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1 marzo 2016

DEL VECCHIO EDITORE A MARZO 2016

  


Cosa bolle in pentola 
In un mix di inediti assoluti tra classici imprescindibili e nuove voci, tra febbraio e marzo 2016 ritorna Hilde Domin, con il terzo volume della serie a lei dedicata, Il coltello che ricorda, che presenta al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico dell'autrice. 
Daniela Alibrandi in
Una morte sola non basta, ci regala l’affresco di trent’anni di storia sociale e culturale d’Italia, raccontato attraverso la lente di un grande e coinvolgente romanzo (neo)realistico.
Torna, poi, in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán, José Luis Correa:
Quindici giorni di novembre.
Il coltello che ricorda
Hilde Domin è una delle voci poetiche più significative della seconda metà del Novecento e, negli anni Settanta–Ottanta, una figura centrale nella discussione letteraria tedesca. Nel 1987, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, Fischer dà alle stampe la raccolta Gesammelte Gedichte (Poesie in raccolta). La selezione, curata dalla Domin stessa, comprende una nutrita scelta di poesie scritte tra il 1951 e il 1985, tratte dalle raccolte già pubblicate con l’aggiunta di alcuni testi inediti o comunque fino ad allora difficilmente
reperibili. Gesammelte Gedichte viene pubblicata in concomitanza con il ciclo di lezioni di Francoforte tenute da Hilde Domin (1987/88), a cui dà il titolo La poesia come momento di verità. In seguito, la poetessa darà alle stampe la raccolta Eppure l’albero fiorisce, ultima delle sue antologie poetiche e una versione rivista di Ti voglio, nel 1995. In questo volume, il terzo della serie che Del Vecchio Editore dedica alla poetessa, si dà conto degli sviluppi letterari di Hilde Domin negli ultimi anni della sua attività poetica, presentando al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici, che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico di Hilde Domin. Al centro della riflessione restano e si fanno più nitide la potenza della parola poetica e l’incitamento al coraggio civile, che è innanzitutto la capacità di uscire dagli schemi e accettare la propria umanità aprendosi all’incontro con l’altro: «Solo colui che è crocifisso/ le braccia/ spalancate/ dell’Io–sono qui».
HILDE DOMIN, Il coltello che ricorda
 ISBN: 9788861101258
Pagine: 480
A cura di Paola Del Zoppo
Una morte sola non basta
Roma, anni Cinquanta. L’Italia si sta lasciando alle spalle l’orrore della guerra, e si avvia a grandi passi verso gli anni del boom economico. Due uomini si incontrano su una panchina dell’ospedale San Camillo. Due storie si incrociano per pochi minuti per poi proseguire parallele e distanti. Anni Settanta. Il sogno del “miracolo italiano” lascia il passo alle contraddizioni e ai fermenti della rivoluzione sociale e dei movimenti giovanili. Due ragazze, poco più che adolescenti, si conoscono. Segnate, ognuna a sua modo, dalla violenza e dal silenzio di chi avrebbe dovuto proteggerle, continuano a collezionare errori e profonde delusioni. Nell’amicizia che si instaura, riconoscono entrambe la possibilità di un reciproco riscatto, che porterà a un epilogo imprevedibile. Sullo sfondo, si staglia la città eterna in continuo mutamento, che con le sue atmosfere e i suoi linguaggi commenta le fragilità e le contraddizioni di un’intera epoca e del Belpaese. In una narrazione limpida, senza artifici, che si sviluppa in un crescendo ininterrotto, seguiamo Ilaria e Michela in un impietoso viaggio alla scoperta della costruzione del male, che nulla concede all’ipocrisia o all’ipotesi d’innocenza.
Daniela Alibrandi, Una morte sola non bastaISBN: 9788861101593
Pagine: 416
Quindici giorni di novembre
Torna in edizione tascabile, la prima avventura del detective Ricardo Blanco, nato dalla penna dell’erede di M.V. Montalbán.
Fra una poesia di Pessoa e il sax di Chet Baker, una striscia di Mafalda e una scena de Il terzo uomo, Ricardo Blanco, a quarantaquattro anni, ha fatto fronte ai disastri della propria vita aprendo con i soldi di un amico un’agenzia investigativa a Las Palmas. È sopravvissuto a due accoltellamenti, a una lunga serie di donne che l’hanno mollato e al caldo dell’isola. Almeno fino al primo di novembre, quando una donna, bella e ricca, entra nel suo studio per chiedergli di indagare sul presunto suicidio del futuro marito. Tra i bar, le crociere e le feste dei “figli di papà”, in un ambiente dominato dalla menzogna e da una spregiudicata vocazione all’impunità, Blanco rischierà più volte la pelle, giungendo infine alla verità, con intuito, ironia e disillusione.
Quindici giorni di novembre è il primo romanzo in cui fa la sua comparsa il detective Ricardo Blanco, indagando in un territorio finora poco esplorato dal genere noir, Las Palmas di Gran Canaria. Sulle orme del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler, ma con un tocco di anarchia mediterranea che lo avvicina al Montalbano di Camilleri o al Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbán, Ricardo Blanco colpirà il lettore con il suo spirito unico e disincantato, la sua disastrosa vita personale, il suo totale disinteresse per il denaro e la sua spiccata tendenza a innamorarsi.
«Dalle Canarie, una versione contemporanea del Sam Spade di Dashiell Hammett o del Marlowe di Chandler.»
Faro de Vigo
«Quel che è certo è che le pagine si fanno girare, i capitoli sono ben congeniati, il ritmo è incalzante e le scene d’azione avvincenti.»
Internazionale
«È ormai un amico, Blanco. Come Montalbano, Carvalho, Charitos. Accolto a pieno merito nell’arcipelago del noir mediterraneo, sebbene le isole Canarie siano Atlantico.»
Il mucchio selvaggio
JOSÉ LUIS CORREA, Quindici giorni di novembreISBN: 9788861101500
Pagine: 234

Traduzione di Alberto Malcangi
Hilde Domin
Figlia di un avvocato ebreo, Hilde Domin nasce nel 1909 a Colonia con il nome di Hilde Löwenstein. Tra il 1929 e il 1932 studia a Colonia, a Heidelberg, a Bonn e a Berlino, specializzandosi in scienze sociali e filosofia, con maestri come Karl Jaspers and Karl Mannheim. La situazione politica la spinge a emigrare a Roma insieme a Erwin Walter Palm, studente di archeologia e scrittore, che sposerà nel 1936. Allo scoppio della guerra si trasferisce dapprima in Inghilterra e, successivamente, nella Repubblica Dominicana, dove vive per 14 anni, prima di ritornare in Germania nel 1954. La sua poesia è spiccatamente antimetaforica e caratterizzata da un vocabolario semplice e colloquiale che, nella sua rarefazione e semplicità incontra il magico, procedendo prevalentemente attraverso processi evocative. Hilde Domin è stata insignita di tutti i maggiori premi letterari tra cui il PREMIO RILKE, il PREMIO HOELDERLIN e il PREMIO NELLY SACHS.
Daniela Alibrandi
Nata a Roma, Daniela Alibrandi ha vissuto tra l’Italia e gli Stati Uniti occupandosi di relazioni internazionali e di scambi culturali nell’ambito dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Ha pubblicato racconti
in antologie e riviste ed è con Una morte
sola non basta al suo quarto romanzo.
José Luis Correa
José Luis Correa (Las Palmas, 1962) insegna all’Università di Las Palmas. Quindici giorni di novembre è il primo romanzo con il detective Ricardo Blanco come protagonista, ambientata in un territorio poco frequentato dal genere noir: l’isola di Gran Canaria. Blanco è un detective hard boiled nel senso classico del termine, vicino a Sam Spade e Philip Marlowe, e ricorda Pepe Carvalho, il grande personaggio uscito dalla penna del geniale Manuel Vázquez Montalbán. Correa ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui il PREMIO BENITO PÈREZ ARMAS e il PREMIO VARGAS LLOSA.


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