A plus A Gallery
22.03.2016
Silvia Mariotti
Fronte invisibilevilla manin di passariano
Fronte invisibilevilla manin di passariano
Inaugurazione il 15 aprile 2016 alle ore
17.30
Tutti i giorni dal martedì alla domenica
- dalle 10:00 alle 19:00
Silvia Mariotti, Aria buia (Pazin2),
2015 inkjet-print on cotton paper, dibond.
Il Carso e i conflitti mondiali sono al
centro della mostra di Silvia Mariotti nell’ambito del festival B#SIDE WAR, a
Villa Manin, a cura di Aurora Fonda e Sandro Pignotti e nasce dalla
collaborazione tra IODEPOSITO ONG e la galleria A plus A di Venezia.
La mostra racconta i retaggi delle guerre mondiali tra passato e presente, catturandoli attraverso la loro dimensione più estetica ed aerea, per poi approfondirne la connotazione storica.
La mostra è costituita da una serie di opere prevalentemente fotografiche disseminate nella barchessa di levante di Villa Manin, che percorrono la storia attraverso differenti chiavi di lettura, partendo dalla conformazione di un territorio e aprendo a nuove suggestioni. Infatti, oltre alle fotografie l’artista interviene nello spazio con degli elementi scultorei, riferimenti che affondano le loro radici nella letteratura, nella storia passata e in quella recente per manifestare quella concatenazione di eventi che sono alla base di queste vicende storiche così significative. Attraverso questi interventi (di cui alcuni rimandano all’episodio dell’incendio del Narodni Dom a Trieste nel 1920), l’artista traccia una linea temporale che manifesta quella successione di episodi che sono stati al centro di un odio etnico, purtroppo riconoscibile nella maggior parte dei conflitti.
In occasione della mostra è stato organizzato un incontro con l’artista e i curatori.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Paolo Fonda, Rebecca Moccia, Sandro Pignotti, Marta Verginella.
La mostra sarà aperta fino al 15 maggio
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00
La mostra racconta i retaggi delle guerre mondiali tra passato e presente, catturandoli attraverso la loro dimensione più estetica ed aerea, per poi approfondirne la connotazione storica.
La mostra è costituita da una serie di opere prevalentemente fotografiche disseminate nella barchessa di levante di Villa Manin, che percorrono la storia attraverso differenti chiavi di lettura, partendo dalla conformazione di un territorio e aprendo a nuove suggestioni. Infatti, oltre alle fotografie l’artista interviene nello spazio con degli elementi scultorei, riferimenti che affondano le loro radici nella letteratura, nella storia passata e in quella recente per manifestare quella concatenazione di eventi che sono alla base di queste vicende storiche così significative. Attraverso questi interventi (di cui alcuni rimandano all’episodio dell’incendio del Narodni Dom a Trieste nel 1920), l’artista traccia una linea temporale che manifesta quella successione di episodi che sono stati al centro di un odio etnico, purtroppo riconoscibile nella maggior parte dei conflitti.
In occasione della mostra è stato organizzato un incontro con l’artista e i curatori.
La mostra è accompagnata da un catalogo con testi di Paolo Fonda, Rebecca Moccia, Sandro Pignotti, Marta Verginella.
La mostra sarà aperta fino al 15 maggio
dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00
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