GESTUALIDAD POP
Personale Esteban Villalta
Marzi
A cura di Gianluca
Marziani
…………………………………………………………….
Dal 29 Aprile al 12 Giugno 2015
Sala Istituto Cervantes di Roma
Piazza Navona, 91 - Roma
Orari: da Mercoledí a Sabato dalle
16 alle 20
Quarant’anni dentro la pittura. Attorno
e dentro la figurazione. Nel cuore di un immaginario pop che si trasforma senza
perdere coerenza, definendo la carriera di un artista dal sangue spagnolo,
figlio d’arte, italiano da lungo tempo, esempio virtuoso del dialogo tra due
culture mediterranee e “caldissime”.
ESTEBAN VILLALTA MARZI ha
sempre lavorato per cicli tematici, creando percorsi analitici attorno ai
molteplici immaginari di ascendenza POP. La città che cambia, la musica,
il cinema, il fumetto, le tendenze generazionali, le abitudini quotidiane… sono
molti gli spunti che EVM metabolizza con il suo linguaggio sintetico e
squillante, una sorta di sirena pittorica per gonfiare la realtà nel suo
complemento “iper”. L’artista esaspera il reale per ridarne la versione
fantastica eppure plausibile. Crea spazi riconoscibili e deflagranti, figli del
melting pot transgenerazionale. Inventa mondi dentro i nostri mondi,
sovrapponendo realismi e finzioni, memoria storica e anarchia figurativa,
cattiveria e ironia.
La pittura come formula
sintetica e sensoriale di uno sguardo metabolico
Ha scritto Gianluca Marziani,
curatore della mostra: “L’artista, partendo dalle matrici generiche della
striscia fumettistica, analizza dettagli che diventano l’oggetto concettuale del
suo modus. In passato potevano esserci la gestualità delle mani, le posture
degli oggetti domestici, il movimento sensuale delle ballerine di flamenco, la
potenza dei toreri metropolitani. Di recente ha scelto i visi in primo piano,
ingrandendo ed isolando ciò che solitamente rientra nel montaggio di un flusso
narrativo. A dichiarare il cortocircuito della struttura anche i tatuaggi che
galleggiano nel colore monocromo, quasi fossero un sogno, un’apparizione, un
indizio. Stanno in scena a confermare le radici dell’artista ma anche la
finzione di uno sguardo che timbra il bianco come se fosse una nuova pelle. La
pelle per una proiezione. La pelle di uno schermo su cui si proiettano immagini
interiori.”
GESTUALITA’ POP definisce
uno dei cicli più intuitivi dell’artista, elaborato negli anni Novanta ma mai
abbandonato, al punto da tornare attuale con una serie di quadri nuovissimi,
creati apposta per l’occasione. Osserviamo singoli gesti quotidiani in cui le
mani prendono il centro della scena. Carezze, preghiere, indicazioni,
pressioni, spinte: le mani compiono azioni che, diventando linguaggio, aprono
dialoghi silenziosi con lo spettatore, come se l’opera fosse un generatore
linguistico ad alta radiazione semantica. I dettagli figurativi incarnano
l’alfabeto colorato di EVM, la sua grammatica sensoriale, il suo universo
empatico dalle molteplici interpretazioni.
Usando fondi tappezzati, masse di
colore o quinte di ascendenza barocca, le opere parlano al fruitore come
innovativi alfabeti del post-fumettismo. EVM, in modo simile ma spostato sul
fronte mediterraneo, ha fatto ciò che Raymond Pettibon ricrea da anni coi suoi
riferimenti californiani: la pittura metabolizza il fumetto e ne scova lati
metafisici, usando il close-up come atto linguistico autonomo. EVM dimostra una
particolare sintonia con la memoria americana di Roy Lichtenstein, gli anni
Sessanta di Franco Angeli, i Settanta di Michelangelo Pistoletto, fino ad
ascendenze che sfiorano Giorgio de Chirico e Domenico Gnoli.
Scompare il totale a favore del
dettaglio. L’occhio si avvicina ai frammenti detonanti del corpo umano, affinché
il gesto racchiuda l’esplicito dell’azione e l’implicito delle intenzioni. Il
close-up di EVM apre spazi emotivi di cui la pittura ha congenita necessità: per
rigenerarsi oltre i generi, oltre le citazioni, oltre la bellezza del suo corpo
estetico.
Un catalogo accompagna la
mostra.
Nessun commento:
Posta un commento