L’Italia
della contemporanea: quattro istituzioni sinfoniche fanno sistema per la
diffusione della musica del nostro tempo
Peter Eötvös |
Filarmonica della Scala, Accademia
Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale Fiorentino e
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai unite in un progetto per la commissione
di nuove opere sinfoniche
a compositori contemporanei.
Nasce
una nuova forma di collaborazione tra quattro prestigiose istituzioni musicali
nazionali per promuovere la musica in Italia: Filarmonica della Scala,
Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Opera di Firenze – Maggio Musicale
Fiorentino e Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai si uniscono per
commissionare e promuovere nuove opere sinfoniche a importanti compositori del
nostro tempo.
Questa
collaborazione è l’inizio di nuovo corso, che oltre a ospitalità reciproche tra
le quattro orchestre all’interno delle rispettive stagioni, parte dalla
condivisione di linee artistiche e programmatiche per l’individuazione dei
compositori più interessanti del nostro tempo da far conoscere al grande
pubblico. Allo stesso tempo le nuove opere commissionate vengono eseguite, in
un breve arco temporale, da quattro differenti orchestre, favorendo la
diffusione e il lavoro di interpretazione dei nuovi brani.
La
scelta per il 2017 è ricaduta su Peter Eötvös, il direttore e compositore ungherese,
all’apice di un’interessante carriera che lo ha accreditato tra le voci più
importanti del panorama internazionale.
Capofila
del progetto è la Filarmonica della Scala, che eseguirà la nuova composizione
di Eötvös l’8 maggio 2017 per la stagione di concerti 2016/2017. Dopo la
Filarmonica, il brano sarà presentato nella Stagione Sinfonica 2017/2018 della
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai a Torino (8 e 9 marzo 2018) e nelle
stagioni dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia all’Auditorium Parco della
Musica di Roma (ottobre 2018) e del Maggio Musicale Fiorentino.
Eötvös
non è sconosciuto al pubblico della Filarmonica, che dal 1998 ha commissionato
nuova musica a compositori quali Ivan Fedele, Luca Francesconi, Salvatore
Sciarrino, Luis de Pablo, Mauro Montalbetti e tanti altri. Già destinatario di
una commissione nel 1999 (Replica per
viola e orchestra, eseguita per la prima volta con Kim Kashkashian solista e il
compositore alla direzione), Eötvös è tornato nel 2012 per dirigere il suo
lavoro zeroPoints e nel 2015, ospite
l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, con Speaking Drums e Martin Grubinger alle percussioni, eseguito anche
a Roma.
Il
rapporto di Peter Eötvös con l’Accademia di Santa Cecilia nasce nel 2001 quando
l’Orchestra ceciliana, diretta da Eötvös stesso, esegue in prima nazionale il
suo zeroPoints riproposto subito dopo
alla Philharmonie di Berlino dove l’Orchestra è ospite per la prima volta. Del
2008 è il progetto di Santa Cecilia Pollini
Prospettive dove Eötvös partecipa in qualità di direttore - sul podio del
Klangforum Wien - al fianco di Maurizio Pollini. Nel 2011 Eötvös dirige
l’Orchestra di Santa Cecilia nella prima esecuzione nazionale del suo Seven (Memorial For The Columbia Astronauts).
Peter Eötvös tornerà a Santa Cecilia il 1 dicembre 2016 per dirigere, in prima
esecuzione italiana, il suo nuovo lavoro dal titolo Senza Sangue, ispirato all’omonimo romanzo di Alessandro Baricco
(in collaborazione con Roma Europa Festival).
La
presenza di Eötvös al Maggio Musicale Fiorentino inizia nel 1975 in occasione
del 38° Festival quando diresse con l’autore Karlheinz Stockhausen Herbstmusik nella sua prima
rappresentazione italiana. Sempre come direttore Eötvös è tornato a dirigere il
Coro e l’Orchestra dell’Opera di Firenze in due concerti nel settembre 1977 e
poi è di nuovo salito sul podio del Maggio in occasione del 47° Festival nel
1984 quando sotto la responsabilità artistica di Luciano Berio è chiamato, in
tre diverse occasioni, a dirigere sia la compagine di casa che l’ Ensemble Intercontemporain.
Il legame di Eötvös con l’Orchestra Rai è stato segnato
dalla straordinaria prima esecuzione italiana di Atlantis, opera mastodontica, quasi un “kolossal” musicale per voce
bianca, baritono, cimbalom, coro virtuale di sintetizzatori e orchestra, che il
compositore ha diretto all’Auditorium Rai di Torino nel marzo del 2007.
Un’esecuzione rimasta nella memoria di molti anche per la straordinaria
disposizione in tutta la sala dei dieci percussionisti coinvolti, chiamati a
rappresentare i dieci figli nati da Poseidone e Clito, fanciulla di Atlantide
della quale il dio si innamorò, come racconta Platone. Tutte le forze
dell’Orchestra Rai furono chiamate a raccolta per l’occasione, che prevedeva il
coinvolgimento, tra gli altri, di 5 flauti, 5 oboi, 5 fagotti, 4 sax, 6 corni,
5 trombe, 5 tromboni, 2 tube, 2 arpe, oltre ai sintetizzatori, un pianoforte
elettrico e un basso elettrico
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