Competere.Eu: La sharing economy ha modelli di innovazione e governance
strategici per il rilancio del Paese e Milano può rappresentare un laboratorio.
Presentato uno studio.
Pietro Paganini |
In che modo la sharing economy, con la sua carica di innovazione e nuovi
modelli di governance, può migliorare la qualità della vita dei cittadini e
creare una nuova economia. Nasce da questi interrogativi il
policy
paper di
Competere.EU (www.competere.eu) "Innovazione e governance ai tempi della
sharing economy. Opportunità e proposte per Milano 2016" presentato oggi a
Milano in un incontro a porte chiuse a cui hanno partecipato alcuni tra i
rappresentanti dei principali player del mercato della sharing economy.
Il
paper offre un'analisi sulle principali sfide legate allo sviluppo tecnologico e
allo scambio sempre più diffuso di beni intangibili, e quindi alla così detta
sharing economy o Economia della Condivisione. L’analisi discute gli attori e
gli interessi in gioco e i conflitti che le istituzioni sono chiamate ad
anticipare e gestire, proponendo alcuni principi a cui amministratori e politici
possono ispirarsi.
Roberto Race |
La ricerca,
messa a punto dal fellow di Competere.EU #FrederickDooley, vuole dimostrare che
la sharing economy potrebbe rappresentare una grande risorsa economica per
l’Italia. #Milano è la città che più di tutte in Italia e in Europa ha visto la
nascita di imprese il cui modello di business è fondato attorno alla
condivisione.
"Milano-
dichiara il Curiosity Officer e Presidente di Competere.EU Pietro Paganini- è
sicuramente il modello italiano ed europeo. Imprese e imprenditori stanno dando
vita ad uno straordinario sforzo creativo che ha urgente bisogno di un sistema
di regole che tutelino si l’utente ma che non limitino l’innovazione e quindi
gli stessi vantaggi di cui il consumatore godrebbe. Regolare significa per noi
creare le condizioni affinché questo riscoperto modello di sviluppo possa
crescere più rapidamente, migliorando le condizioni di vita delle nostre città.
".
"Milano -dichiara il segretario Generale di Competere.EU Roberto Race- rappresenta il
luogo migliore del Paese dove sperimentare le opportunità nate grazie alle
imprese della #sharingeconomy e sarebbe interessante che i temi proposti nel
paper entrassero anche nei programmi elettorali e nel dibattito
pubblico.
E fondamentale
che l'Italia sappia essere leader e non follower nel grande cambiamento che sta
avvenendo in alcuni settori come il turismo e la mobilità.
Nelle prossime
settimane presenteremo le nostre proposte sul tema al Governo e ai
rappresentanti delle Autorità regolatrici."
L'impatto economico della sharing economy nei
prossimi anni avrà significativi risvolti sia a livello occupazionale sia
fiscale. Tuttavia, nel nostro paese, fatta eccezione per Milano, il mercato dei
servizi legati alla Sharing Economy è molto limitato, anche a causa dei
contrasti a livello normativo ed economico/fiscale, che negli ultimi mesi ha
dato vita ad un acceso dibattito all'interno delle istituzioni nazionali senza,
per il momento, giungere ad una risoluzione finale. Hanno generato scalpore ad
esempio lo scontro tra Uber e i tassisti e tra Airbnb e
Federalberghi.
"Il grande sviluppo della tecnologia e l'abbassamento dei
suoi costi- sottolinea Frederick Dooley, fellow di Competere.EU e autore del
paper- offriranno nei prossimi anni la prospettiva della creazione di molteplici
applicazioni altamente innovative.
Il settore che al momento sta vedendo una
importante crescita è sicuramente la sharing economy.
La sharing
economy tende a crescere in settori dove l'innovazione faceva fatica a trovare
spazio come per esempio la mobilità, il turismo e l'accoglienza
,
anche a causa dell'esistenza di
una
regolamentazione molto stringente o a
veri e propri monopoli legali. I vantaggi di prezzo per i consumatori e la
possibilità di usare un proprio bene altrimenti inutilizzato sono dei grandi
incentivi specialmente in un periodo di crisi economica. Le istituzioni in
questo campo giocano un ruolo fondamentale sia nel facilitare le imprese che
fanno innovazione
sia nell'anticipare e governare i conflitti
tra i tanti interessi in gioco. Un esempio di come le istituzioni possano
collaborare coi privati è il servizio di car sharing a Milano
:
Il Comune ha fatto un passo indietro dal
punto di vista dal coinvolgimento diretto nella gestione del servizio, operando
come
semplice
regolatore di sistema, lasciando
che gli operatori privati investano e competano tra di loro creando dei servizi
sempre più adatti alle esigenze del pubblico."
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