cubane, l’utilizzo del sangue – al contempo denuncia della violenza, ma anche allegoria del perenne binomio vita/morte – o l’utilizzo del corpo come contenitore dell’energia universale.
Il corpo come veicolo espressivo è una caratteristica riconducibile anche nei primi lavori della poliedrica Anna Maria Maiolino, di origine italiana ma trasferitasi in Brasile nel 1960, agli albori della dittatura. L’esperienza del regime dittatoriale in Brasile e la conseguente situazione di tensione hanno influenzato profondamente la sua arte, spingendola a riflettere su concetti quali la percezione di pericolo, il senso di alienazione, l’identità di emigrante e l’immaginario quotidiano femminile. In mostra presentiamo una selezione di lavori che ne confermano la grande versatilità, dalle sue celebri opere degli anni ’70 e ’80, documentazioni fotografiche che lei definisce “photopoemaction” – di chiara matrice performativa – alle sue recenti sculture e installazioni in ceramica, dove emerge la sempre fedele attinenza al vissuto quotidiano, in aggiunta, però, all’esplorazione dei processi di creazione e distruzione alle quali l’individuo è inevitabilmente legato.
Di simile potere suggestivo, ma con una particolare attitudine al crudo realismo, la poetica di Teresa Margolles testimonia le complessità della società messicana, ormai sgretolata dalle allarmanti proporzioni di un crimine organizzato che sta lacerando l’intero paese e soprattutto Ciudad Juarez, considerata uno dei luoghi più pericolosi al mondo. Con una grammatica stilistica minimalista, ma d’impatto quasi prepotente sul piano concettuale, i lavori della Margolles affrontano i tabù della morte e della violenza, indagati anche in relazione alle disuguaglianze sociali ed economiche presenti attualmente in Messico. Le grandi installazioni che l’artista propone per la rassegna ferrarese – fra cui un’opera inedita, realizzata appositamente per la Biennale Donna – svelano un evidente potere immersivo, che forza lo spettatore ad assorbire e partecipare al dolore di una situazione ormai fuori controllo, troppo spesso taciuta e negata dalle autorità locali.
Il percorso della mostra si chiude poi con la ricerca di Amalia Pica, grande protagonista dell’emergente scena argentina. Utilizzando un ampio spettro di media – il disegno, la scultura, la performance, la fotografia e il video – l’artista si sofferma sui limiti e le varie derivazioni del linguaggio, esaltando il valore della comunicazione, come fondamentale esperienza collettiva. Le sue opere si fanno metafora visiva di una società segnata dall’ipertrofia della comunicazione, un fenomeno diffuso che sempre più di frequente conduce all’equivoco e all’alienazione, invece che alla condivisione. Ispirandosi ad alcune tecnologie trasmissive del passato, mescolate a rimandi del periodo adolescenziale, Amalia Pica sorprende con interventi dal chiaro aspetto ludico, che invitano gli stessi visitatori a interagire fra loro, sperimentando varie e ironiche possibilità di dialogo.
La mostra, organizzata dal Comitato Biennale Donna dell’UDI (composto da Lola G. Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Silvia Cirelli, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spano, Antonia Trasforini, Liviana Zagagnoni) e dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, è curata da Lola G. Bonora e Silvia Cirelli, ed è sostenuta dal Comune di Ferrara e dalla Regione Emilia-Romagna.
In occasione dell’esposizione sarà edito un catalogo bilingue italiano e inglese che contiene le riproduzioni di tutte le opere esposte e apparati biografici, unitamente a contributi critici di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli.
Alla Biennale Donna verranno poi affiancate una serie di iniziative collaterali strettamente legate al filo conduttore della mostra, come una rassegna cinematografica e presentazioni letterarie. Particolare attenzione sarà poi riservata al mondo scolastico, con approfondimenti speciali pensati opportunamente per gli studenti durante le visite.


XVI Biennale Donna
SILENCIO VIVO
Artiste dall'America Latina
A cura di
Lola G. Bonora e Silvia Cirelli
Artiste in mostra
Anna Maria Maiolino, Teresa Margolles, Ana Mendieta, Amalia Pica
Sede espositiva
Padiglione d’Arte Contemporanea
Corso Porta Mare 5, 44121 Ferrara
Inaugurazione
sabato 16 aprile 2016, ore 18.00
Date
17 aprile-12 giugno 2016
Orari
da martedì a domenica 9.30 – 13.00 / 15.00 – 18.00
Aperto anche 23 e 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno
Ingresso          
intero € 4,00
ridotto € 2,00 (giovani dai 18 ai 30 anni titolari della Carta Giovani, over 65 anni, studenti universitari, gruppi di
almeno 15 persone)
gratuito per i gruppi scolastici
Comitato Biennale Donna
Lola G. Bonora, Anna Maria Fioravanti Baraldi, Silvia Cirelli, Anna Quarzi, Ansalda Siroli, Dida Spano, Antonia
Trasforini, Liviana Zagagnoni
Organizzato da
UDI – Unione Donne in Italia di Ferrara
Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara
Con il contributo di
Regione Emilia-Romagna
Con il patrocinio di
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità
Catalogo
A cura di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli, con testi critici di Lola G. Bonora e Silvia Cirelli
Per informazioni
tel. +39 0532 244949
diamanti@comune.fe.it

 

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